di Giampaolo Milzi
Il parco della Cittadella resta un gioiellino, il fiore all’occhiello dell’Ancona verde. Ma, ciononostante, perde molti, troppi petali. Un degrado crescente, denunciato da più di un cittadino, che abbiamo verificato sul campo. La colpa? Non si tratta di un giallo. Si tratta dell’inciviltà di alcuni degli innumerevoli frequentatori. Aggravata da un degrado che va inteso anche come frutto del verbo degradare. Nel senso che l’amministrazione comunale, dall’inizio di quest’anno, ha deciso, appunto, di sottrarre a questa splendida, vasta e panoramica area naturale attrezzata il “grado” di meritevole di particolari cure e attenzioni – che le era da sempre riconosciuto proprio per le sue straordinarie doti di popolarità e bellezza – infilandola nella lista “calderone” degli altri nove principali parchi cittadini.
Per cui, di fatto, non è prevista più una vera ed efficace attività di controllo sulle modalità di fruizione e di prevenzione e/o repressione rispetto a comportamenti scorretti.
“Nell’ultimo periodo il parco è in totale stato di abbandono: – ci scrive il signor Angelo Frisoli, che con la moglie e le due figlie di 5 e 10 anni, costituisce una delle famiglie habitué della Cittadella, anche perché risiedono nella vicina via Santo Stefano – staccionate rotte, segnaletica divelta, arredi danneggiati, testimoniano incuria e presenza di vandali. Il divieto di ingresso ai cani, che peraltro hanno numerose aree verdi esclusivamente dedicate, non viene più rispettato e cani di ogni taglia girano per il parco senza guinzaglio”. “Pur avendo segnalato più volte alle autorità competenti, uffici comunali e vigili urbani, questa inaccettabile situazione ho riscontrato unicamente un ulteriore peggioramento, conclude la lettera.
Ed effettivamente l’elenco di anomalie e acciacchi è lungo, prevale il deterioramento degli arredi e dei servizi. A cominciare dal piccolo edificio dei servizi igienici, vicino all’area dei due ingressi (entrambi in via Circonvallazione). La porta del locale destinato agli uomini è chiusa a chiave, e quindi signori, ragazzi e bambini si servono di quello riservato alle donne. Quanto all’ambiente specifico per i disabili, il copriwater è distaccato dalla tazza. Nell’atrio, appoggiato ad una parete, uno dei cartelli che precludono ai cani l’ingresso in certe zone del parco. Fuori, a pochi passi, non più funzionanti, abbandonati lontano dalla loro originaria collocazione, giacciono ancora due dei tanti fanali speciali rotondi con copertura in plastica che a livello terra operano come segnalatori luminosi dei percorsi pedonali e per il footting. Per tre o quattro a giorni, a tener loro compagnia, la carcassa di un topo putrescente, poi rimosso.
Quanto agli atti vandalici, abbiamo contato quattro cestini dell’immondizia con le intelaiature in legno semi-distrutte. Lo stesso vale per un paio di staccionate. In posizione obliqua, e quindi difficilmente utilizzabile, una delle strutture-panchina a tre posti, anche queste in legno. Nell’area per i bambini, dotata di vari impianti gioco, l’erba è quasi un lontano ricordo, è la fanghiglia a prevalere. E ancora, lungo uno dei percorsi realizzati per la ginnastica, qualcuno si è divertito a smontare le sbarre in ferro di una struttura per esercizi fisici.
Una situazione prevedibile, vista la cronica inciviltà, già sottolineata, di vari utenti che, con un eufemismo, potremmo bollare come “eco-incompatibili”, oltre che incivili. Ma prevedibile, soprattutto, per il salto di qualità in basso, a livello di gestione, della Cittadella. Dove, ancora per un periodo del 2016 operava una sorta di tutore, paladino del parco, ovvero il titolare del bar. Che spesso interveniva per richiamare all’ordine i trasgressori e balordi di turno. Destituito dal suo incarico di “vigilante”, per decisione del Comune, si è passati all’affido dell’incarico gestionale di tutto il comprensorio verde ad una ditta di Osimo, che per qualche mese, assieme, ai compiti fondamentali di sorveglianza, si è fatta carico bene o male del resto: apertura alle ore 7-7,30 e chiusura 9,30-20 (periodo 1 novembre – 31 marzo), 7-7.30/ 20,30-21 dal 1 aprile al 31 ottobre) del grande portone dell’ingresso principale e di altre mansioni. La vera svolta in negativo è stata determinata con la decisione, adottata dal Comune il 5 gennaio scorso, con la quale – per risparmiare risorse pubbliche – si è bandita una gara gestionale al ribasso vinta dalla cooperativa Atlante. “Noi compiamo e compiremo fino in fondo i nostri doveri (il contratto scade il 4 aprile prossimo, ndr.)”, spiega un responsabile della coop.
Quali doveri? “Da febbraio rispettiamo gli orari di apertura e chiusura del portone, puliamo quotidianamente i servizi igienici e tre volte la settimana svuotiamo i cestini delle immondizie”. E la vigilanza? “Non è nostro compito. Del resto, anche volendo, mica possiamo elevare contravvenzioni, quelle spettano alla polizia municipale”. Già, la figura del vigile urbano… della serie “Chi l’ha visto” alla Cittadella. Sul punto della vigilanza, non certo secondario, a complicare le cose, una sorta di schizofrenia burocratica. In quanto, da un lato le condizioni dell’appalto Atlante, non la prevedono. Dall’altro, il “Disciplinare comunale – Servizio di apertura, chiusura e sorveglianza parchi” cittadini impone un “giro di controllo all’interno con l’obbligo di comunicazione immediata, in caso di anomalie tramite mail, alla Direzione Ambiente, Green Economy (Energie Rinnovabili), Verde Pubblico, Cimiteri”.
“Un conto sono i giri di controllo e la vigilanza, che, ripeto, non ci spettano – ribattono quelli della Atlante – un conto è se ci accorgiamo, di fatto, di comportamenti scorretti o danni. In quei casi segnaliamo tutto all’Ufficio Verde municipale. Se l’ufficio ha soldi a disposizione interviene subito, se no si limitano a portare via in magazzino, ad esempio, pezzi di arredi e strutture danneggiati”. Cosa che, come descritto sopra, non avviene certo in modo puntuale.
In conclusione, il degrado in corso alla Cittadella è da un lato una questione di soldi, pochi nelle casse municipali; dall’altro, soprattutto, “gli atti di vandalismo, e il più delle volte quasi di dispetto, contro la nostra gestione o in genere contro il bene pubblico che compiono i soliti ignoti”, spiegano alla Atlante.
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