di Marina Verdenelli
(Foto e video Giusy Marinelli)
Sentiti in ospedale i due operai rimasti feriti dal crollo del ponte in A14 (leggi l’articolo). La polizia, su delega della procura di Ancona, questa mattina ha ascoltato in pronto soccorso la versione dei due rumeni, dipendenti della Delabech. Stando a quanto emerge dalle indagini, i due operai avrebbero dato versioni non coincidenti, su quanto accaduto ieri, tra i caselli di Ancona sud e Loreto. Uno di loro avrebbe riferito che stavano raccogliendo l’attrezzatura di lavoro mentre l’altro che stavano controllando il posizionamento dei martinetti posti precedentemente al ponte. I due dipendenti sono ancora molto scossi dall’accaduto e non ricordano bene quanto successo. Intanto emerge che erano in quattro a lavorare al ponte: due sopra l’impalcatura, laterale, e due invece sopra il cavalcavia. I due operai si trovano ancora in ospedale e attendono di essere dimessi in giornata. In ospedale è arrivato anche l’ispettorato del lavoro che ha voluto sentirli.
La mattinata l’hanno trascorsa in una saletta di degenza del pronto soccorso. «Non ricordo niente – ha detto il 47enne O. E. – guardate come sono messo, come potrei ricordare qualcosa?». In piedi, vicino ad uno dei quattro letti, controllava il telefono e attendeva l’arrivo di un collega dell’azienda per cui lavora, per tornare a casa. Entro la giornata verrà dimesso, insieme al collega, I. F., 57 anni, con lui nella stessa stanza di degenza. Vogliono solo tornare a casa. Il 57enne scuoteva la testa. Anche lui faceva cenno di non ricordare nulla. Una mano alla fronte, disteso sul letto di ospedale. Ieri, ai primi soccorritori, avevano detto che avevano sentito mancare l’appoggio e cadere a terra (leggi l’articolo). Il 47enne ha il braccio fasciato. L’altro lamenta dolori alle costole. Ma stanno bene e l’ospedale ha firmato per le dimissioni dopo la notte passata in osservazione. Dai primi racconti è emerso che sono caduti almeno da sette metri di altezza. «Erano sull’impalcatura – riferisce un collega arrivato in pronto soccorso per riportarli a casa- c’erano risaliti dopo la pausa pranzo, per recuperare dei tubi e i martinetti posizionati per inserire degli appoggi antisismici. Un lavoro che era stato concluso almeno due ore prima».
Gli operai hanno riportato 30 giorni di prognosi, il più giovane, con una frattura ad un dito della mano e ad una costola sinistra e dieci giorni di prognosi invece per il più anziano al quale è stato diagnosticato un trauma cranico commotivo e la contusione alla spalla sinistra. «Li abbiamo tenuti in osservazione per sicurezza – spiega Aldo Salvi, primario del pronto soccorso – considerata l’entità del trauma con la caduta da sette metri di altezza». Il fascicolo aperto in procura per omicidio colposo plurimo è ancora a carico di ignoti (leggi l’articolo).
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