A febbraio del 2015, un mese dopo l’inaugurazione del suo negozio di Campocavallo, aveva già subito un maxi furto di 16 biciclette tecniche di alta gamma e mountain bike del valore commerciale di 40.000 euro. Nella foga di arraffare quanta più merce possibile, i ladri (mai identificati) avevano danneggiato altrettante bici gettandole a terra e devastato la vetrina. Dopo quel colpo, pur amareggiato, Michele Magnaterra, il titolare di ‘123 Pedalare’, si è rimboccato le maniche.
Ha rinforzato i sistemi di sicurezza passiva del punto vendita che ad Osimo è un’istituzione per i ciclisti professionisti e amatoriali, installando telecamere di ultima generazione, armando di inferriata una vetrina più solida, e attivando un antifurto con nebbiogeno. Nemmeno queste protezioni da bunker hanno fatto desistere i banditi che stanotte, tra le 3.45 e 4.45 hanno tentato nuovamente di sfondare la vetrata del negozio con una Lancia Ypsilon rubata nella zona e lanciata in retromarcia a tutta velocità.
“Se la loro azione è fallita è solo grazie al nebbiogeno dell’antifurto che ha reso invisibile tutto quello che era nel negozio mandando a vuoto il furto su commissione” racconta Magnaterra che stavolta è proprio arrabbiato. Le telecamere del negozio hanno ripreso intorno alle 3.45 un bandito con una torcia in mano che si muoveva come se stesse svolgendo un primo giro di perlustrazione.
Venti minuti dopo sono comparsi due individui in via Fratelli Ippoliti che hanno sistemato dei panelli ad uso pedana per superare il dislivello dello scalino e poi hanno lanciato la Ypsilon contro la vetrina a mo’ di ariete. L’attivazione dell’allarme e tutto il fumo che ha pervaso il negozio li ha messo in fuga così in fretta che hanno abbandonato sul posto sia l’auto rubata che le pedane, anche quelle razziate da qualche parte.
“Le telecamere – racconta ancora il negoziante che ha sporto denuncia dai carabinieri di Osimo- hanno ripreso due persone: una con il volto coperto da una maglietta bianca arrotolata, l’altra addirittura a volto scoperto, vestita con un giubbino di pelle e in jeans. Un abbigliamento strano perché di solito chi deve sfondare definitivamente una vetrata non del tutto spaccata indossa almeno gli anfibi. Il servizio di vigilanza è stato efficiente. Quando sono arrivato in negozio, ad allarme scattato, la pattuglia era già sul posto. Il fumogeno e l’inferriata mi hanno salvato ma mi sono comunque messo le mani nei capelli: i danni anche stavolta sono ingenti. E’ vero che sono coperto da assicurazione ma ci vorranno 15 giorni per risistemate il tutto. Non se ne può proprio più. Ho improntato tutti i mezzi che erano disponibili per proteggermi. Ci meravigliamo che in America sono tutti armati, ma lì almeno i furti non sono un reato che fa statistica”.
(m.p.c.)
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Massimo appoggio a Michele e Luca.