di Giampaolo Milzi
Fra tante polemiche sulla qualità della gestione comunale del Parco del Cardeto Cappuccini, loro si sono mossi in equipe e in punta di piedi, con la grande professionalità che li contraddistingue da quando sono “scesi in campo” col loro pollicione verde per attività di eco-valorizzazione in varie parti del territorio della provincia di Ancona. “Loro” sono gli operatori della società cooperativa “Hort”. La notizia, mai ufficializzata dall’Amministrazione comunale, è che dalla primavera scorsa sono riusciti, finalmente, a far fiorire di contenuti socio-ricreativi al Cardeto parte di un complesso edilizio (una specie di “u” divisa in tre parti), rimasto scatola vuota dall’ormai lontano 2009. E cioè da quando era stato ristrutturato, con fondi pubblici, per ospitare il Centro di educazione ambientale – Cea, nuovo anello dei vari Cea delle Marche (tra i quali quello di Falconara e di Castelfidardo).
l’ODISSEA DEL CEA E L’AFFIDAMENTO ALLA HORT
Per le solite lungaggini burocratiche, che hanno coinvolto i tre enti locali, dal 2009 si era arrivati all’estate del 2014, quando l’ente Provincia (fortemente ridimensionato per funzioni e dotazioni fondi dalla legislazione nazionale) si era deciso a chiamarsi fuori in modo formale dalla “impresa Cea”. Passando la patata bollente del complesso immobiliare “fantasma” al Comune di Ancona, proprietario. Nel dicembre 2014, l’annuncio di una svolta virtuosa in questa vicenda, da parte dell’assessore municipale alla Cultura, Paolo Marasca: «Quella del Cea era un’idea della Provincia, ora la questione cambia in parte e passa interamente nelle nostre mani». Cioè? «Il mio assessorato sta ragionando per nuova destinazione, un’ipotesi sempre fedele al tema ambientale: cioè un uso della struttura come centro capace di esaltare con iniziative pubbliche le grandi valenze ambientali e paesaggistiche del Parco del Cardeto-Cappuccini». Da qui la decisione di una gara pubblica per la gestione del centro con previsioni di apertura nella primavera 2015. Ma i tempi si sono ancora allungati, il Comune ha emesso il bando di manifestazione d’interesse solo nell’estate 2015, e tra i soggetti candidatisi ha scelto la cooperativa Hort. «Abbiamo potuto firmare la convenzione di gestione perché la nostra proposta rispetta le due condizioni principe imposte dal Comune: organizzare attività partecipate di educazione ambientale di tipo ricreativo; occuparci di parte della manutenzione del verde dell’area parco», spiega Luca Kogoy, presidente della Hort, nata come “spin off” dell’Università Politecnica delle Marche (Univpm), per fornire servizi in ambito agronomico e in ambiente naturale con finalità tecniche, ricreative e didattiche. Un esempio su tutti? Il famoso e frequentatissimo mega-labirinto di mais realizzato d’estate a Senigallia. I soci della Hort hanno quindi trasferito la loro sede dall’Univpm in un’ala del citato complesso immobiliare “ad u”, quella più vicina alla nuova Polveriera di Castelfidardo (gestita direttamente dal Comune, ma chiusa dal maggio 2016), nel cuore del parco, poco più in là, verso il ciglione delle rupi che danno sul mare, rispetto all’area abbandonata del “Percorso della memoria ebraica Chayim- Deposito del Tempo”.
LE INIZIATIVE DELLA COOPERATIVA, IL 16 APRILE SI INAUGURA LA NUOVA STAGIONE
Variegato e premiato dalla presenza di oltre 1000 persone, tra bambini, ragazzini e genitori, il paniere delle iniziative attuate dalla Hort dalla primavera 2016. Ecco quelle che hanno coinvolto le scuole d’infanzia, elementari e medie inferiori: giochi di vario tipo con animaletti finti, attività di “orientiring” con uso di mappe, un laboratorio dedicato al mare Adriatico in collaborazione con le scuole “Montessori”, la festa di fine anno scolastico delle “Piaget” con i bimbi che hanno piantato una quercia, passeggiate guidate nell’area dei due colli Cardeto e Cappuccini; e ancora, in autunno la Festa di Halloween, prima di Natale, un evento animato da attori vestiti da folletti e da una suggestiva Casa di Babbo Natale.
Iniziative limitate solo alle scuole? E poi, c’è l’impressione che il Comune non le abbia pubblicizzate abbastanza, o per nulla. «Vero, dovremmo far conoscere di più questa nuova realtà nel parco – ammette Kogoy – e lo faremo. In ogni caso abbiamo organizzato anche eventi aperti a tutti i cittadini, sempre nella primavera scorsa un percorso di “orientiring”, poi a giugno un party mascherato a tema horror di gran successo». Ed ora che la bella stagione è alla porte, la Hort sta avviando la sua seconda fase progettuale di attività: appuntamento il 16 aprile, la domenica di Pasqua (su prenotazione), riservato alla fascia d’eta 4 – 11anni, «ovvero personaggi mascherati che coinvolgeranno i presenti in una specie di divertente caccia nel verde a un uomo misterioso». In cantiere, oltre alla pratiche di “orientiring”, altri eventi giocosi, cacce al tesoro, giornate divulgative sulle eccellenze della flora della macchia mediterranea presente nel parco (partecipazione gratuita, o con una piccola quota di contributo).
L’ATTIVITÀ DI MANUTENZIONE AMBIENTALE
Altro capitolo, quello della manutenzione ambientale. In attesa che l’Ufficio Verde del Comune appronti un piano generale di collaborazione con il circolo di Legambientre “Il Pungitopo” per sfalci e tagli delle vegetazione oculati, tali da non pregiudicare la sopravvivenza di specie floreali protette, la Hort – convenzione municipale alla mano – sta già facendo la sua parte in ampie aree del parco: da un lato i larghi margini del percorso che inizia dal cancello d’entrata in cima a via Carducci e devia verso l’ex Polveriera di Castelfidardo e il cortile dell’edificio e porta anche al prato coi giochi fissi per i bambini; dall’altro, sui Cappuccini, l’itinerario che va dal belvedere Neruda fino alla zona del Vecchio Faro con la sua pinetina panoramica. «In queste fasce di territorio, oltre agli sfalci del verde quattro volte l’anno, effettuiamo anche la rimozione dei rifiuti una volta la settimana – spiega Kogoy -. Interventi concordati col Comune ed attuati con massima elasticità, nel senso che se c’è da pulire qualche spazio in più non ci tiriamo certo indietro».
IL GIALLO IRRISOLTO DELL’IMMOBILE “AD U” VICINO ALLA POLVERIERA
Per finire, il “giallo” della mancata utilizzazione di tutto l’immobile di forma “ad u”. Alla Hort spettano solo una delle tre ali, di circa 100 metri quadri, e lo spazio antistante. Quei tre vecchi plessi facevamo parte del vasto complesso delle “casermette” (di proprietà comunale) che si estende alle spalle della caserma Villarey sede della facoltà di Economia. Anch’essi in origine erano configurati come locali di servizio della vasta area militare dell’ottocentesca Villarey e probabilmente utilizzati come locali per lavorazione delle polveri da sparo. L’opera di ristrutturazione dei tre immobili era stata terminata 8 anni fa, frutto di un brillante mix di restauro conservativo e di riedificazione modernizzante. Attuata grazie a un finanziamento di almeno 600-700mila euro, una cifra raggiunta grazie a 400mila euro messi a disposizione dall’ente Provincia (con il contributo del Fondo europeo di sviluppo regionale) e 200-300mila euro stanziati dal Comune. In base a un accordo bilaterale, il Comune, proprietario del rinnovato corpo edilizio, firmò una convenzione d’uso di durata 40ennale a favore della Provincia che, appunto, doveva farne il nuovo fiore all’occhiello della sua rete di Cea, ovvero il Centro ambientale del Parco del Cardeto di Ancona. Dotandolo di arredi e strumentazioni. Così non è andata. Il “giallo” sta nel fatto che le istituzioni non hanno reso noti, ufficialmente, i motivi per cui sono tutt’ora esclusi dalla pubblica fruibilità e attività le altre due “fette della eco-torta”. Ufficiosamente, si sa che ci sarebbero ancora nodi burocratici da scogliere con l’ente Provincia, che uno dei tre plessi interesserebbe all’ente Regione. Molti forse, solo ipotesi. In attesa di notizie chiare dal Comune di Ancona.
Per informazioni: tel. 377/9874992 (Luca Kogoy)- www.hort.it – su Facebook “Hort Soc Coop”
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