Crollo del cavalcavia, la procura indaga anche sulla sicurezza del cantiere. Impalcature, abbligamento dei lavoratori, rispetto delle norme dell’antinfortunistica: gli operai stavano lavorando in piena sicurezza? E’ questa l’ultima domanda su cui si sta concentrando l’attenzione del pm Irene Bilotta. L’ipotesi infatti è che ci sarebbe un collegamento tra le misure di sicurezza adottate sul luogo di lavoro e il crollo del ponte lungo l’A14, una tragedia che giovedì scorso ha causato la morte dei coniugi Emidio Diomede e Antonella Viviani. Il crollo, secondo la ricostruzione della Polstrada, è stato dovuto ad uno sbilanciamento della struttura mentre era stata sollevata dai piloni per eseguire i lavori di adeguamento alla terza corsia dell’A14. Una dinamica che secondo la procura sarebbe la causa non di un singolo errore umano, ma piuttosto di una serie di sbagli. Tutte da accertare però le responsabilità: era sbagliato il progetto oppure è stato eseguito male? Non risultano ancora iscritti nel registro degli indagati nel fascicolo aperto per omicidio colposo plurimo. Il perito incaricato dalla magistratura, l’ingegner Luigino Dezi, sta proseguendo i rilievi sui due tronconi rimasti del viadotto 167, misurazioni senza spostare nulla o inquinare il sito del disastro.
Il caso intanto è al centro della polemica politica. Dopo la risposta del ministro Delrio al question time alla Camera avanzato dai deputati M5S Cecconi e Terzoni (leggi l’articolo), i pentastellati continuano il pressing presentando una interrogazione. «Il ministro Delrio faccia chiarezza sul rischio di subappalti selvaggi e sicurezza nelle opere pubbliche». L’interrogazione è stata depositata dalla deputata Donatella Agostinelli, al ministro delle Infrastrutture e Trasporto per avere spiegazioni sulla tragedia. «Secondo il procuratore di Ancona Elisabetta Melotti ed il pm titolare dell’inchiesta Irene Bilotta, nel cantiere lavoravano almeno due ditte “ma ce ne sono anche altre che stiamo cercando di individuare” – scrive Agostinelli nel testo dell’interrogazione -. Le due ditte, cui fanno riferimento i magistrati, sono la Delabech srl di Roma, alla quale i lavori sono stati affidati in subappalto per conto della Pavimental – società controllata di Autostrade per l’Italia, facente capo da Atlantis del Gruppo Benetton – ed il Gruppo Nori s.r.l. di Castelnuovo di Porto (Roma). La stessa Dalebech aveva eseguito analoghi lavori su altri cavalcavia della stessa tratta. L’amministratore unico di Dalebech è Riccardo Bernabò Silorata, tuttora direttore generale di “Impresa SPA” di Roma, società commissariata nel luglio 2013, già impegnata insieme alla BTP di Firenze negli “appalti della cricca” (G8 e 150 anni dell’Unità d’Italia)».
«Ho ritenuto doveroso – conclude Agostinelli – chiedere al ministro interrogato di eseguire gli atti ispettivi necessari ad accertare la liceità dell’affidamento in subappalto dei lavori alla Delabech da parte della Pavimental, per stabilire se ci siano state violazioni e/o elusioni della normativa in materia si sicurezza sul lavoro e di quella per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose negli appalti; di eseguire tutti gli accertamenti necessari a stabilire se vi fossero altre imprese subappaltatrici, oltre alla Delabech».
(Redazione CA)
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