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Giornate Fai di Primavera, 20 siti
da visitare nella provincia di Ancona

ARTE E STORIA- Il 25 e 26 marzo l’atteso evento nazionale. Ad accogliere i visitatori, nei quattordici Comuni coinvolti, ci saranno guide d'eccezione: piu' di cento volontari e quasi trecento “apprendisti ciceroni”, provenienti dai tanti Istituti scolastici di ogni ordine e grado

La squadra degli apprendisti ciceroni che accompagnerà i visitatori ad ammirare la bellezza di palazzo Hercolani Fava Simonetti a Osimo

Sono venti i siti, di cui due riservati agli aderenti Fai, che la Delegazione di Ancona, il 25 e 26 marzo prossimi, aprirà in occasione delle Giornate Fai di Primavera, l’atteso evento nazionale arrivato alla venticinquesima edizione. Ad accogliere i visitatori, nei quattordici Comuni coinvolti, ci saranno guide d’eccezione: piu’ di cento volontari e quasi trecento “apprendisti ciceroni”, provenienti dai tanti Istituti scolastici di ogni ordine e grado. Numeri importanti per l’edizione 2017 delle Giornate Fai di Primavera.

La pinacoteca Podesti di Ancona

“Ad Ancona sono previste due aperture in tandem. – si legge nella nota della delegazione anconetana del Fai-  Due luoghi speciali per importanza e storia. In Piazza Stracca sara’ possibile ammirare nuovamente in tutto il suo splendore neoclassico la Chiesa del Gesù (bene di proprieta’ del Seminario Vescovile di Ancona e gestito dal Fai). L’edificio infatti riaprira’ dopo un lungo periodo di lavori che hanno riguardato opere di risanamento degli intonaci e la pittura delle pareti con tinte naturali, sotto l‘alta sorveglianza della Soprintendenza delle Marche. Sara’ inoltre possibile ammirare l’opera di Sebastiano Conca dal titolo “Partenza di San Francesco Saverio per le Indie” ri collocata nell’altare in marmo recentemente restaurato. La Chiesa del Gesù venne edificata nel 1605. Nel 1743, l’architetto Luigi Vanvitelli, nella fase di ri-ammodernamento della città, voluta da papa Clemente XII, interviene anche su questo edificio. La facciata, con il suo andamento curvilineo, assume valenza urbanistica: segue infatti idealmente l’ansa del porto e amplia lo spazio della piazza Stracca. L’uso del mattone e della bianca pietra d’Istria creano efficaci contrasti pittorici e scenografici. L’interno è a croce latina, con la navata principale voltata  a botte con lunette. Presenta quattro cappelle laterali intercomunicanti tra loro. Davanti all’altare maggiore si puo’ ammirare la grande opera “Circoncisione” di Orazio Gentileschi”.

Il secondo luogo aperto ad Ancona, e molto vicina alla Chiesa del Gesu’, e’ la rinnovata Pinacoteca civica ‘Francesco Podesti’. “Gli apprendisti ciceroni propongono una passeggiata tra le opere d’arte in un contenitore d’eccellenza. – prosegue il comunicato stampa del Fai- Il complesso architettonico, aperto al pubblico dal mese di giugno 2016, si caratterizza per il recupero ardito, ma rispettoso della storia in uno straordinario connubio tra passato e futuro. Sarà bello percorrere gli spazi, scoprirne la sorpresa dell’architettura, leggere i segni della storia, apprezzare le meraviglie e i caratteri di alcuni capolavori esposti. Qui antico e contemporaneità si confrontano, si chiamano, si inseguono come una linea continua. Il rinascimentale palazzo Bosdari si appoggia su mura medioevali, scopre i resti di palazzo Bonomini e si unisce magicamente alle strutture trasparenti della nuova ala. Dialogano fra loro le “Maternità” di Podesti e Trubbiani, il prezioso quadretto di Crivelli con il libretto della Lai, le cui pagine, segnate dai fili, evocano destini possibili. All’ingresso, la tessitura ordinata di un muro medioevale porta i graffi della storia: non è sbarramento, ma invito alla scoperta. Lo spazio poi si fa di vetro, costruito dalla luce, percorso da un ascensore trasparente con i tiranti in acciaio”.

Portonovo

Due saranno i siti aperti solo per gli aderenti Fai nella provincia di Ancona, con possibilita’ di iscriversi in loco: la Torre De Bosis a Portonovo. “L’apertura dell’edificio ricade nelle celebrazioni per i 300 anni dalla sua costruzione – continua la nota-  con essa si vuole, perciò, valorizzare l’importanza del bene che è stato partecipe della storia di Ancona e della baia di Portonovo, il cui valore culturale è stato preservato grazie alla sensibilità della famiglia. Costruita nel 1716, nasce come Torre di guardia, con lo scopo di avvistare e prevenire i traffici dei contrabbandieri e le scorribande dei pirati barbareschi. La Torre nella seconda metà dell’Ottocento era in completo stato di abbandono. Dopo il 1860 il poeta Adolfo de Bosis la acquistò dalle autorità demaniali di Ancona e attualmente è ancora di proprietà degli eredi della figlia di Adolfo”.

Osimo

Il secondo sito aperto solo per gli aderenti Fai si trova invece a Osimo e si tratta di una villa di delizia: Villa Tuzi Gallo, un edificio di originale bellezza che risale all’Ottocento, “e che in occasione di importanti lavori di ristrutturazione, realizzati nei primi anni del Novecento, è stata rimodellata secondo i canoni stilistici del Liberty – spiega il comunicato Fai- Decorazioni floreali quali festoni, conchiglie, figure femminili, mascheroni, alleggeriscono i fronti e li rendono mossi ed articolati. Stemmi di famiglia, motti e copie di reperti archeologici conferiscono all’insieme un aspetto curioso tutto da scoprire. La Villa è inserita in un parco con piante secolari all’interno del quale si trova anche la Cappella di famiglia. Il tutto forma un insieme architettonico e paesaggistico armonico e concluso perfettamente inserito nella campagna osimana. E’ possibile visitare il complesso esibendo la tessera del FAI con possibilita’ di iscriversi al FAI direttamente in loco il giorno stesso. Un altro luogo speciale che verra’ aperto sempre a Osimo e che rappresenta un unicum per completezza di storia e architettura e’ Palazzo Hercolani Fava Simonetti. Gli apprendisti ciceroni guideranno i visitatori in un viaggio alla scoperta delle vicende di una grande e antica famiglia tutt’ora esistente: i Simonetti, una delle più antiche e nobili famiglie delle Marche, stabilitasi ad Osimo da Cingoli nella seconda metà del Cinquecento.  L’ impianto originario cinquecentesco del Palazzo a corte regolare subisce, nella seconda metà del Settecento, importanti modifiche con l’aggiunta di corpi di fabbrica e il ridisegno totale delle facciate. E’ uno dei pochi esempi di Palazzo nobiliare con annessi fabbricati, aventi destinazione ad opificio agricolo, depositi, officine e cantine, esistente all’interno del centro storico di una città.  Il Piano Nobile, con le sale in infilata, è caratterizzato da apparati decorativi tutti da scoprire. Una mostra fotografica, allestita nelle cantine, raccontera’ per immagini le varie attivita’ lavorative della Azienda Agraria Simonetti, riguardanti soprattutto le produzioni agricole che hanno connotato per lunghi secoli la storia della nostra regione”.

Senigallia

Le Giornate di primavera saranno l’occasione per scoprire a Senigallia, la nuova Piazza Garibaldi, detta anche Piazza del Duomo, che con i suoi edifici rievoca il periodo più splendido della Fiera franca, collocandosi al centro dell’ampliamento urbano voluta da Papa Lambertini a metà del ‘700. A seguito di un’importante ristrutturazione, avvenuta nel 2015 con l’abbattimento dei lecci, la piazza ha acquisito un nuovo aspetto che merita di essere visto. In prossimita’ della Piazza, al Museo d’Arte Moderna, Musinf, si terra’ la Mostra Fotografica di Ferruccio Ferroni, uno dei protagonisti del Gruppo Misa, vero storico ed archivista del sodalizio fotografico con Mario Giacomelli.

Sempre a Senigallia, sara’ possibile ammirare la Sala delle Medaglie a Palazzo Mastai Ferretti. L‘antica dimora dei Conti Mastai Ferretti, ora Museo Pio IX, ospita una nuova sala dedicata alle medaglie del suo lungo pontificato. Infatti, nel corso dei trentadue anni di regno, si manifestò una frenesia medaglistica di proporzioni tali che gli irrefrenabili entusiasmi suscitati dall’idea di un’Italia finalmente unita spiegano solo in parte. Forse è stato proprio il personaggio Pio IX il catalizzatore che ha dato vita a un fenomeno mai verificatosi nei pontificati precedenti.

A Ostra Vetere, verra’ aperta la Chiesa di Sant’Antonio al Borgo, solitamente non fruibile in quanto situata all’interno di una abitazione privata, fu fondata nei primi anni del secolo XVII da Giovanni Battista Peruzzi, familiare di papa Urbano VIII e abate di Santa Maria di Piazza, disce

Jesi

ndeva, per un ramo anconetano, dalla nota famiglia dei banchieri fiorentini del XIII secolo. Mentre a Ostra, verra’ aperto Palazzo Pericoli uno di più imponenti edifici gentilizi, che si affacciano sulla via principale del centro storico della citta’, ancora di proprieta’ della omonima famiglia. La sua costruzione risale al 1723, commissionato dal giurista urbinate Giuseppe Sanzi e dai suoi fratelli. Nell’androne di ingresso del Palazzo è collocata una lapide con questa iscrizione “D.O.M. Joseph Sanctius una cum Germanis FF Horatio et Carolo Sibi Suis Amicisque Hanc Domum A fundamentis erexit Anno Domini MDCCXXIII”.  Sara’ inoltre possibile visitare la Chiesa dei Santi Giuseppe e Filippo NeriE nel Refettorio delle Clarisse sara’ possibile visitare la Mostra fotografica dedicata ad Ostra dagli studenti della Scuola Secondaria di Primo Grado “A. Menchetti”: “L’occhio curioso dei ragazzi”.

A Barbara sara’ possibile entrare nella storia di un feudo medioevale attraverso la visita al CastelloA e alla Chiesa di Santa Barbara Sul finire del VI secolo il territorio di Barbara, il cui nome deriva dall’appellativo ‘barbara’ cioè ‘straniera’, ospitò un avamposto della popolazione barbarico-germanica dei Longobardi. Il complesso dell’ingresso bastionato al castello di Barbara e la chiesa comunale seicentesca dedicata alla Santa omonima, reinterpretati tramite una nuova analisi architettonico-filologica, possono costituire quindi la chiave di volta per la conoscenza e la valorizzazione di questo comune dell’entroterra collinare di Senigallia.Nel territorio di Barbara passava anticamente il percorso più breve che collegava le cittadine romane della valle del Misa. Una visita itinerante alla scoperta della storia della nostra regione !!

Fabriano

Mentre a Corinaldo, si potra’ ammirare Palazzo Brunari. Per il ceto patrizio, cui i Brunori appartengono, è essenziale la cura della propria residenza familiare. Il Palazzo è da sempre simbolo di ricchezza del casato, di prestigio e soprattutto del potere acquisito. Spiccano le decorazioni delle pareti e dei soffitti spesso a volta. Nate da un humus fatto di alto artigianato, di squisita fattura, di solido buon gusto e di geniale professionalità di pittori anonimi, queste decorazioni sono spesso una risultante sincretica di epoche e di umori, filtro ideale di lettura di un tempo esteso tra Sette e Ottocento. Animali favolosi e vegetali voluttuosi si alternano in simbologie suggestive all’interno delle sale. Una visita che stimola la curiosita’ !!

A Fabriano sara’ possibile ammirare il Museo diocesano di Fabriano-Matelica che rappresenta un importante scrigno di opere d’arte di carattere sacro. In occasione delle Giornate FAI rientrerà in sede una bellissima pala d’altare di Allegretto di Nuzi restaurata a cura della Soprintendenza ai Beni Artistici della Regione Marche. “Sempre a Fabriano – prosegue la npta del Fai-  la visita alla bellissima Pinacoteca civica sara’ una occasione per scoprire opere d’arte straordinarie tra cui numerose sculture in legno della scuola medievale Fabrianese con influssi giotteschi. Molto importante la collezione privata di arte moderna donata dalla famiglia Merloni in memoria della signora Ester Merloni. La Pinacoteca è situata nel bellissimo Ospedale medievale della Madonna del Buon Gesù del 1300. A Genga il Museo del Territorio inserito nel contesto dell’antichissimo Castrum Genghae, fondato dai Conti della Genga famiglia di origine longobarda, attraverso un percorso suggestivo tra storia, natura e spiritualità. Il Museo e’ utile per conoscere il profondo legame tra storia e natura, conserva la preziosa “Venere di Frasassi” del Paleolitico superiore e la Madonna con Bambino in marmo bianco attribuita alla scuola del Canova, realizzata per il tempio di Leone XII nella gola di Frasassi, in un percorso che va dalla Venere Paleolitica alla Vergine Neoclassica. Importante anche la presenza di una bellissima pala di Antonio da Fabriano della scuola pittorica fabrianese e oggetti sacri appartenenti al papa Leone XII di Genga, discendente dei Conti della Genga”.

Offagna

A Sassoferrato il Gruppo FAI di Fabriano aprira’ la Rocca Albornoz. Massiccia costruzione militare risalente al XIV Sec. fatta erigere per ordine del cardinale Egidio Albornoz, legato papale, e’ il simbolo della città di Sassoferrato sia per la sua imponente collocazione in posizione dominante, sia per la sua storia. La sua costruzione risale al 1365 per ordine del Cardinale Egidio Albornoz, legato papale, con il denaro ricavato dalla vendita dei beni confiscati alla famiglia degli Atti di Sassoferrato. Restaurata in diverse epoche, la Rocca costituiva un bastione difensivo di grande importanza per tutta la zona. Grazie agli ultimi restauri si possono ammirare i resti imponenti. Dalla sommità del parco “verde” che la circonda si può ammirare un vasto e suggestivo panorama. L’area circostante costituisce un luogo particolarmente idoneo per la quiete delle persone e per il divertimento dei bambini. Una visita sospesa tra storia e relax. Sempre a Sassoferrato sara’ possibile ammirare la Cheisa di San Michele Arcangelo, un piccolo gioiello, che testimonia la presenza dei Longobardi nell’alto medioevo nel territorio montano appenninico ed era un priorato benedettino della potentissima abbazia di Nonantola. La chiesa e’ conosciuta anche come Piccolo Teatro Perotti.

Il Gruppo FAI di Jesi ha organizzato a Jesi la visita alla Cartiera Albanesi in un percorso dal titolo “Carta incanta…tra archeologia industriale e professioni digitali future”. La Cartiera dell’industriale Alberto Albanesi ha rappresentato una delle ultime attività manifatturiere impiantate a Jesi. Il complesso nasceva nel 1937, occupando i locali di una filanda attiva dal 1873. Fra il 1933 al 1940 Alberto Albanesi acquisì gran parte delle filande disponibili in città. In seguito trasformò la filanda in una nuova ed efficiente cartiera. Intorno 1960, era ancora una delle aziende più importanti della città: produceva cartone e carta per imballaggio e lavorava carta riciclata. L’azienda chiuse i battenti intorno nel 1984. Dal 1999 l’edificio ospita la Scuola Internazionale di Comics, uno studio di Fumetto e Sceneggiatura con più di 2500 studenti in tutta Italia. Verrà allestita una mostra sull’antico insediamento industriale con un focus sulla lavorazione della carta. La Cartiera Albanesi e’ uno dei pochi esempi di Archeologia Industriale esistente a Jesi. Nelle vicinanze verrà anche aperta la antica chiesa di Santa Maria del Piano. Sempre a cura del Gruppo FAI di Jesi a Cupramontana: Le grotte del Convento di Santa Caterina con una esposizione temporanea di Incunaboli rari e Cinquecentine. Il complesso monastico di S. Caterina, recentemente ristrutturato, è stato costruito a inizio ‘700 dall’architetto Arcangelo Vici. Le strutture sotterranee (grotte) costituiscono un suggestivo labirinto di cunicoli scavati nell’arenaria e comunicano con i sotterranei del convento. In realtà sono pareti-fondamenta che con tutta probabilità inglobano alcune strutture precedenti alla costruzione del monastero. Qui avverrà l’esposizione temporanea di 80 preziose edizioni, di cui 35 Incunaboli (1472-1489) e 45 Cinquecentine (1490/1500), tra le quali l’edizione a stampa più antica (Sermnes quadrigemales de poenitentia) risale al 1472 ad opera del predicatore francescano Roberto Caracciolo. Una visita di straordinario interesse !!!

Manuela Francesca Panini, capo delegazione Fai di Ancona

Imperdibile la straordinaria apertura per la prima volta ad Arcevia di Palazzo Pianetti Mannelli con l’imponente facciata tardorinascimentale che si affaccia su Corso Mazzini. L’edificio venne fatto costruire da Flaminio Mannelli (1536-1606) nella seconda meta’ del 500. I conti Mannelli sono stati i protagonisti della vita politica cittadina di Rocca Contrada (antico nome di Arcevia) dal XIII al XVI sec.; l’ultima discendente, la contessa Susanna, sposò nel 1702 il Marchese Cardolo Maria Pianetti di Jesi, i cui eredi mantennero la proprietà fino al 1950, quando il palazzo venne venduto. Il piano nobile del palazzo, di proprietà della Regione Marche, si apre con un solenne salone di rappresentanza dove fa bella figura di se il grande camino. Nei saloni disposti secondo la classica infilata, si trovano interessanti dipinti del ‘700, opera del pittore arceviese Gaspare Ottaviani.

Ancona, Chiesa del Gesù

Ultima, ma non per il ridotto valore, anche l’apertura curata dal Gruppo Fai Giovani che propone un itinerario alla scoperta di Offagna e la sua Rocca. Il delizioso nucleo medioevale, che sorge sulle morbide colline tra Ancona e Osimo in una posizione panoramica e dominante, è stato definito uno dei Borghi più belli d’Italia. Il Simbolo di Offagna è la rocca, eretta fra il 1454 ed il 1456, che ha occupato da subito un posto di rilievo nella storia dell’architettura militare di transizione ricalcando la tematica fortificatoria del medioevo. Oggi la rocca, che si e’ conservata perfettamente nel tempo, ospita il Museo di Armi Antiche e contiene reperti che vanno dall’Età della Pietra fino all’epoca Napoleonica. Sbandieratori e tamburini animeranno la piazza del Maniero offrendo una immersione totale nelle antiche atmosfere medioevali. Una visita favolosa in un Borgo immerso nella storia e nelle tradizioni, in uno degli angoli più segreti e caratteristici della Riviera del Conero.

Ancona

Le Giornate di Primavera – commenta la capo Delegazione FAI Manuela Francesca Panini – sono un appuntamento chiave nella vita del Fai, un evento che richiede ai nostri volontari e agli Apprendisti Ciceroni, guide speciali e ai loro insegnanti, uno sforzo immane, ma proprio in questa occasione e con il loro lavoro disinteressato gli aderenti al Fai mostrano l’Italia migliore, l’Italia che ci piace e che sostiene il significato e il valore di una azione comune nella salvaguardia delle bellezze del nostro paese. Senza il sostanziale apporto della Scuola non sarebbe possibile raggiungere lo straordinario successo che ogni anno ci conferma la validita’ della iniziativa. Un sentito ringraziamento va quindi agli studenti, ai loro insegnanti e ai genitori che vengono coinvolti in questa azione culturale a 360 gradi. Questo anno e’ speciale. Infatti festeggiamo i 25 anni e da sempre questa manifestazione è un momento straordinario di amore vero per il nostro patrimonio che si traduce in un gesto di interesse per la nostra identità attraverso la cucitura di pezzi di vissuto collettivo si ricostruisce nella memoria il racconto della nostra storia millenaria”. Inoltre le GFP offrono ad enti, istituzioni e realtà anche molto diverse l’occasione di lavorare insieme per far crescere quella cultura partecipata che genera una ricaduta significativa anche a livello sociale perché diventa il ‘collante’ del volontariato culturale in questa epoca nella quale invece sembra prevalere l’individualismo e l’isolamento. Solo grazie all’accordo, all’organizzazione e al coordinamento fra tutti gli attori coinvolti è difficile raggiungere l’obiettivo dell’apertura di beni straordinari, ma solitamente chiusi, inaccessibili, dimenticati”.

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