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Crollo del ponte sull’A14:
decine di indagati
per omicidio e disastro colposo

ANCONA – Ci sono i primi nomi iscritti nel registro degli indagati. Alla prima ipotesi di reato si aggiunge il disastro. I presunti responsabili per la procura sarebbero diverse decine, ancora non sono stati raggiunti dagli avvisi di garanzia

Il ponte crollato in A14

di Federica Serfilippi

Crollo del ponte sull’A14, la procura indaga anche per disastro colposo. E stringe il cerchio attorno ai presunti responsabili della tragedia in cui hanno perso la vita i coniugi Diomede. Sarebbero decine le persone che presto potrebbero essere raggiunte da un avviso di garanzia e quindi essere indagate formalmente per il dramma consumatosi lo scorso 9 marzo tra i caselli di Loreto-Porto Recanati e di Ancona sud. Le notifiche non sono ancora partite, ma già la settima prossima la magistratura potrebbe inviare le prime comunicazioni ai diretti interessati. Per alcuni indagati l’ipotesi di reato sarà quella di omicidio colposo, per altri di disastro colposo. Una contestazione, quest’ultima, comparsa nel fascicolo di indagine solo in un secondo momento e a seguito degli accertamenti tecnici fatti eseguire dal pm Irene Bilotta, titolare dell’inchiesta. Alla base dell’iscrizione di questo tipo di reato c’è l’avvenimento di un evento catastrofico che in qualche modo ha provocato una situazione di grave pericolo per l’incolumità pubblica. Ma perché si è arrivati a quel punto? Una cosa sembra essere certa: i lavori di innalzamento del troncone del ponte 167 non erano uguali alle attività svolte per gli altri cavalcavia autostradali. Il ponte della morte, secondo le prime informazioni derivate dalla perizia dell’ingegnere Luigino Dezi, aveva una propria peculiarità e per questo sarebbero serviti accorgimenti diversi che forse avrebbero potuto evitare lo schianto. Sotto la lente della procura sono finiti centinaia di documenti, ancora sotto sequestro: dai progetti di ingegneria, redatti dalla Spea Engineering, ditta legata alla società Autostrade per l’Italia, all’esecuzione dei lavori di sopraelevamento (la Pavimental ha assegnato il subappalto alla Delabech), fino al monitoraggio della sicurezza all’interno dei cantieri e di tutta la catena che ha riguardato gli appalti. Su quest’ultimo aspetto sta lavorando l’ingegner Michele Pierri, altro consulente della procura. Con la spedizione degli avvisi di garanzia potrebbero scattare i primi incidenti probatori. Probabile vengano risentiti gli operai feriti (tre romeni) durante il crollo e i tecnici, tutti già ascoltati dagli investigatori e durante la Commissione d’indagine aperta in Senato. Intanto, l’avvocato Vincenzo Maccarone, legale della famiglia Diomede, ha pronta la richiesta risarcitoria da inviare ad alcune ditte coinvolte. In totale, le parti lese – tra figli, nipoti e altri parenti – sono 12.

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