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Studentato al Cardeto,
modificato il progetto
Il Comune dice sì

ANCONA – Passa a maggioranza la variante per la casa dello studente nel parco. L’Università ritocca volumetrie e aspetto. Non basta a convincere l’opposizione, che non vota

La nuova proposta di progetto architettonico del professore Gianluigi Mondaini su richiesta della Soprintendenza

di Emanuele Garofalo

Addio al fotovoltaico sul tetto e niente lucernario, la scala antincendio non sarà più esterna, la volumetria aumenta del 13%, i colori saranno meno sgargianti. Sono questi i ritocchi chiesti dalla Soprintendenza ai beni architettonici e apportati al progetto dello studentato nel Cardeto dall’Università. Aggiustamenti che ancora non convincono l’opposizione, che si è detta d’accordo con la casa dello studente nel parco, ma non con il progetto presentato. E dunque il voto è finito a maggioranza: 19 sì di Pd, Verdi, Udc e Ancona2020, astenuto il gruppo La Tua Ancona di D’Angelo, Gramazio e Finocchi, i consiglieri Sel Rubini e Crispiani, la consigliera M5S Gambacorta, contraria solo Diomedi (M5S) . Il progetto per l’ex deposito derrate alimentari da circa 10 milioni di euro per 59 posti letto su tre piani, arriverà il prossimo 28 aprile alla conferenza dei servizi con Regione e provveditorato alle opere pubbliche per essere presentato il 6 maggio al bando del Ministero dell’istruzione e ricerca per ottenere il cofinanziamento fino al 50%. Il voto in Consiglio era necessario come variante al piano particolareggiato di Cardeto e Cappuccini perché il progetto prevede un aumento delle volumetrie del 13%, in deroga a quanto previsto dal piano del parco. L’immobile del 1950 è di proprietà dell’Università. Approvati anche gli ordini del giorno collegati: quello di maggioranza che chiede all’Università di valutare una collaborazione con il Comune per la gestione della polveriera Castelfidardo e la cura di un sentiero interno al parco, oltre al testo del consigliere Fi Daniele Berardinelli che chiede di “mitigare l’impatto” della struttura con l’uso della vegetazione e di realizzare l’impianto fotovoltaico con soluzioni innovative che sfruttano gli infissi invece dei pannelli. La discussione in Consiglio non ha comunque ricomposto la divisione: per la maggioranza si tratta di un’occasione unica per il recupero dell’immobile e di tutta l’area del parco, per l’opposizione il progetto non è stato minimamente condiviso con il Comune e rischia di essere dannoso per il Cardeto. Da chiarire anche il punto del cancello di accesso: così com’è, rischia di chiudere fuori dal parco gli studenti. Dovrà essere spostato o dare una possibilità di accesso agli studenti nelle ore notturne. Continuano intanto ad arrivare reazioni al progetto. Dopo il coordinamento Cardeto Libero (leggi l’articolo), interviene il Comitato Stamira. “Il progetto di studentato che si vorrebbe realizzare in luogo dell’edificio dell’ex deposito derrate comportante un aumento di volume rispetto al già imponente edificio, più che sufficiente per alloggiare 25 posti letto, e presentato dal Comune debba essere accompagnato da prescrizioni e disposizioni progettuali” scrive il Comitato in una nota, chiedendo di “mantenere ed ampliare, e quindi certamente non ridurre, la fruizione pedonale pubblico del Parco; riguardo al progetto dello studentato riteniamo che sarebbe un danno inaccettabile per i diritti dei cittadini se i 2 ingressi al parco del Cardeto attuali che si trovano adiacenti l’ex deposito derrate venissero eliminati o ridotti; non sussiste alcun motivo per sottrarre alla pubblica accessibilità pedonale gli spazi immediatamente adiacenti la struttura che si verrà a realizzare e quindi riteniamo dovrebbe essere impegno dell’amministrazione comunale quello di tutelare questi accessi pedonali e la loro naturalità; riteniamo che non si possa derogare da questa necessità con lo stratagemma di spostare formalmente l’ingresso del Parco al di là dello studentato; di fatto sarebbe un danno grave arrecato ai cittadini. All’interno dell’intero parco – continua il comitato Stamira – sia vietato l’accesso dei veicoli a motore, se non per ragioni di sicurezza o servizio pubblico; per quanto riguarda lo spostamento del confine del parco vale ovviamente quanto da noi affermato al punto precedente. Le luci dell’edificio siano limitate a quelle strettamente necessarie, di bassa intensità e schermate verso l’alto al fine di contrastare l’inquinamento luminoso e rendere visibile il cielo stellato”.

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