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Crollo del ponte in A14:
indagati i dirigenti
di Autostrade, Pavimental e Delabech

ANCONA – Quarantuno indagati a vario titolo per disastro colposo, ci sono l’amministratore delegato Pavimental Franco Tolentino, il responsabile delle gare d’appalto di società Autostrade Francesco Paolo Calabria, il co-direttore generale Roberto Tomasi e uno degli operai. Nuovo quesito del pm Irene Bilotta: il massimo ribasso nell'appalto ha avuto effetti sulla sicurezza del cantiere?

 

 

Il sopralluogo al ponte (Foto Giusy Marinelli)

 

Il ponte crollato in A14

 

di Federica Serfilippi

Ingegneri, tecnici, funzionari, progettisti e ispettori di cantiere. Ci sono quasi tutti i ruoli nell’elenco dei 41 indagati per il crollo del ponte 167 dell’A14 che lo scorso 9 marzo è costato la vita ai coniugi Emidio e Antonella Diomede. Quattro le ditte coinvolte nel procedimento avviato dal pm Irene Bilotta: Autostrade per l’Italia, Pavimental, Delabech e Spea Engenering. Trentasette, invece, le persone fisiche che hanno ricevuto la notifica dell’atto irripetibile per l’accertamento tecnico sui resti del cavalcavia. Per Autostrade sono stati chiamati in causa: Giovanni Scotto Lavina, Guido Santini (ingegneri responsabili unici del procedimento), Francesco Paolo Calabria (della direzione legale), Roberto Tomasi (co-direttore generale Nuove Opere), Sergio Paglione (responsabile area lavori lotto in questione) e Gianni Marrone (direttore tronco Pescara).

Per la Pavimental: Franco Tolentino (amministratore delegato), Alberto Di Bartolomeo (responsabile risanamenti acustici), Alfredo Cullaciati (direttore tecnico infrastrutture centro sud), Vittorio Banella, Mauro Martinelli (direttore tecnico manutenzione), Tommaso Scioscia Santoro (responsabile sicurezza), Luca Latini, Andrea Cosci, Luca Massara, Giovanni Gallo, Rodolfo De Vecchis, Gennaro Di Lorenzo e Pierpaolo Cappelletti. Quanto alla Spea, società progettatrice dei lavori, nell’elenco sono finiti i nomi di: Raffaele Ricco (coordinatore sicurezza), Giuseppe Giambalvo (progettista lotto completamento), Francesco Morabito (del comparto direzione lavori), Pasquale Petruzzelli (ispettore di cantiere), Antonio Pedna (coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione), Francesco D’Alterio (coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione) e l’ingegnere Alberto Selleri. Tra i nomi della Delabech, ditta esecutrice dei lavori di innalzamento del cavalcavia, ci sono quelli di Riccardo Bernabò Silorata (amministratore unico), Vitantonio Sepe (vice), Stefano Lazzerini, Luigi Ferretti, Pietro Rocchi, Nicola Chieti, Roberto Marnetto e Giovanni Proietti. Coinvolto anche un operaio e Mauro Coletta, direttore dell’Istituto di vigilanza sulle concessioni autostradali. Al conferimento dell’incarico ha partecipato anche Vincenzo Maccarone, avvocato della famiglia Diomede. I reati ipotizzati dal pm sono il disastro colposo, la cooperazione colposa in omicidio, le lesioni colpose ai danni dei tre operai romeni rimasti feriti, lesioni gravi commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro. L’udienza di oggi è durata quasi 4 ore.

La folla degli avvocati difensori e dei consulenti di parte stamattina in tribunale per l’udienza che ha stabilito una nuova perizia su quanto resta del cavalcavia 167

A partecipare, oltre al magistrato, i legali degli indagati e i loro consulenti. In totale, una cinquantina di persone. In un’aula a porte chiuse, il pm ha formulato i quesiti su cui dovranno lavorare i periti durante l’approfondimento tecnico (leggi l’articolo). Da quanto si è appreso, serviranno degli accertamenti sui progetti, sulle modalità esecutive, se ci sono state mancanze dal punto di vista della sicurezza del cantiere e se tutte le norme sono state rispettate durante i lavori. Inoltre, verrà anche accertato se un ipotetico risparmio sui costi di lavorazione (un aspetto tutto da verificare) abbia potuto abbassare i limiti standard delle norme di sicurezza all’interno del cantiere. Tante le opposizioni presentate dalle difese. Tra queste, il fatto che – secondo loro – i quesiti vadano oltre i limiti previsti dall’atto irripetibile. Qualcuno ha proposto la necessità di un incidente probatorio svolto davanti al giudice. Contestata anche la scelta da parte della procura di utilizzare per la perizia gli stessi consulenti che, stando a quanto detto dagli avvocati, avrebbero partecipato alle testimonianze rilasciate da qualche coinvolto nella vicenda. Va precisato che per qualcuno degli indagati, l’iscrizione è solamente un atto dovuto.

Il sopralluogo per l’atto irripetibile disposto dal pm Irene Bilotta (Foto Giusy Marinelli)

Il crollo del ponte in A14 (foto d’archivio)

 

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