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Tenta suicidio a 13 anni
per giocare a Blue Whale,
ricoverata al Salesi

ANCONA – La minorenne è arrivata in eliambulanza all'ospedale materno infantile. Secondo le prime indagini avrebbe partecipato al gioco della "balena blu" diffuso tramite i social network. Un fenomeno che istiga gli adolescenti a togliersi la vita seguendo determinate regole

L’ospedale materno infantile Salesi di Ancona

 

di Federica Serfilippi

Aveva completato tutte le fasi del gioco ed era pronta a gettarsi dall’ottavo piano di un palazzo, il più alto della sua città. Ad una ragazza tredicenne residente nel Pescarese ed ora ricoverata al Salesi sarebbe mancato solo il salto nel vuoto per finire il percorso del Blue Whale, la sfida online che in Russia, secondo le stime, ha portato al suicidio circa 150 adolescenti. Il gioco la stava per inghiottire, ma i genitori, ieri pomeriggio, l’hanno fermata prima che potesse accadere l’inevitabile. A portarla d’urgenza ad Ancona è stato un elicottero partito da Pescara. Una volta atterrato, c’è stato il trasferimento nel reparto di Neuropsichiatria Infantile dell’ospedaletto, dove è tenuta sotto osservazione. Se fosse arrivata al suicidio, sarebbe stato il secondo caso di morte in Italia potenzialmente collegabile al Blue Whale. A marzo era stato un 15enne livornese a perdere la vita dopo essersi lanciato nel vuoto dal tetto di un edificio. Sembra che la minore avesse iniziato ad interfacciarsi con il gioco online due mesi fa. Giorno dopo giorno, avrebbe seguito tutte le indicazioni fornite da una sorta di tutor, fino ad arrivare ad una manipolazione completa della mente. È previsto il superamento di 50 prove: dal guardare una maratona di horror nel cuore della notte, allo stare appoggiati in bilico su un ponte, al camminare sui binari della ferrovia, fino all’incidersi dei tagli su tutto il corpo, compresa una balena, l’animale da cui prende il nome la follia diffusasi tramite un social network russo. «Saltate da un edificio alto. Prendetevi la vostra vita» è il senso del 50esimo comandamento. Sarebbero state delle ferite sospette alle braccia e il cambiamento radicale della minore ad allarmare le sue compagne di classe. Sono state loro, preoccupate, ad avvisare i genitori della ragazza. Sono riusciti ad intervenire in tempo, prima che l’ultimo ordine venisse eseguito alla lettera. È probabile che la vicenda possa avere degli strascichi. Non è escluso che parta un’indagine per capire chi, dietro lo schermo di un computer, possa aver inviato l’elenco delle sfide alla minore. C’è anche da valutare come la ragazzina sia entrata nel meccanismo del macabro gioco. È stata adescata da qualcuno oppure è entrata in contatto con l’interfaccia tramite qualche gruppo legato al Blue Whale? E ancora: si tratta di un caso isolato, oppure di un rischio che sta diffondendosi a macchia d’olio?

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