Non è chiuso il centro Caritas di San Marco. Ha soltanto sospeso la distribuzione del pane e di altri generi alimentari in attesa di definire la sua posizione giuridica. Nel corso dell’ispezione effettuata la scorsa settimana dai carabinieri del Nas di Ancona non è stata infatti riscontrata alcuna irregolarità di natura igienico-sanitaria nel locale di via Matteotti (leggi l’articolo). La stanza è adibita dal 2014 a centro di distribuzione alimenti dai volontari della Parrocchia di San Marco Evangelista con i sacerdoti padre Jacques e padre Cleophas.
Dopo l’esposto inviato dalla consigliera di minoranza Maria Grazia Mariani (gruppo misto), i militari comandati dal capitano Sandro Sborgia durante il sopralluogo hanno verificato che il locale era pulito e per l’attività svolta non necessitava neppure della presenza di una toilette. Erano in regola anche i documenti sulla rintracciabilità della filiera produttiva del cibo, a partire dall’azienda che aveva donato pane e brioches. Non sono state, pertanto, elevate multe né sono stati sequestrati alimenti perché trovati tutti in buono stato di conservazione.
I militari del nucleo antisofisticazioni, stanno piuttosto cercando di capire se sotto il profilo amministrativo il centro Caritas di San Marco è registrato ufficialmente come onlus a se’ stante o è semplicemente una ‘dependance’ della Caritas diocesana che opera nei locali dell’episcopio di Piazza Duomo. In dettaglio non è irrilevante perché dal settembre 2016 con l’entrata in vigore delle norma attuativa della legge 2003 del ‘Buon samaritano’ solo le associazioni no profit con fini di solidarietà sociale possono distribuire il cibo invenduto e donato, dopo una semplice comunicazione di avvio dell’attività al Comune. La legge del 2016 ha infatti reso più facile per gli esercizi pubblici la donazione di derrate alimentari nell’ottica del recupero delle eccedenze alimentari e per le associazioni senza fini di lucro la successiva distribuzione.
Negozi e aziende produttrici del settore alimentari possono, infatti, regalare i propri prodotti solo alle onlus che poi si organizzano per cederli senza compensi a famiglie e soggetti in difficoltà economica. La nuova legge ha semplificato tutta la burocrazia che accompagnava le disposizioni normative precedenti proprio con la finalità di incentivare il recupero del cibo in un’ottica di risparmio degli sprechi alimentari. Ha previsto addirittura la possibilità della riduzione della tassa sui rifiuti per gli esercenti o i ristoratori più virtuosi. Fatti salvi i requisiti base per la salvaguardia della salute pubblica, la disciplina che regola la somministrazione di cibo in vendita nei locali e negli esercizi pubblici è, insomma, un po’ diversa da quella che stabilisce le modalità di ridistribuzione del cibo donato per solidarietà.
Osimo è da sempre una città multietnica e solidale. La Caritas diocesana in collaborazione con i Minori conventuali del convento di San Giuseppe da Copertino da anni organizza periodicamente, non solo durante le festività natalizie, pranzi per le famiglie meno abbienti e nello stesso quartiere di San Marco opera da 7 anni la Mensa del Povero gestita dall’associazione L’Accoglienza nel centro sociale di via Soglia. Questa onlus, sostenuta con donazioni da tanti privati, ogni giorno mette a tavola anche 40 commensali, e offre un pasto completo non solo a stranieri, ma anche a famiglie monoreddito, ad anziani e a padri separati o disoccupati.
(m.p.c.)
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Chi ha fatto questa foto domenica . Io ero alla messa e il mio vecchio motorino scarabeo è stato fotografato senza dare il suo consenso . Dopo tutti i miei commenti , anche la mia moto ci va di mezzo !!! ???