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Il “Giorno del Ricordo” in Consiglio
con l’esule Matteo Piccini

REGIONE - Celebrazione in aula con una seduta aperta delle vittime istriane e giuliano-dalmata. Lucida e toccante la testimonianza dell'esule dell’isola di Lussino. Mastrovincenzo: "Mai più silenzio". Intervenuto anche il presidente del Comitato provinciale dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Franco Rismondo

Gli interventi al Consiglio aperto di stamattina

Stamattina in Consiglio regionale si è celebrato con una seduta aperta il Giorno del Ricordo (che ricorre il 10 febbraio di ogni anno, a partire dalla sua istituzione, avvenuta con legge statale nel 2004 e con legge regionale, nelle Marche, dal 2012) per ricordare le vittime e gli esuli istriani e giuliano-dalmati. .“Su quei feroci crimini, occorre ricordare i fatti, come risarcimento alle vittime di allora e fare in modo che queste celebrazioni siano un dovere civile per evitare oggi altri silenzi su eccidi e stragi” – queste le parole pronunciate in apertura dal presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo. Hanno assistito alla seduta gli alunni dell’Istituto tecnico “Volterra – Elia” e del Liceo artistico “Mannucci” di Ancona. Il banner celebrativo è stato realizzato dai ragazzi del Liceo artistico di Fabriano.  Nell’intervento del presidente del Comitato provinciale dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Franco Rismondo, la preoccupazione per una “ignoranza purtroppo diffusa sull’argomento”. “L’auspicio – ha affermato Rismondo – “è che la Regione possa andare incontro all’esigenza di conoscere maggiormente l’argomento e che l’Ufficio scolastico regionale sia sempre più coinvolto nell’opera di diffusione delle informazioni per ricordare la vicenda storica”. Lucida e toccante la testimonianza di Matteo Piccini, esule dell’isola di Lussino, che come tanti altri esuli istriani, dalmati e giuliani patì le vicende di quel periodo. Attraverso l’ausilio di alcune slides, Piccini ha ricostruito la storia della sua famiglia (comune a quella di molte altre) costretta a fuggire dall’isola natia verso Trieste e, successivamente, verso Ancona. “La mente elimina gli elementi che sono nocivi ad una serena esistenza – ha affermato Piccini – ma il ricordo e l’esperienza aiutano, anche le nuove generazioni, a crescere e a formare la personalità di ognuno di noi”. “La mancanza di libertà e democrazia – ha concluso – creano tragedie e drammi come questi che oggi ricordiamo”.

“L’omicidio del libero pensiero è quello che vuole negare che tutte le vittime dei regimi e di soprusi meritino rispetto e memoria”. La vicepresidente del Consiglio regionale, Marzia Malaigia, invita a ricordare con la stessa dignità le vittime delle dittature che hanno prodotto, nei secoli, soltanto morte e immensi drammi personali. “Non c’è peggiore indifferenza che il tentativo dell’oblio” – ha aggiunto infine la Malaigia, passando la parola ai ragazzi del Liceo artistico “Mannucci”. La tragedia dell’esodo rivive in Aula attraverso alcuni passi del testo del cantautore e scrittore Simone Cristicchi “Magazzino 18”, una piece teatrale di successo che è divenuta anche un libro, entrambi strumenti per ricordare. “Una delle pagine della storia italiana meno conosciute – ha affermato nelle conclusioni il presidente della Giunta regionale, Luca Ceriscioli – e per questo a rischio di essere dimenticate”. “Lasciando queste vicende al destino dell’oblio – ha detto Ceriscioli – faremmo un secondo torto alle tante persone che hanno vissuto il dramma delle foibe e dell’esodo”. La seduta è al momento sospesa per consentire la riunione della prima Commissione Affari istituzionali.

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