Il partito regionale delle Marche fa un appello trasversale all’unita in attesa dell’assemblea nazionale che domani deciderà le sorti del partito. Hanno siglato l’appello coloro che sono stati i protagonisti, da posizioni distanti, dell’ultimo congresso regionale e nazionale: il segretario Francesco Comi, i vicesegretari Luca Fioretti e Valerio Lucciarini, il presidente del Partito Stefano Stracci, il governatore della Regione Luca Ceriscioli.
«Stiamo vivendo una fase difficilissima della vita del Pd e siamo molto preoccupati – scrivono – Tutti insieme abbiamo faticosamente e coraggiosamente costruito il Partito Democratico e restituito speranza e fiducia a tanti cittadini. La scissione sarebbe un atto incomprensibile e dobbiamo scongiurarla.
È compito di ciascuno fare il massimo sforzo per salvare il futuro del Partito Democratico.
Le proposte di mediazione imperniate su un confronto programmatico che ci consenta di ridefinire il profilo politico e valoriale del nostro Partito, sul congresso da tenersi nel mese di maggio e sul leale sostegno al governo Gentiloni, rappresentano un importante passo in avanti che non possiamo permetterci di sprecare.
Ci auguriamo che tutti coloro che hanno a cuore il futuro del paese, la buona politica, la nostra storia, le tante battaglie fatte e vinte insieme raccolga queste mediazioni e concorra nella ricerca dell’unità del partito».
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Il rischio scissione nel PD -ha scritto ieri Miche Serra- dipende dalla “morte della politica intesa come comprensibile e appassionante tentativo di interpretare la realtà e di modificarla. Politica diventata troppo ostica e troppo diversa da quello che era stato per i nostri padri, fonte di passione e di sacrificio, di errori magari tremendi ma quasi mai dettati da calcoli personali.”
Poi, certo, lo scontro non manca. Ma le trame sfuggono. Trame che appartengono solo agli attori. Mentre gli spettatori paganti -quelli che saldano conti salati ogni giorno per la crisi infinita, il lavoro che manca, la sanità che non funziona e i servizi pubblici tagliati- tenuti sempre più ai margini. Esclusi.
Il finale deve però essere ancora scritto.
E quella luce che s’intravvede là in fondo lascia sperare in un’esito diverso, forse interessante.
E’ il risultato dell’ultimo referendum a dimostrare che ripartire è possibile.
C’è attesa, aspettative da non deludere e residui di disponibilità da non mortificare.
Da non disperdere.