di Agnese Carnevali
(foto Giusy Marinelli)
Non chiamatelo gay pride, ma una “festa dell’amore, nel Paese più carico d’odio”. Così gli organizzatori di “Love is Love” hanno spiegato il colorato corteo che a partire dalle 17 ha animato le vie del centro fino al parco del Cardeto. Mentre in tutta Italia nel fine settimana si sono celebrati i gay pride, Ancona ha scelto di allargare la formula per una più ampia celebrazione dei diritti civili. “In questo momento, più di ogni altra cosa in Italia, c’è bisogno di celebrare l’amore, perché oggi siamo il Paese più carico d’odio” spiegano i promotori dell’iniziativa, Silvana Pazzagli per il Centro Sociale Asilo Politico, Giovanni Purpura per Arci Ancona e Maria Strozzillo per il gruppo solidale Love is Love. Bandiere arcobaleno e pistole ad acqua per dissacrare la violenza, la partenza sulle note dei Queen,
circa cinquecento persone hanno sfilato partendo da piazza Cavour fino a piazza della Repubblica, passando lungo corso Garibaldi, poi corso Mazzini, piazza del Papa fino alla Facoltà di Economia di Villarey e da qui al parco del Cardeto con ritrovo finale al faro. Tra i partecipanti anche il consigliere regionale M5S Gianni Maggi e il consigliere comunale di Altra Idea di Città Francesco Rubini, oltre ai rappresentanti di Libera e Cgil che avevano già anticipato la loro adesione all’iniziativa. In disparte alcuni rappresentanti del Popolo della Famiglia, ad assistere allo svolgimento del corteo di cui sono stati fortemente critici. Tanti i giovani, numerose anche le famiglie e tra di loro anche alcune famiglie “arcobaleno”, formate da genitori dello stesso sesso. Tra di loro anche Emanuele e Nicola, coppia di Jesi sposata in Canada nel 2014, papà di due figli per gestazione surrogata.
“Ci sembrava giusto essere qui per partecipare, per dimostrare che anche il nostro è amore” hanno commentato Emanuele e Nicola. Nessuna contestazione e clima goliardico, senza le provocazioni che hanno reso famosi i pride, la polemica è soprattutto con il ministro alla famiglia Fontana, ricordato ironicamente nello slogan di apertura del corteo “Una Fontana di amore”. Unico affondo al ministro Salvini, definito “nemico della solidarietà” in un cartello. “Contro natura il formaggio coi moscioli, non noi” alcuni dei motti sarcastici mostrati dai manifestanti. “Prima cosa che mi viene in mente è dire grazie. È il primo luglio fa caldo ma vedervi qui tutti diversi ci riempie cuore di gioia – hanno dichiarato gli organizzatori dal microfono in avvio di corteo -. L’unica richiesta è che ognuno guardasse la persona che è al suo fianco. Al di là che sia uomo o donna, etero omo, bisex, vegetariano o carnivoro, bianco o nero, lo guardi solo per quello che è: una persona.” “Il senso della manifestazione – ha aggiunto Silvana Pazzagli – è mettere al centro della città di Ancona e di tutte le Marche la questione dei diritti civili. Perché ciascuno deve poter autodeterminarsi al di là degli standard che la società cerca di imporci. In questo momento di diritti negati da parte del governo è importante uscire allo scoperto e schierarsi”. “La manifestazione di Ancona si inserisce nella scia dei pride, ma il nostro non vuole essere solo un pride come gli altri dove si rivendicano i diritti civili, ma vuole essere anche una festa per celebrare l’amore, perché in Italia ormai amare è diventato fuori moda, siamo il Paese più carico d’odio, noi vogliamo celebrare l’amore ed i diritti” ha concluso Giovanni Purpura per l’Arci.
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