facebook rss

«Il piano sanitario? Un grande inganno.
Mancano risorse e personale,
Acquaroli e Saltamartini come Napoleone»

POLITICA - Il referente regionale dei dem per la Sanità Claudio Maria Maffei contesta le scelte dell'esecutivo: «Fanno promesse che sanno essere irrealizzabili. Già oggi le sale operatorie funzionano al 60% e i Pronto soccorso sono in difficoltà e vogliono aumentarli di numero». Dure anche le critiche di Maurizio Mangialardi e Romano Carancini: «Irricevibile, inemendabile, sbagliato nel metodo, nella forma e nei contenuti»

claudio-maffei

Claudio Maria Maffei

Il piano sanitario della Regione Marche resta al centro dell’attenzione, politica e dell’opinione pubblica per gli evidenti riflessi sui cittadini. L’opposizione , di centrosinistra, manifesta una lunga serie di perplessità. A parlarne è Claudio Maria Maffei, coordinatore del tavolo tecnico sulla sanità del Pd delle Marche: «Preferisco – è la premessa di Maffei – non dare giudizi politici sul Piano, ma aiutare da tecnico i cittadini a farsene una idea propria cercando di tirare fuori dalle 500 pagine del Piano gli elementi che lo caratterizzano. 500 pagine scritte per confondere, quando i cittadini hanno bisogno invece di chiarezza».

Il primo elemento che secondo voi va evidenziato? «Direi che il primo elemento da sottolineare è che il Piano è scritto come se le risorse e il personale non fossero un problema. E quindi la Giunta si sente legittimata a promettere letteralmente tutto a tutti. Ma noi sappiamo che è da irresponsabili fare così. Un Piano non è un programma elettorale. Non può essere fatto da promesse, ma di impegni che si possono, anzi si debbono, onorare».

Nel dettaglio quali sarebbero le promesse irrealizzabili? «Cominciamo dal discorso delle risorse limitate. Si sa che le risorse della sanità sono poche oggi e che non saranno molte di più in futuro perché il Governo Meloni sulla sanità non investe. Sappiamo anche che rimarrà il tetto di spesa del personale. Questi due punti sono fondamentali: le Marche debbono e dovranno rimanere sia entro il proprio finanziamento complessivo per la sanità che dentro il tetto previsto per la spesa del personale. La Giunta fa finta di niente, ma noi sappiamo che già l’anno scorso, il 2022, le Marche non hanno speso tutto quello che teoricamente potevano per il personale per non sforare la spesa complessiva. Ben 80 milioni di possibile spesa per il personale sono andati in fumo nel 2022 in questo modo (come si vede nella Tabella 1). Saltamartini parla di un finanziamento aumentato per la nostra sanità come premio per la qualità della nostra sanità che il Ministero considererebbe la terza migliore d’Italia. Non solo il premio non esiste (è solo una quota decisa sul piano politico tant’è che l’Umbria ha preso molto più di noi come si vede nella Tabella 2), ma la classifica di terza migliore sanità ci viene dai dati del 2018 quando governava il centrosinistra (come si vede nella Tabella 3). Tornando al Piano, un Piano che in un quadro di risorse limitato promette tutto a tutti quando cittadini e operatori sperimentano ogni giorno problemi di ogni tipo è una operazione inaccettabile».

sanita_Marche-Francesco_Acquaroli-Filippo_Saltamartini

Il governatore Francesco Acquaroli e il vicepresidente Filippo Saltamartini

Siete scettici anche sul fronte delle risorse umane necessarie alla realizzazione del piano. « Per come è scritto il Piano richiede almeno mille infermieri in più, mentre ieri Saltamartini nel suo profilo Facebook ha scritto che le Aziende nel prossimo triennio ne potranno assumere 43 (quarantatre).Dato che ha confermato a Cronache Maceratesi parlando della assunzione dei primi 47 infermieri sulla base del piano di fabbisogno triennale e annuale di personale delle Aziende ». Servizi territoriali, cosa non vi convince? «Il Piano riprende per intero il Piano Regionale della Prevenzione 2020-2025 senza però dargli risorse, rendendolo di fatto irrealizzabile. Sui servizi distrettuali il Piano elenca tutto ciò che intende migliorare (dalla salute della popolazione anziana, demenze comprese, ai consultori, alla salute mentale e alla neuropsichiatria infantile, alle disabilità, alle dipendenze patologiche, alle cure palliative, alle malattie rare e a quelle croniche) senza prendersi però anche in questo caso nessun impegno. Nessuno, ma proprio nessuno. Un impegno è un dato con una data: farò questo entro questa data. Se si legge il Piano con attenzione impegni precisi su questi temi non se ne trovano mai».

Il fronte degli ospedali, il vostro giudizio? «Sugli ospedali invece gli impegni sono chiari in linea di principio, ma confusi nei dettagli. Facciamoci aiutare da qualche numero. Nelle Marche oggi ci sono 19 ospedali (considerando quello di Osimo e l’Inrca di Ancona come una unica struttura), di cui 14 hanno un Pronto Soccorso e 16 hanno un blocco operatorio funzionante. Tutti gli ospedali (ma proprio tutti, da quello di Torrette a quelli più piccoli) sono in grave sofferenza come testimoniato ad esempio da un sottoutilizzo dei blocchi operatori, che stanno lavorando se va bene al 60% delle loro potenzialità, e da una crisi dei Pronto Soccorso costretti a lavorare sotto organico ricorrendo all’utilizzo di medici a gettone (che vengono usati ad esempio anche per le troppe pediatrie)».

La conseguenza? «Una sofferenza degli ospedali che si traduce in liste di attesa interminabili per esami, visite e interventi, in tempi di attesa lunghi ai Pronto Soccorso e in una fuga dei professionisti nel privato. In una situazione come questa non solo il Piano mantiene sulla carta per intero la attuale rete ospedaliera, ma apre o riapre due blocchi operatori e apre sei nuovi Pronto Soccorso (di cui tre “veri” e tre “inventati” perché si tratta di Pronto Soccorso in Ospedali di Comunità). Tutte promesse impossibili da mantenere sia perché mancano le risorse sia perchè sono contro la normativa. In questo modo gli ospedali funzioneranno sempre peggio. Quelli piccoli deluderanno chi si aspettava un loro potenziamento e quelli più grandi perderanno sempre più attrattività sia nei confronti di cittadini che dei professionisti».

Gli ospedali maceratesi, cosa cambierà con il nuovo Piano? «Il piano dice tutto e dice niente. Dice quello che dice per tutti gli altri ospedali: rimarranno con tutte le loro discipline e con tutti i loro posti letto. Peccato che non dica dove si troverà il personale e peccato che il Piano si sia dimenticato di riportare i posti letto dei diversi ospedali». Se fosse un Piano sbagliato, gli effetti negativi verrebbero percepiti subito…«Qui c’è il colpo di genio del Piano: i suoi obiettivi, peraltro molto confusi, prevedono nella maggioranza dei casi una verifica dopo oltre due anni e cioè ormai nella prossima legislatura. Il che conferma che il Piano è un programma elettorale e non un Piano serio con scelte serie chiare nei contenuti e definite come tempi». Una bocciatura su tutta la linea? «No, no. Ha il pregio di avere un padre nobile: Napoleone. Si deve, infatti a lui il detto “Se vuoi avere successo a questo mondo, prometti tutto e non mantenere nulla”. Una lezione che Acquaroli e Saltamartini pare abbiano capito benissimo. Peccato che a farne le spese sarà la salute di marchigiani che pagheranno le false promesse al posto delle vere scelte».

(L. Pat.)

***

carancini-mangialardi

Romano Carancini e Maurizio Mangialardi

La bocciatura del Piano arriva senza mezzi termini anche dal capogruppo regionale Pd Maurizio Mangialardi e dal consigliere dem Romano Carancini, che lo considerano «irricevibile, inemendabile, sbagliato nel metodo, nella forma e nei contenuti».

«Non si tratta nemmeno di un piano – afferma Mangialardi, relatore di minoranza – ma di un contenitore infarcito di tutto, che non darà alcuna risposta ai bisogni della sanità marchigiana. Tanto è vero che ha già incassato il giudizio negativo del Crel. Per questo il nostro voto sarà convintamente contrario. Si propongono cose palesemente irrealizzabili, non esiste un allegato finanziario, non c’è una stima dei fabbisogni di personale. Uno strumento privo di visione e di quel minimo di onestà intellettuale che un tema così importante come la Sanità richiede. Le uniche certezze sono che nella nuova pianificazione non è prevista né la riapertura dei famosi 13 piccoli ospedali, cavallo di battaglia della destra e, in particolare, dell’attuale assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, né un programma di assunzioni per medici, infermieri, operatori sociosanitari, capace di rispondere alle gravi carenze che mettono in difficoltà le nostre strutture ospedaliere. La destra è riuscita persino a mancare l’opportunità offertagli dal Pnrr, anche a causa dei gravi tagli lineari apportati al governo Meloni alle risorse destinate alla missione Salute. Va detto chiaramente: è pura ipocrisia “vendere” ai marchigiani una pianificazione che non tiene conto dei vincoli imposti dalle norme nazionali. Norme su cui la giunta Acquaroli non ha neppure tentato di fare una battaglia e di aprire un tavolo di confronto con il governo. Quella battaglia abbiamo dovuto farla noi, un gruppo di opposizione, tramite una proposta di legge alle Camere per far sì che venga aumentata la spesa sanitaria per le Regioni. Come ci si può fidare di questa giunta regionale, che vorrebbe farci credere che il nuovo piano, una sorta di libro dei sogni, possa essere applicato lasciando invariate le voci di spesa e investimento della sanità regionale? La verità è che ancora una volta si prova a ingannare i cittadini, per nascondere tre anni di fallimenti che hanno portato alla diminuzione dei servizi, al taglio delle risorse, ma soprattutto all’esponenziale allungamento delle liste d’attesa che ormai rende impossibile la prenotazione di visite ambulatoriali e esami diagnostici anche per pazienti a rischio, oncologici, cardiopatici, obbligando chi vuole curarsi nelle Marche a rivolgersi al privato».

«Il nuovo piano – aggiunge Carancini – è il grande inganno della giunta Acquaroli ai danni delle marchigiane e dei marchigiani. Basti solo dire che il dibattito su uno strumento così importante e su cui si concentrano le aspettative di tutti dopo la drammatica esperienza del Covid, è stato liquidato in appena 53 giorni di audizioni: un vero e proprio record negativo per quanto concerne la partecipazione degli operatori, delle associazioni, dei sindacati, delle imprese e dei cittadini. Trovo che sia legittimo chiedersi: cosa deve nascondere la destra? Io credo che non vogliano far sapere che il nuovo Pssr, in realtà, non è un piano, poiché mancano tutti i riferimenti puntuali alle risorse per il personale, l’aggregato di spesa, i costi sociali e i costi intermedi. Ma temo che soprattutto tentano di nascondere che si tratta di uno strumento che nasce già vecchio, visto che la stragrande maggioranza dei dati messi a disposizione riguardano le annualità 2019, 2020 e 2021. Non sono indicati né i temi né gli obiettivi. Non si parla per niente, per esempio, di aree interne e di digitalizzazione, che peraltro il Pnrr individua come settore strategico. E, a proposito di Pnrr, la destra porterà in aula un Piano che neppure tiene conto delle modifiche apportate dal governo Meloni, che si tradurranno in un drastico taglio del numero delle case di comunità, degli ospedali di comunità e delle centrali operative territoriali».

Articoli correlati

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X