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Balneari, rapporto Bankitalia:
nelle Marche canone di 3.700 euro.
Occupate oltre il 60% delle spiagge

REPORT che fotografa la situazione nella nostra regione, in attesa che si definisca la questione Bolkestein. I concessionari pagano molto meno che nel resto d'Italia, dove la media è di 6.340 euro. Record a San Benedetto e a Numana, nelle due città solo il 10% e il 20% di costa non è occupata da chalet. Una legge regionale fissa al 25% la quota minima di spiagge libere

balneari-spiaggia-ombrelloni-porto-potenza-picena-ppp-FDM-3-325x216di Laura Boccanera

La stagione estiva è stata prorogata al 1 ottobre, ma tra i balneari cresce l’attesa per capire cosa sarà della Bolkestein. Le aste infatti dovrebbero partire già dalla fine dell’anno, un termine quasi impossibile da rispettare dal momento che tutti i nodi sulla questione sono ancora da sciogliere e che si spera, più verosimilmente, in una ulteriore proroga al 31 dicembre 2024. Per avere ulteriori informazioni si dovrà attendere il prossimo tavolo tecnico consultivo previsto per il 20 settembre. Nel frattempo a dare un’istantanea sul settore demaniale è la Banca d’Italia che rielaborando alcuni dati presenti sul portale del Sid, nel rapporto annuale dedicato alle Regione per quanto riguarda l’economia delle Marche dedica un focus proprio alle spiagge.

I NUMERI – CANONI MINORI ALLA MEDIA NAZIONALE.  Nella Marche al 2021 risultano essere 942 le concessioni per gli stabilimenti balneari in tutta la Regione  (l’8 per cento di quelle censite, in una regione con poco più del 3 per cento delle spiagge italiane). Nel Sid è possibile reperire l’importo dei canoni solo per i tre quarti delle stesse. In base a queste informazioni parziali il canone medio ammontava a circa 3.750 euro, un valore significativamente inferiore a quello nazionale che è quasi del doppio, 6.340 euro. In circa il 5% dei casi il canone annuo era superiore ai 10mila euro annui.

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Spiaggia libera a Civitanova

LE SPIAGGE LIBERE – Una delle richieste dei balneari è quella di mettere a gara le spiagge ancora libere e non quelle già date agli storici concessionari di spiaggia. Nelle stime di Legambiente circa il 38% della costa sabbiosa marchigiana non è occupata da attività in concessione, un valore significativamente più basso di quanto osservato in media a livello nazionale. Secondo lo studio un marcato assorbimento di costa da parte delle concessioni si registra a San Benedetto e a Numana, con solo il 10% e il 20% rispettivamente di costa non occupata.

Una legge regionale fissa al 25%  la quota minima di spiagge da garantire alla libera fruizione. Le Regioni inoltre possono applicare un’imposta sulle concessioni statali sui beni del demanio marittimo che ha per base imponibile proprio il canone versato dal concessionario allo Stato. La regione Marche ha fissato un’aliquota del 10 % che nel triennio pre-pandemico 2017-19 ha fruttato incassi registrati per un importo medio annuo di poco superiore al mezzo milione di euro.

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