di Emanuele Garofalo
Porto-A14, Italia Nostra rimette al centro i progetti. Bocciata l’Uscita Ovest dal Ministero delle Infrastrutture, perché il project financing da 480 milioni non si sarebbe ripagato con i pedaggi, ma avrebbe chiesto un finanziamento statale di 120 milioni, si è riaperta una discussione quarantennale, iniziata già con il Prg del 1973. Come collegare il porto e la grande viabilità, sgravando le strade cittadine dal traffico dei Tir e aumentando la competitività dello scalo? L’associazione Italia Nostra ha voluto riannodare le fila del discorso, mettendo tutte le ipotesi sul tavolo. L’ex assessore Sergio Strali ha ripercorso tutte le tappe, dall’Asse attrezzato, scartato perché troppo impattante per Vallemiano, alle due ipotesi di tracciato Geodata, dall’idea del sottopasso firmata dall’architetto Sandro Stoppa, fino alla variante nord con l’interramento del piede della frana. E proprio quest’ultimo sembra il tracciato che più sta prendendo quota in Comune. A Palazzo del Popolo puntano a firmare un accordo con il ministro Delrio, nelle prossime settimane in città, per impegnare Anas e ministero alla realizzazione dell’opera da circa 80 milioni. All’incontro promosso da Italia Nostra in molti hanno risposto all’appello, ad iniziare dal presidente Ap Rodolfo Giampieri e all’assessore Ida Simonella, la deputata M5S Donatella Agostinelli e i consiglieri M5S Andrea Quattrini e Daniela Diomedi, l’ex assessore Marcello Pesaresi, il presidente del Consiglio Simone Pelosi, il capogruppo Pd Loredana Pistelli, i Verdi Marcello Milani e Michele Polenta, il consigliere Matteo Vichi, il consigliere Sel Francesco Rubini, l’ex consigliere Prc Nicola Sciulli. Tra gli interventi, quello del geologo Franco Chielli ha ripercorso la sua idea della “spiaggia della salute”, l’interramento del piede di frana della Palombella già ipotizzata 30 anni fa e che il Comune sta recuperando con il nome di Lungomare Nord. L’ex dirigente delle Ferrovie Luigi Bianchi ha puntato tutto sulla necessità di trovare una soluzione che garantisca il trasporto su ferro delle merci, Sandro Stoppa ha ricordato l’ipotesi del sottopasso di Torrette, tra via Flaminia e via Conca, infine l’ingegnere Paolo Landi ha proposto le sue alternative all’idea di variante nord per renderla più economica e funzionale, con uno svincolo per Posatora, un tracciato di 3 chilometri quasi interamente in superficie. “Non abbiamo una posizione preconcetta, vogliamo solo capire la soluzione meno inquinante e più funzionale per la città” ha esordito il presidente di Italia Nostra Maurizio Sebastiani.
Non si è sbilanciata l’assessore al porto Ida Simonella, ma l’ipotesi più accreditata per sostituire l’Uscita Ovest sta prendendo forma in Comune. Un tunnel a cielo aperto, in termine tecnico, una strada in trincea, invece di una vera e propria galleria, all’altezza della concessionaria Bartoletti. Così si taglierebbe l’area di frana, evitando pendenze, per collegare il porto all’autostrada. Costo, 80 milioni. Il ministero delle Infrastrutture valuterà se dare seguito alla progettazione, partendo dalle indicazioni locali, inserendo un impegno formale alla costruzione dell’opera viaria nel protocollo d’intesa sul Lungomare Nord. Proprio il progetto di spostamento a mare della ferrovia, che consoliderà anche il piede di frana, è una delle premesse sulle quali si è sviluppato il report del Comune. L’opera consentirà di raddoppiare la Flaminia e creare due strade separate. Una dedicata alla viabilità cittadina verso Torrette, nella zona dove attualmente corrono i binari. L’altra, l’attuale Flaminia, diventerebbe un percorso dedicato al porto. Da lì l’ingresso alla strada, in galleria o meno, da costruire all’altezza di Bartoletti, collegata alla rotaroria a monte di via Esino e che proseguirà fino all’innesto con la variante alla statale 16 della quale è in fase di progettazione definitiva il raddoppio da parte dell’Anas.
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