E’ legittimo o no il permesso autorizzativo unico (Pau) che il Comune di Osimo ha rilasciato alla ditta costruttrice del polo commerciale-direzionale all’ex consorzio di via Montefanese? E’ la questione che dovranno dirimere i giudici del Tar Marche. L’udienza per entrare nel merito del giudizio è fissata per oggi ma la sentenza sarà depositata nelle prossime settimane. Forse non sarà del tutto risolutiva perché chiunque uscirà sconfitto da questo nuovo round del contenzioso, annuncia già il ricorso in Consiglio di Stato.
LAVORI E REPERTI BIZANTINI – Sono pressoché conclusi i lavori di costruzione del nuovo centro commerciale su tre piani con parcheggio interrato collegato con scale mobili che custodisce sotto una pavimentazione di vetro i resti della basilica bizantina di San Donato con alcune tombe della necropoli paleocristiana. Il supermercato a insegna Conad sarà sistemato al piano terra su uno spazio di 2490 mq e vi sarà ricavata anche una piccola galleria negozi di 5-6 esercizi aperti all’opzione dell’artigianato di servizio, mentre al piano superiore andranno gli uffici. A testimoniare che l’opera è ormai ultimata è stata la bandiera italiana issata sulla copertura qualche giorno fa. Fino alla pronuncia degli giudici amministrativi di Ancona, però, è stata sospesa a titolo cautelativo la licenza commerciale per il punto vendita alimentari. Il Pau ha rilasciato in simultanea il permesso a costruire e la licenza commerciale per l’opera. E dopo l’udienza del 7 ottobre 2016, i magistrati del Tar hanno deciso di bloccare solo in parte l’efficacia del permesso autorizzativo unico, permettendo il proseguimento dei lavori dell’edificio ma sospendendo l’esecuzione della licenza commerciale del nuovo supermercato “ad esercitare nei locali al piano terra attività di commercio al dettaglio di genere alimentari” fino al deposito della sentenza attesa per febbraio, dopo l’udienza di oggi, 27 gennaio 2017.
CRONACA DI UN CONTENZIOSO COMPLESSO E ARTICOLATO – Il contenzioso legale sul cantiere dell’ex consorzio è iniziato nel 2013. I ricorrenti, i supermercati della Ce.di Marche e Coal, concorrenti e che operano nelle vicinanze del futuro punto vendita, avevano impugnato la legittimità dell’iter urbanistico autorizzativo del progetto di riqualificazione del sito di via Montefanese, dopo la demolizione dell’ex consorzio agrario. L’anno prima, nel 2012, il consiglio comunale di Osimo aveva infatti revocato il piano d’attuazione 2007, cancellando il vecchio progetto di centro direzionale presentato per quell’area (quello con la torre ‘grattacielo’ in vetro), senza però richiedere il parere della Provincia, tenuta ad esprimere un’adesione alla revoca. La riqualificazione era stata autorizzata solo con le norme del piano casa regionale.
Nel 2014 il Tar Marche aveva annullato il permesso di costruire rilasciato dal Comune di Osimo alla ditta Simonetti, costruttrice e proprietaria del cantiere, ma aveva ritenuto legittima la delibera del 2012, considerandola come un primo atto di adozione della variante che, per diventare definitiva, avrebbe dovuto acquisire anche il parere provinciale dopo il passaggio nell’aula consiliare di Osimo. La procedura urbanistica indicata dal Tar era stata approvata dalla Sala Gialla con il voto dell’estate 2015 e il successivo rilascio del Pau.
Il 27 agosto 2016 era arrivato il colpo di scena: i giudici romani avevano riformato il giudizio di primo grado non ritenendo che ci fossero i presupposti per ‘sanare’ l’atto di revoca del 2012, perchè illegittimo e indebitamente trasformato dal Tar in variante preliminare. In sostanza accogliendo i ricorsi d’appello dei supermercati Cedi Marche, il Consiglio di Stato aveva annullato la delibera del consiglio comunale con la quale, nel 2012, era stata adottata la revoca del piano di recupero per l’area di via Montefanese. I giudici romani hanno così ribaltato il giudizio espresso dal Tar Marche nel 2014.
I LEGALI DELLE PARTI – Dopo la pronuncia dei giudici di Palazzo Spada, il legale della ditta costruttrice, l’avvocato Maria Lalla, ha evidenziato che il nuovo Pau in sanatoria era stato rilasciato sulla scorta della nuova variante urbanistica e che il Consiglio di Stato aveva già concesso la sospensiva su quell’atto, consolidando così il provvedimento di annullare il primo permesso di costruire, già superato dalla nuova variante urbanistica approvata in consiglio comunale. Per il legale dei supermercati del Cedi Marche, l’avvocato Roberto Gaetani, la ditta invece non poteva edificare l’opera con il volume aumentato del 40% grazie al piano casa, semmai costruirla con le stesse dimensioni del vecchio consorzio. Così nei primi giorni di settembre 2016 aveva diffidato al Comune ad avviare il procedimento di sospensione dei lavori. E’ seguita la richiesta di sospensiva al Tar Marche, concessa parzialmente il 7 ottobre 2016. A questo punto della storia c’è da capire se nella filiera degli atti è venuto a mancare un tassello importante per autorizzare la costruzione dell’opera. Proprio quello che dovrà stabilire il Tar.
(m.p.c.)
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