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La statua dell’imperatrice Plotina
esposta al museo archeologico

OSIMO - Ripulita e in parte restaurata, la scultura raffigurante la moglie di Traiano, da oggi è stata sistemata nella sezione di palazzo Campana che custodisce i reperti più antichi della città. Potrà essere ammirata negli stessi orari di visita della mostra 'Capolavori Sibillini'. I progetti per rilanciare la Osimo romana

Il vice sindaco Mauro Pellegrini ed il sindaco Simone Pugnaloni ammirano la porzione di statua ritrovata sotto il loggiato di palazzo comunale

 

La scultura romana ritrovata a Osimo, raffigurante l’imperatrice romana moglie di Traiano

 

Con la ripulitura del marmo è terminata la prima fase del restauro e la statua dell’imperatrice romana Plotina da oggi sarà esposta al museo archeologico di Palazzo Campana e potrà essere ammirata durante gli orarui di apertura della mostra Capolavori Sibillini (leggi l’articolo). La scultura romana del I secolo d.C. era riemersa da 2,5 metri di profondità durante l’intervento della messa in posa dei nuovi mattoncini del loggiato comunale di Osimo. Il 27 ottobre scorso, una ditta di Loreto, la Dhomeus srl, ha depositato la sua proposta di sponsorizzazione per terminare i lavori che comporta un costo complessivo pari a 80.000 euro. Lo sponsor completerà la pavimentazione del loggiato rendendo visibili gli scavi archeologici e la stessa statua di Plotina che sarà sistemata in una teca illuminata.

CHI ERA PLOTINA – Plotina era la moglie dell’imperatore Traiano. Donna colta, amante dell’arte e della filosofia epicurea, secondo il racconto dello storico greco Cassio Dione, fu una first lady riservata, poco incline al lusso e suggerì a Traiano di imporre tasse più eque, di erogare sussidi agli indigenti e di predicare la tolleranza sociale. Una copia della statua di Plotina era presente, oltre che nel foro dell’antica Auximum, anche ad Ancona sull’arco di Traiano nel gruppo scultoreo che raffigurava la famiglia imperiale. Nell’alto medioevo la statua osimana, proprio per la pregevole fattura, fu trasformata in basamento per acquasantiera ad uso di una chiesa poi demolita (i muri perimetrali sono stati ritrovati sotto il loggiato). La statua in origine era policroma e ‘indossava’ probabilmente un peplo tinto di rosso. In fase di restauro sono state infatti trovate tracce di pigmenti rossi sul marmo che per essere esaltate avranno bisogno della tecnica di ripulitura del laser. Inoltre dal basamento di Plotina, sono affiorati caratteri romani scolpiti, che potrebbero rappresentare il marchio di fabbrica del produttore dei blocchi di marmo o parte di una scrittura.

Gli scavi archeologici sotto il loggiato comunale di Osimo

IL PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE DEGLI SCAVI ARCHEOLOGICI – Il progetto della srl lauretana prevede “la ricostruzione della pavimentazione sul livello esistente con ampie specchiature vetrate che tramite luci e video consentano di rendere visibili li scavi e la statua di Plotina e porzioni opache” si legge nella relazione tecnica. I lavori dovrebbero partire nei prossimi mesi. Il nuovo solaio su cui poggerà la pavimentazione sarà realizzato “in acciaio e lamiera grecata o acciaio e vetro nelle porzioni definite con la Soprintendenza – precisa la relazione – la finitura della parte opaca, da concordare sempre con la Soprintendenza potrà essere o con pianellato o con malte cementizie oltre alle porzioni vetrate sulle parti più interessanti dello scavo. Al bordo della pavimentazione sarà installata la targa della ditta esecutrice dell’intervento”. Per esaltare i ritrovamenti e la scenografia determinante sarà l’allaestimento dell’impianto, come anche le macchine per il controllo dell’umidità sottostante che dovranno evitare alla condensa di appannare il pavimento in vetro. Si ipotizza inoltre “la realizzazione di una teca in vetro per alloggiare la statua rendendo di fatto tutto visibile dal loggiato con idonea illuminazione notturna – prosegue la relazione – All’interno del loggiato potranno essere istallati video proiettori che riproducano le immagini della Osimo Antica sulle pareti del loggiato con didascalie illustrative”.

Le mura romane di Osimo, che avrebbero necessità di un restauro

I PROSSIMI PROGETTI PER LA OSIMO ARCHEOLOGICA – Gli scavi sotto il loggiato di piazza Boccolino non hanno offerto, per ora, elementi certi per localizzare con precisione il foro romano sopra al quale, nello scorrere dei secoli, è stato riprogettato il centro storico di Osimo. A parte il ritrovamento della statua, finora le indagini archeologiche hanno solo riportato alla luce testimonianze della Osimo medievale. Si può ipotizzare che i resti del foro si trovino tra piazza Boccolino, piazza del Comune e piazza don Minzoni dove giace la cisterna romana. Entro il 2019 il sindaco Simone Pugnaloni e il vice sindaco Mauro Pellegrini vorrebbero capire quale percorso imboccare per la ricerca di questa cisterna monumentale, che rappresenta parte dell’acquedotto romano. I recenti test effettuati con il georadar ne hanno accertato la presenza, nel sottosuolo, sepolta tra cumuli di detriti edilizi e acqua. Inizialmente i costi dell’operazione per riportarla alla luce erano stimati in 500.000 euro, adesso si parla già di un milione di euro. Tra le ipotesi c’è anche quella di incaricare un team di speleologi e ingegneri per ispezionare l’area del cunicolo che porta alla cisterna, capire se è ancora integra per poi stilare un progetto. Nei piani dell’amministrazione Pugnaloni è inserita anche la riqualificazione dell’area archeologica di Fonte Magna e della Mura romane. A settembre è stata invece già riaperta al pubblico l’area archeologica di Montetorto, a Casenuove.

(m.p.c.)

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