di Agnese Carnevali
Fiduciosa. Così si è detto l’amministratore unico di Aerdorica, Federica Massei, oggi (9 marzo) all’uscita dell’aula del tribunale di Ancona dove si è tenuta la prima udienza per l’istanza fallimentare della società che gestisce l’aeroporto delle Marche, davanti al giudice Francesca Miconi. «È stato un buon confronto – ha dichiarato al termine dell’udienza Massei -. Finalmente si è parlato di aeroporto, sono fiduciosa». L’istanza di fallimento avanzata dal pm Paolo Gubinelli. La procura, indagando sulle amministrazioni che si sono susseguite fino al 2015, ritiene che l’azienda non sia in grado di sostenersi con le risorse ordinarie.
Nelle mani della Massei ora però c’è la delibera regionale da 20 milioni per la ricapitalizzazione, un bilancio di esercizio, quello del 2016 firmato dalla sua gestione, in attivo, e i risultati di una riorganizzazione che ha portato alla riduzione dei costi del Sanzio. Basterà ai giudici per non mettere in liquidazione l’aeroporto lasciando che continui la sua attività? Messei si è detta «fiduciosa» oggi dopo il confronto in aula. La decisione del tribunale arriverà a breve. Quali gli scenari possibili? Il giudice potrebbe decidere per il fallimento e la messa in liquidazione della società, oppure disporne il controllo in forme più o meno invasive. O, ancora, avallare le argomentazioni di Aerdorica, lasciando dunque la situazione inalterata. La prossima settimana si svolgerà un’altra udienza, sempre su istanza del pm, per vagliare l’ipotesi di cui all’art. 2409 che fa riferimento, in caso di rigetto del crac, all’adozione di una forma più blanda di supervisione della gestione aziendale.
Se i 20 milioni di Palazzo Raffaello per ripianare la metà del debito di Aerdorica sono già sulla carta, prima di mettere altra liquidità nella società bisognerà incassare l’accordo con le banche per la riduzione del debito del 60% e il via libera della commissione europea all’aumento di capitale. La Regione approvando la delibera del piano di risanamento ha confermato di aver già individuato le risorse necessarie e che possono essere rese disponibili immediatamente, appena verrà dato il via libera dall’Europa e dagli istituti di credito. Sul maxi debito da 40 milioni dell’era Morriale e sulla condotta delle amministrazioni che lo hanno preceduto e seguito sta cercando di far luce anche la commissione d’inchiesta del Consiglio regionale, insediatasi il 2 marzo, e che ha già stilato un elenco di nomi da ascoltare.
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