Non si tratta di un eccesso di scrupolo e nemmeno di un modo per mettere le mani avanti o per bandire il pluralismo. Si sdoppiano i tavoli tecnici per il progetto di fusione Inrca-ospedale di Osimo. In questa prima fase saranno due e ristretti a un delegato per ogni sigla sindacale: il primo dedicato ai rappresentanti della dirigenza medica già convocato per il prossimo 29 marzo, il secondo ai referenti sindacali che tutelano il comparto e le professioni infermieristiche, già fissato per il 30. Da queste date i lavori procederanno secondo un calendario d’incontri a cadenza periodica fino al prossimo mese di giugno, quando sarà indetta un’assemblea plenaria con l’Asur per tirare la somme a arrivare a una sintesi. L’obiettivo è quello di essere pronti a presentare un progetto ben delineato per settembre 2017, quando si concluderà la sperimentazione per l’integrazione dei servizi ospedalieri tra il presidio della Montagnola e quello osimano di via Leopardi.
Un progetto adattabile a ogni tipo di scenario, perché, nel frattempo la Regione cercherà di sciogliere il nodo giuridico sul tipo di azienda da costituire, con la pregiudiziale che se ne nella sua ragione sociale il nuovo soggetto non avrà il dna di istituto scientifico che caratterizza l’Inrca, il ministero non erogherà più fondi per la ricerca (leggi l’articolo). Sono questi i primi punti fermi stabiliti oggi pomeriggio nel vertice superaffollato, convocato nella sede dell’Asur di Ancona dal dg Alessandro Marini.
All’incontro, svolto alla presenza di una cinquantina di delegati di tutte le organizzazione sindacale delle professioni sanitarie, hanno partecipato, tra gli altri, anche il dg dell’Inrca, Gianni Genga, e quello dell’area vasta 2, Maurizio Bevilacqua. Il clima era più disteso rispetto alla riunione del 23 gennaio (leggi l’articolo) ed è stata manifestata la volontà corale di lavorare insieme per mettere a fuoco i dettagli di un progetto che sembra ormai a senso unico e senza alternative, se non quella dell’inevitabile ridimensionamento (o forse chiusura) del Ss. Benvenuto e Rocco se l’ospedale di Osimo resterà nel presidio unico dell’Area Vasta 2. Si vuole soprattutto evitare di lasciare sul piatto conti salati per i cento dipendenti osimani che, nella ipotesi più facile di cessione di ramo di azienda, confluiranno nell’organico dell’Inrca. Una fusione, è stato sottolineato, che sarà comunque più semplice da affrontare rispetto a quella portata a termine per Marche Nord con un numero più consistente di personale.
Le delegazioni ristrette, chiamate ai tavoli paralleli di concertazione, dovranno studiare, in sostanza, e risolvere otto quesiti messi neri su bianco sul verbale stilato oggi, incentrate su questioni pratiche (ad esempio il tipo di contratto di lavoro, quali reparti resteranno attivi, i tempi di realizzazione del progetto) e le priorità di discussione verranno decise con le Rsu e le organizzazione sindacali. E’ comunque parso chiaro a tutti che il nuovo Inrca di Camerano non subirà modifiche progettuali. Sarà destinato ad essere anche l’ospedale di Ancona oltre che dell’area sud, e non avrà al suo interno i reparti di Ginecologia e Pediatria, già operativi al Salesi.
(m.p.c.)
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