“Sono 3.805 gli osimani iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire) al 1 marzo 2017, il 49,7 delle quali, 1.894 sono donne mentre gli uomini sono 1.911 pari al 50,2 %. Rispetto all’anno precedente gli osimani iscritti all’Aire sono aumentati di 117 unità in un anno pari ad un incremento del 3,17 %. L’incidenza degli iscritti all’Aire nel nostro Comune, sul totale della popolazione è pari all’11 %, l’incidenza regionale è del 8,3 % , e colloca il nostro Comune tra i Comuni delle Marche con la più alta incidenza di iscritti all’Aire”. E’ soprattutto il dato sociologico che la presidente del Consiglio di Osimo, Paola Andreoni, mette in evidenza in una lunga riflessione pubblicata sul suo blog. Una fotografia sulla fuga dei giovani e meno giovani dall’Italia, scattata attraverso le statistiche Istat rielaborate dall’Ufficio Anagrafe del Comune di Osimo (leggi l’articolo)
“I dati dicono che ogni 1.000 residenti ben 105 osimani risultano iscritti all’Aire, e la nostra città si colloca nella Regione al 10° posto tra i Comuni con più iscritti residenti all’estero, dietro ai comuni di: Acquasanta Terme ( 51,9%), Cingoli ( 28%), Treia (22,7%), San Severino Marche (20,9%), Morrovalle ( 15,8%), Recanati (15,2%), Potenza Picena (15,2%), Tolentino (11,2%), Loreto (11,9%). Un dato in ascesa” evidenzia l’Andreoni che ricorda inoltre come l’Argentina sia il Paese con più osimani all’estero seguito da Francia e Spagna. La fetta più consistente degli iscritti all’Aire è rappresentata dagli over65 ( 22,79%) che sono magari figli di immigrati, rispetto ai 18enni e 24enni ( 7,39%).
Al momento all’Anagrafe osimana sono invece 799 gli osimani iscritti per espatrio “vale a dire che hanno fatto le valigie e se ne sono andati dalla nostra città in cerca di migliori opportunità – scrive la presidente del Consiglio – I dati tuttavia non rilevano il fenomeno della fuga dei giovani verso l’estero, ( infatti non sono tenuti ad iscriversi all’Aire le persone che si recano all’estero per un periodo di tempo inferiore ad un anno e/o i lavoratori stagionali) fenomeno che riguarda anche la nostra città e i nostri territori. Una fuga che non si ferma anzi accelera e che ci racconta di un fenomeno sociale di impoverimento e di spreco. I drammatici dati sulla disoccupazione giovanile ne sono una triste conferma”.
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