Si innesta un nuovo ricorso sulla travagliata storia del nuovo supermercato sorto sull’area dell’ex consorzio agrario di Osimo. Ma stavolta non c’entrano le battaglie commerciali davanti ai giudici amministrativi, c’entra piuttosto un ex dirigente pubblico che trascina il Comune di Osimo in tribunale per far saldare la parcella al suo legale dopo l’archiviazione dell’indagine penale che lo aveva visto protagonista nelle vicende del cantiere di via Montefanese. Non avrebbe voluto che la sua richiesta finisse in una guerra di carte bollate. Di fatto l’ingegnere Ermanno Frontaloni, 64 anni, ex vertice del Dipartimento del Territorio, oggi dirigente del Comune di Ancona, è stato costretto a chiamare davanti al giudice del Lavoro di Ancona il sindaco Simone Pugnaloni in rappresentanza pro tempore del Comune, per farsi rimborsare le spese di patrocinio legale maturate dal suo difensore per un procedimento datato 2014. Una fattura di 38.936 euro (oltre spese generali, Iva e Cnpa per un totale di 49 mila euro) per un complessivo importo di 49.463 euro che il Comune fino ad oggi non ha liquidato sebbene il caso sia chiuso ormai da 2 anni e mezzo.
La vicenda è nota. Nel 2014 Frontaloni ricopriva l’incarico di dirigente comunale e in quella veste era stato indagato per il reato di abuso d’ufficio e per abuso edilizio in concorso con il proprietario e costruttore del nuovo centro commerciale. Il tecnico aveva rilasciato parere favorevole all’adozione della delibera del 2012 con la quale il Consiglio comunale aveva revocato per l’area di via Montefanese il primo piano di riqualificazione, quello con la torre grattacielo di vetro, per intenderci (leggi l’articolo).
IL SEQUESTRO DEL CANTIERE DI VIA MONTEFANESE – L’indagine per abuso d’ufficio e violazioni urbanistiche contestate anche al costruttore del centro commerciale, era partita da un esposto in Procura dei supermercati che stanno ancora combattendo per legittimare la loro posizione davanti al Consiglio di Stato (leggi l’articolo). Secondo l’accusa, il tecnico aveva garantito un ingiusto vantaggio patrimoniale all’imprenditore, favorendolo nelle pratiche autorizzative e, come conseguenza diretta, si era anche macchiato, in concorso con la ditta, di un reato edilizio contravvenzionale nel rilascio del permesso di costruite. A seguito della segnalazione a gennaio 2014 erano stati posti i sigilli del cantiere perchè il Pm aveva ottenuto dal Gip il sequestro preventivo dell’area di via Montefanese. I successivi 10 mesi di battaglie legali, combattute tra Tribunale del Riesame, Cassazione e di nuovo Tribunale, erano serviti a stabilire che le procedure, sotto il profilo penale, erano lecite e regolari. Non c’era stato insomma alcun reato e il Pm ha presentato richiesta di archiviazione per Frontaloni e il costruttore, accolta dal Gip a novembre 2014. A chiusura del caso, la difesa del dirigente, che in tutte le fasi del procedimento aveva sempre aggiornato sugli sviluppi il Comune, ha inviato la propria notula sia all’ente che all’assicurazione. Nel cambio di testimone tra il sindaco Stefano Simoncini e il sindaco Pugnaloni, la pratica di liquidazione però ha rallentato non è stata espletata.
LE RICHIESTE DELL’EX DIRIGENTE – Ora l’ingegnere, attraverso l’avvocato Angelica Vitale, chiama in causa il Comune ricordando intanto che in veste di dirigente e pubblico dipendente al tempo aveva diritto al rimborso delle spese di difesa sostenute. Nel ricorso chiarisce che i 38.936 euro rappresentano, è vero, il massimo dei valori tabellari per le parcelle legali, ma sono parametrati oltre che sul pregio dell’attività difensiva, anche sulla rilevanza patrimoniale dell’opera perché, sulla base delle perizie, il prezzo di vendita dell’area dell’ex consorzio agrario di Osimo si aggirava sui 2,5 milioni di euro, con la conseguenza che, in caso di responsabilità penale, il Comune sarebbe stato chiamato a risarcire al tempo danni proprio per quella cifra.
IL COMUNE SI DIFENDE – Nella delibera assunta dalla giunta Pugnaloni per scegliere il legale di fiducia a cui assegnare la difesa dopo la notifica degli atti avvenuta a febbraio, il Comune sostiene di aver a suo tempo provveduto, tramite il proprio broker assicurativo, all’attivazione della copertura assicurativa per il rischio di tutela legale. Conferma inoltre che è intercorsa nel tempo una copiosa corrispondenza tra il legale dell’ex dirigente e anche con la compagnia assicuratrice. Poi spiega che a luglio 2015 il Comune ha chiesto all’ingegnere di produrre fattura quietanzata secondo quanto previsto dal disciplinare per le spese legali, per attestare l’avvenuto pagamento al proprio difensore di fiducia della somma dei 38.936 euro. Fattura che “a tutt’oggi – si legge nell’atto di giunta – non risulta pervenuta a questo ente”. Il Comune ricorda inoltre che la Compagnia assicurativa, dopo un primo ricalcolo ha quantificato le competenze legali spettanti al difensore di Frontaloni per l’attività espletata in soli 18.516 euro complessivi (oneri di legge compresi). Solo in seguito, dopo solleciti dello stesso ente ha comunicato la propria disponibilità al pagamento dell’intero importo del massimale di polizza, fissato a 25.000 euro. Alla notifica del ricorso la giunta ha deciso di costituirsi in giudizio attraverso l’avvocato Fabio Lorenzoni che ha proposto al Comune di Osimo una parcella di 5.825 euro (5.325 per onorario e 500 per spese di trasferta).
(m.p.c.)
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