Estate alle porte, riprende la stagione dei rinascimenti. Regione e Comune stanno preparando i bandi per appaltare i lavori sull’arenile di Portonovo come ogni anno. “I ripascimenti non servono” avverte il comitato ambientalista Mare Libero. “Questa decisione parrebbe motivata dal fatto che “il mare sé mangiato la spiaggia” – scrivono gli attivisti -. Noi del Comitato Mare Libero abbiamo già ampiamente dimostrato come questa credenza sia del tutto priva di fondamenti e come la comunità scientifica affermi all’unisono l’esatto contrario. In un recente passato, sostenuti dalla magistratura e dalle forze dell’ordine che sentitamente ringraziamo, abbiamo fatto notare come il fenomeno dell’erosione delle spiagge del Conero rischiasse di essere più un lucroso business che un mezzo per contrastare un vero problema” sostiene il comitato, ricordando l’inchiesta che ha visto finire sotto processo due dirigenti della Regione (leggi l’articolo). “I sedimenti delle pocket beach (spiagge delimitate da piccoli promontori) non sono statici e vengono continuamente mossi dall’azione del mare. Questo comporta diversi scenari della linea di costa che però non rappresentano una perdita di materiale. Enzo Pranzini, uno dei massimi esperti di dinamica costiera scrive, nel volume “La forma delle coste” edito da Zanichelli, che l’erosione costiera è la conseguenza di un deficit sedimentario del sistema spiaggia determinato dall’eccedenza delle uscite rispetto alle entrate. Parlare perciò di erosione confrontando semplicemente due foto scattate dall’alto, come già visto fare in passato nei progetti della Regione Marche per giustificare la spesa di denaro pubblico dei ripascimenti, troviamo che sia un approccio che non consente di valutare gli effettivi volumi di sedimento presenti nelle spiagge. Le pregiate spiagge del promontorio del Conero si meritano più attenzione e salvaguardia, sono state costruite nel tempo dalle forze della natura e non è ammissibile che ogni primavera si ripeta lo stesso teatrino di sempre, con richieste di ripascimenti motivati dalla suggestione che una linea di costa invernale provoca negli operatori turistici. È giusto tutelare gli interessi economici di chi fa affidamento sulla spiaggia per svolgere il proprio lavoro, ma è altrettanto doveroso dimostrare in maniera scientifica e oggettiva la necessità di un intervento ecologicamente molto invasivo e molto costoso. Ci auguriamo – conclude Mare Libero – che in futuro si parlerà di ripascimenti solo dopo un comprovato deficit sedimentario del “sistema spiaggia”, nel frattempo chiederemo un incontro con l’assessore alla difesa del suolo e della costa Sciapichetti e il dirigente del servizio per illustrare le nostre ragioni”.
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