di Federica Serfilippi
Marco Morriale di nuovo a processo. Dopo la condanna a tre anni di reclusione per peculato inflitta lo scorso anno dal collegio penale, l’ex dg di Aerdorica dovrà affrontare due nuovi processi che abbracciano un arco di tempo che va dal 2008 al 2013. In entrambi i casi, anche se con modalità completamente differenti, sotto la lente della procura sono finite presunte irregolarità registrate nella catena degli appalti legati alla società che gestisce l’aeroporto Raffaello Sanzio. Il rinvio a giudizio dell’ex manager è stato deciso questo pomeriggio dal gup Paola Moscaroli che ha trattato tutti e due i procedimenti. In dibattimento, però, i fascicoli prenderanno strade diverse. Uno si aprirà l’8 novembre, l’altro il 22 dello stesso mese. Aerdorica sarà presente, tramite l’avvocato Massimiliano Belli, come parte civile. Nel primo processo, oltre a Morriale dovranno difendersi dall’accuse altre cinque persone. Tra queste, l’architetto Pietro Angelo Collia, allora responsabile unico del procedimento di alcune gare d’appalto indette da Aerdorica, e Gabriele Ferrone, ex responsabile dell’area acquisti. A giudizio anche tre imprenditori meridionali che, secondo le accuse, si sarebbero aggiudicati in modo illecito alcuni lavori in ambito aeroportuale, come la realizzazione di un edificio per l’attività cargo e l’adeguamento della viabilità del polo merci. Il valore della gare sospette ammonta a quasi 3 milioni di euro.
A tutti viene contestata la turbativa d’asta, a Morriale e Collia anche il peculato. Accuse comuni anche al secondo procedimento, dove però trovano spazio anche la corruzione e l’associazione a delinquere. Un reato, quest’ultimo, che l’ex dg divide con l’imprenditore romano Roberto Codognotto, anche lui rinviato a giudizio assieme ad altri tre imputati, tutti manager di aziende che per l’accusa avrebbero tratto beneficio dalle operazioni condotte da Morriale. Due posizioni sono state stralciate per questioni puramente formali. In questo filone, l’ex numero uno dell’aeroporto e i presunti complici avrebbero agito per sottrarre risorse economiche ad Aerdorica, organizzando gare d’appalto truccate e modellate sui requisiti che solamente alcune società potevano avere. Alcune aziende, secondo i sospetti, erano riconducibili alla cerchia dell’ex direttore. Altre, secondo quanto emerso dalle indagini, esistevano solo sulla carta, in maniera tale da emettere fatture per operazioni inesistenti e coprire uscite di denaro dalla società. In varie occasioni, i pagamenti per i servizi realmente resi sarebbero stati gonfiati. Il surplus finanziario sarebbe poi stato dirottato, secondo le accuse, sui conti esteri di società di Cipro e Montenegro.
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