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Paola Andreoli, quando la poesia
vince il silenzio del quotidiano

OSIMO - La poetessa osimana di 46 anni si aggiudica il quarto posto tra 1600 componimenti pervenuti al Premio letterario internazionale di Cattolica con i versi intitolati 'In caduta libera'

Paola Andreoli sul palco della premiazione al Concorso Letterario Internazionale di Cattolica

Paola Andreoli

Poetessa per passione o forse solo per caso. Ama definirsi così Paola Andreoli, impiegata della Lega del Filo d’oro di Osimo, che continua a scalare le classifiche di concorsi letterari con i suoi versi. L’ultimo riconoscimento è arrivato a Cattolica una settimana fa. Il Premio letterario internazionale, l’oscar della poesia, ha tributato ad uno dei suoi ultimi componenti intitolato ‘In caduta libera’ un quarto posto su 1600 opere pervenute.

“Sono stata io la prima a meravigliarmi chiedendomi se davvero fosse stata premiata la mia poesia – racconta ancora incredula e schiva la 46enne osimana – Non ho fatto studi umanistici e quindi bado davvero poco alla metrica. Lavoro a tempo pieno e riesco a scrivere mentre attendo che mia figlia termini l’ora di lezione a danza oppure appena sveglia annoto i pensieri che la notte mi ha suggerito. Quando ero più giovane mi sono cimentata soprattutto in copioni per spettacoli teatrali dalla trama ironica. La poesia però è un’altra cosa. Mi fa piacere scoprire che chi legge i miei versi mi riconosce interprete di sentimenti e messaggi esistenziali che difficilmente si riescono a esprimere nei rapporti interpersonali, nel silenzio del quotidiano”.

Paola Andreoli riceve il premio a Caserta

E se l’estemporaneità, l’autoironia e l’assenza di ermetismo nelle parole possono tradursi in un’arma potente di fascino per il lettore, per descrivere la quasi-necessità della poetessa osimana di comunicare attraverso questo codice di linguaggio, si potrebbero prendere a prestito le parole immediate, dirette, dell’autrice contemporanea da lei più apprezzata dopo Alda Merini, Wisława Szymborska, vincitrice del Nobel per la letteratura nel 1996, “… preferisco il ridicolo di scrivere poesie al ridicolo di non scriverne…”.

Il cambio di paradigma artistico è avvenuto nel 2013 quando l’Andreoli si è classificata terza al Concorso poetico nazionale di Frosinone per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. “Un tema che sentivo profondamente” ricorda. Nel 2015 ottiene il primo premio per una poesia inedita al Premio internazionale città di Caserta, ma le conferme arrivano l’anno scorso, prima a Benevento con il terzo premio al Concorso letterario ‘Mino De Blasio’ sezione poesia a tema libero, poi con l’inserimento di un suo testo nell’antologia del Festival di Varano e infine a Firenze quando Paola Andreoli si piazza tra i primi dieci finalisti del Premio nazionale di poesia ‘Caelum’ 2016. La prossima sfida virerà a sorpresa sul genere dell’epistolario. “Ho scritto una ‘lettera a un figlio’ sui generis che è stata selezionata per entrare in una raccolta a tema, presto pubblicata da Historia Editore. E chissà se sconvolgerò troppo gli accademici” scherza.

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