E’ arrivato in tarda serata al pronto soccorso dell’ospedale di Osimo in condizioni critiche, con i sintomi di una perforazione intestinale per una sospetta peritonite e ha rischiato di morire perché non c’era il secondo chirurgo reperibile per affiancare quello che avrebbe dovuto operarlo d’urgenza. Dopo una serie di telefonate intercorse con gli ospedali di Jesi e Senigallia, grazie all’impegno dei sanitari di turno nel reparto di prima emergenza del Ss. Benvenuto e Rocco, il paziente è stato trasferito in tempi record e salvato.
Ma è stata una corsa contro il tempo, l’altra notte, per trovare un’ambulanza disponibile e soprattutto un’equipe pronta ad entrate in sala operatoria in un altro presidio ospedaliero. E’ la solita storia: mancano di nuovo i medici nella Chirurgia osimana e per garantire la routine degli interventi programmati, in attesa di espletare le selezioni per assumere nuovi camici bianchi, proprio l’altro giorno era stata sospesa temporaneamente la reperibilità notturna del secondo chirurgo, indispensabile per entrare in sala operatoria in situazioni-limite come questa.
L’urgenza-emergenza è stata tamponata, ma poteva finire male. L’ospedale di Osimo è in piena fase di riconversione: stanno nascendo nuovi ambulatori con specialità mediche che arricchiscono l’offerta per l’utenza, sono stati nominati due nuovi primari (leggi l’articolo), si sta per concretizzare anche la riqualificazione del pronto soccorso per 1,2 milioni di euro (leggi l’articolo) e si studia la fusione ospedaliera Inrca-Osimo (leggi l’articolo). In questo momento di transizione, per garantire l’efficienza del pronto soccorso, l’unico rimasto attivo in un’area che va da Ancona a Jesi (il Ppi di Loreto è stato trasformato in Pat) è sostanziale che non venga a mancare il supporto del reparto di Chirurgia, oltre che di Medicina, per quei casi seri, che necessitano immediatamente, a tutte le ore, di un intervento in sala operatoria, quando non basta tutto l’impegno del personale per gestire l’ingestibile.
(m.p.c.)
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