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Acquedotto romano di Osimo,
scoperta una grotta
d’accesso per raggiungerlo

ARCHEOLOGIA - La cisterna monumentale giace a 6-7 metri sotto le piazze principali della città. L'accesso a questo mondo sotterraneo si trova nelle cantine del palazzo che fa angolo tra piazza Boccolino e piazza Don Minzoni. Già svolta un'ispezione con i tecnici della Soprintendenza per renderlo fruibile al pubblico forse dal 2018

Il plastico della cisterna romana di Osimo realizzato dal geometra Vincenzo Pallotta

La grotta che confina con la cantina Fiorani custodisce ancora una delle arcate dell’acquedotto romano (foto Archeoclub Osimo)

Trovato l’accesso al mondo sotterraneo per arrivare a scoprire i resti dell’antico acquedotto romano di Osimo. L’indagine svolta con la tecnica del georadar, nel 2014 ha certificato che riposa davvero sotto i sampietrini di Piazza Boccolino e piazza Don Minzoni la cisterna monumentale. L’acquedotto romano, largo 23,70 metri e in uso fino al 400 d.C. come ricordano gli storici, è stato cercato e in parte ‘ritrovato’ fin dal 1998 grazie alle esplorazioni di cunicoli ipogei dei soci Archeoclub. L’associazione storico-culturale nel 2002 hanno presentato uno studio di fattibilità elaborato con l’Università di Camerano per far riemergere la cisterma. Oggi le sue volte a botte, che forse coprivano anche gli spazi delle terme, giacciono ad almeno 6-7 metri metri sotto il livello della piazza principale della città e gli spazi tra le arcate in parte sono sommersi dall’acqua, in parte sono stati riempiti di detriti e calcinacci provenienti dalle vecchie demolizioni dei palazzi storici della città.

L’amministrazione Pugnaloni è intenzionata a rafforzare la vocazione turistica di Osimo trasformando la città in parco archeologico ricco di vestigia romane. Il progetto per riportare alla luce l’antica cisterna appare quasi impossibile da affrontare sotto il profilo dell’investimento economico. I costi dell’operazione, stimati inizialmente in 500.000 euro, pare che dopo una disamina più approfondita sfiorino già il milione di euro. Sui dettagli finanziari è stringato il vice sindaco Mauro Pellegrini preferendo parlare di quello che è più a portata di mano. “La prima novità – dice- è che abbiamo individuato un possibile ingresso ad un ambiente sotterraneo che confinante con quello che era lo spazio dell’antico acquedotto romano. La seconda è che non potremo ripulirlo e ristrutturarlo prima del 2018 per renderlo fruibile al pubblico”.

La porta che apre al mondo misterioso della cisterna si trova sotto il palazzo all’angolo tra piazza Don Minzoni e piazza Boccolino. L’area confina con la grotta Fiorani e custodisce ancora una porzione delle arcate dell’acquedotto. “Abbiamo svolto l’ispezione con i tecnici della Soprintendenza ormai diversi mesi fa  – conferma Pellegrini – e stiamo studiando come rendere accessibile al pubblico questo spazio che si trova parecchi metri sotto il livello della piazza, dove un tempo c’era il foto romano.Per il momento sarà impossibile andare oltre quel muro perché nel sottosuolo c’è di mezzo una grotta privata e in superficie non possiamo lastricare di vetro il selciato di una parte di piazza Boccolino”.

(m.p.c.)

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