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Battaglia dei rifiuti,
Fabriano e Jesi contro Ancona
I sindacati: “Così si privatizza”

SERVIZI – Si allarga il fronte dei Comuni "ribelli" che frenano sull’azienda unica provinciale sponsorizzata dal capoluogo. Cgil, Cisl e Uil chiedono di trovare al più presto l’accordo per scongiurare l’arrivo dei privati

foto d’archivio

Rifiuti, tutti contro Ancona, i sindacati chiedono di trovare la più presto l’accordo tra Comuni per scongiurare la privatizzazione e la perdita di posti di lavoro. Il neo sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli ha inviato una lettera all’Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone per chiedere di approfondire il progetto della “NewCo” dei rifiuti, l’azienda unica guidata in consorzio da Multiservizi e Ecofon (leggi l’articolo) che avrebbe dovuto assorbire tutti i rami d’azienda delle società comunali che si occupano dei rifiuti per subentrare nel servizio di raccolta e smaltimento della spazzatura. Insieme con Santarelli anche l’altro sindaco penta stellato della provincia, Roberto Ascani di Castelfidardo. Comuni del M5S che viaggiano parallelamente al sindaco di Jesi Massimo Bacci, da tempo critico verso il progetto dell’azienda unica dei rifiuti. Ma anche Senigallia non ha mai nascosto la diffidenza nel gestore provinciale dei rifiuti. Il timore di fondo è semplice: quali sono le garanzie che il nuovo gestore garantirà un buon servizio, senza rincari della tassa rifiuti per i cittadini? In particolare, i Comuni “ribelli” puntano il dito sulla mancanza di piani economici solidi e sulla mancata approvazione del piano d’ambito dei rifiuti, la delibera dell’Assemblea territoriale d’ambito che regola la raccolta dei rifiuti in provincia. Ad alimentare gli interrogativi è stato anche il rinvio chiesto dai revisori dei conti dell’Ata, durante l’ultima assemblea dei Comuni soci del 26 giugno scorso. Seduta posticipata a data da destinarsi proprio perché i tecnici contabili chiedono più tempo per dare il loro via libera al progetto. Dubbi e distinguo che mettono dunque all’angolo l’asse Ancona-Osimo stretto da Mancinelli e Pugnaloni, che nell’operazione vedono ruoli da protagonista per Multiservizi e Astea, tramite il consorzio dei Comuni della Valmusone Ecofon (leggi l’articolo).  L’azienda unica dei rifiuti sarebbe dovuta entrare in funzione già da inizio anno, ma le scadenze finora sono sempre state posticipate e l’ultima “deadline” del 15 settembre per creare la nova società unica sembra difficile da rispettare. Cgil, Cisl e Uil intervengono nello stallo, ricordando che in gioco ci sono anche decine di posti di lavoro. Nel caso di un mancato accordo per l’affidamento “in house” del servizio rifiuti dell’intera Provincia, cioè senza gara d’appalto ad una nuova società pubblica, alla scadenza dei contratti di servizio in ciascuna città, i privati potrebbero farsi avanti e subentrare nella raccolta dei rifiuti dei singoli Comuni. “Quanto sta accadendo in merito alla costituzione del gestore unico dei rifiuti per la provincia di Ancona preoccupa fortemente” scrivono Cgil, Cisl e Uil. “Ulteriori ritardi che appaiono dettati, più che da questioni tecniche, da visioni politiche diverse (e magari egoistiche) tra Comuni e tra alcuni di essi e l’ATA: in barba a qualsiasi visione di lungo periodo. Sembrava un’operazione sulla via della conclusione, invece gli ulteriori ritardi che ci sono stati pongono forti dubbi e perplessità sulle volontà politiche: il tutto infatti è stato rinviato a data da destinarsi. Il gestore unico dei rifiuti è un disegno politico ambizioso quanto virtuoso: un progetto industriale che finalmente risponde sia alle esigenze dei cittadini – in quanto si va verso un servizio sempre più puntuale ed efficiente – sia alle esigenze del mondo del lavoro, visto che rappresenta una garanzia di stabilità occupazionale di qualità del lavoro, con le necessarie tutele del caso. Un progetto perciò che per il sindacato è irrinunciabile” concludono le segreterie di Cgil, Cisl e Uil, mettendo in guardia dei rischi in termini di efficienza, tariffe, controllo del servizio e salvaguardia dei posti di lavoro.

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