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Ancona, addio anche alla serie D

CALCIO – Con poche righe, l’ad Miani ha ufficializzato la rinuncia all’iscrizione nei Dilettanti. Non resta che formare una nuova società e ripartire dalla Eccellenza

Un nuovo fallimento, una nuova retrocessione che stavolta non passa dal verdetto del campo. Servivano circa 1,2 milioni di euro per saldare i debiti, salvare l’Ancona 1905 (leggi l’articolo), iscriversi al campionato di Serie D e tornare a giocare dopo essere sprofondati ultimi in classifica in questa annata di Lega Pro. Non sono arrivati i soldi, non è arrivata l’iscrizione e come è stato per l’Ancona Calcio, anche l’Ancona 1905 è arrivata al capolinea. E’ stata la società, con poche telegrafiche righe, ad alzare bandiera bianca e rendere ufficiale l’addio al campionato. “L’U.S. Ancona 1905 srl comunica di dover rinunciare all’iscrizione al campionato di calcio di serie D stagione 2017/’18 – si legge nella nota -. La rinuncia avviene nel momento in cui le difficoltà della società non permettono il perfezionamento dell’operazione di salvataggio. La società ringrazia tutti coloro hanno contribuito e partecipato all’estremo tentativo di salvare la nostra società, fino alla fine. Informazioni e documenti relativi a questa fase sono a disposizione di chi é rimasto vicino alla U.S. Ancona 1905 srl”. Così viene decretata la fine di quella che fino ad oggi era la prima squadra di calcio della città. L’ultimo tentativo in extremis per l’iscrizione al campionato era stato azzardato dall’ad Miani lo scorso 11 luglio, a 24 ore dalla scadenza da “dentro o fuori”: l’Ancona si era iscritta al campionato, ma con una iscrizione in “bianco”. C’era tempo fino al 29 luglio per presentare le integrazioni dei documenti, ma soprattutto le garanzie economiche, la fideiussione e il saldo dei debiti sportivi. Nonostante il tentativo, oggi è arrivata la resa. Nemmeno le cifre da ripianare sono mai state chiarite: per Miani sarebbero stati “solo” 300 mila euro di arretrati, ma gli imprenditori che si sono avvicinati all’Ancona 1905 per cercare di capirne i bilanci hanno conteggiato almeno 1,2 milioni di euro necessari per il salvataggio, di cui 800 mila euro di pagamenti ai tesserati e 400mila euro di morosità e passivi con fornitori ed erario. Forse di più. Ora lo scenario possibile resta solo uno: riunire i volenterosi, fondare una nuova società e ripartire da un gradino ancora più basso dei Dilettanti, l’Eccellenza. L’unica cosa che potrebbe salvarsi dal naufragio della gestione Miani sono il marchio del Cavaliere Armato e dell’Unione sportiva. Almeno questi dovrebbero essere al sicuro, a differenza dell’Ancona di Petocchi, quando toccò ad Andrea Marinelli tirare fuori oltre 40 mila euro per ottenere l’uso di nuovo del marchio. Ai tifosi di Sosteniamolancona restano da saldare 3.880 euro (sul valore totale di 42mila euro) per la proprietà dei marchi dalla società. Il Cavaliere Armato sarà quindi donato al Comune, che ne sarà custode e potrà concedere l’utilizzo a chi ne farà richiesta.

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