Disservizi e file interminabili al Cup di piazza del Comune, l’onorevole Luigi Giacco e Michelangelo Tumini di Sinistra Italiana denunciano la “politica scientifica della malasanità” e il rischio chiusura del Poliambulatorio. L’ultimo episodio stamattina, alla riapertura del servizio dopo due giorni di stop dovuti alla malattia dell’unico dipendente rimasto in servizio allo sportello al pubblico. “Due dipendenti sono andati in pensione recentemente ed un altro responsabile ci andrà a breve e nessuna politica del personale socio sanitario ha previsto le loro sostituzioni. Più chiaro di così” scrivono gli esponenti della Valmusone di Sinistra Italiana, riferendo dell’ultima giornata di disagi. “Oltre cento persone hanno constatato il funzionamento scientifico della malasanità – raccontano Giacco e Tumini -. Dopo due giorni di chiusura del servizio ticket e servizi amministrativi dell’Asur (lunedì e martedì), a causa della malattia dell’unico dipendente rimasto in servizio, dalle ore 8 del mattino, come da orario previsto oggi giovedì 3 agosto, decine e decine di cittadini hanno preso regolarmente il proprio numero e hanno iniziato la fila. Alle ore 9,30 già i numeri previsti erano esauriti e molti cittadini hanno iniziato una coda autogestita nella speranza di ricevere il servizio entro le ore 12,30 previste”. Una speranza inutile, vista la presenza dell’unico impiegato allo sportello. Dopo ore di attesa, alcuni cittadini hanno iniziato a chiedere spiegazioni, prima ai responsabili del Poliambulatorio, poi al sindaco Pugnaloni, quindi anche al dirigente dell’area vasta Maurizio Bevilacqua. “Risultato? Si è capito che i cittadini di Osimo, dopo la perdita dei servizi ospedalieri, dopo la mancata qualificazione dei servizi del pronto soccorso, dovranno subire anche la perdita dei servizi del Poliambulatorio” concludono Giacco e Tumini. “Il Partito della Sinistra Italiana, attivo nella Valmusone e a livello regionale continuerà a restare a fianco dei cittadini per denunciare tale scempio del Sistema Sanitario Nazionale perpetrato da una politica sanitaria regionale che, senza offrire alternative adeguate di servizi, pianifica ed esegue, nel silenzio anche degli stessi cittadini osimani fin troppo pazienti silenziosi, la chiusura non solo dell’ospedale di rete, ma anche dei servizi ambulatoriali e territoriali. Grazie Ceriscioli”.
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Basta pensare che x un ecografia con il servizio sanitario da Osimo ti dicono che c è posto ad Ascoli o San Benedetto del Tronto!!!!!!!