Carlo Gobbi, insegnanti di intere generazioni di scolari osimani, e appassionato studioso di storia locale è tornato a rivolgersi console polacco di Ancona Cristina Gorajski e al sindaco di Osimo perché sia data “degna sepoltura ai resti dei soldati polacchi morti in territorio di San Paterniano nel periodo che va dal 1 al 17 luglio 1944. Non si possono, ancora, lasciare 20 scheletri, in una situazione precaria, dentro dei sacchi, all’interno della chiesetta del cimitero di San Paterniano. E’ doveroso dare una dignitosa sepoltura nello stesso cimitero” scrive sui social il maestro Gobbi, 85 anni, autore del volume “Quota 360, il monte della Crescia”.
Nel suo libro racconta il passaggio del fronte tra San Paterniano di Osimo e Offagna e lo scontro cruento tra le truppe tedesche e quelle polacche attraverso le immagini e le parole del diario di un sacerdote, don Fulvio Badaloni. Una battaglia che fu strategica per la liberazione della città ma anche del porto di Ancona. La lettera per sollecitare una giusta sepoltura alle ossa dei soldati polacchi è stata inviata anche ad Astea Servizi, che gestisce i servizi cimiteriali per conto del Comune di Osimo, e al responsabile dell’ufficio Anagrafe del Comune di Osimo. I soldati polacchi caduti nel comprensorio di Loreto, Osimo, Castelfidardo e Ancona furono in totale 536. Tutti giovanissimi, morti nei giorni dal 1 al 15 luglio 1944. Molti furono sepolti a Loreto.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
In un momento storico come questo, più che mai, dobbiamo guardare alle nostre radici per rafforzare la ns. identità di italiani e dobbiamo sempre essere grati a chi ha speso la propria vita per un’idea di libertà comune.
–
Questo pensiero di gratituidne sia anche occasione per promuovere intenti comuni contro nemici interni come lo stato che ci dissangua, tradisce, delude e contro il negrame parassita che usa i veri rifugiati da zone di guerra come un cavallo di troia per mettere alla prova la ns. pazienza.