di Adriana Malandrino
(foto Giusy Marinelli)
E’ stato affidato a un titolo forte come la Carmen di Bizet, nuovo allestimento del Massimo dorico, l’apertura ieri sera della 15esima stagione lirica del Teatro delle Muse. E il pubblico ha risposto numeroso, agghindato da gran sera, impaziente di ascoltare il debutto nel ruolo del mezzosoprano reggiano Martina Belli. La direttrice di Marche Teatro, Velia Papa, assieme al direttore artistico Vincenzo De Vivo, fanno gli onori di casa. Tra il secondo e il terzo atto la Papa si concede una sosta al bar con il sindaco Valeria Mancinelli: un commento alla serata e via di nuovo in platea. Gli abbonati sono in aumento rispetto allo scorso anno (il teatro dichiara un + 35%), la soddisfazione è dunque tangibile. Il Maestro Guillaume Tourniaire, con piglio sicuro e rassicurante, guida l’Orchestra Rossini (in un organico che potrebbe essere più consistente nelle file degli archi). Le tre ore e trenta di spettacolo (un intervallo, e due brevi pause tra il primo e il secondo atto, e tra il terzo e il quarto, con qualche incauto spettatore che si avventura al bar o al bagno) scorrono. La Belli supera la prova, ma la vera star della serata è il soprano Francesca Sassu, applauditissima nel ruolo di Micaela. Domani, ore 16, Carmen replica: superata l’emozione della prima, si confida in una rappresentazione più sensuale, sanguigna e carnale dell’intero cast (figuranti inclusi, impegnati, in particolare nel secondo atto, in accennati e sbiaditi movimenti scenici) come ci si aspetterebbe dalla regia di Francesco Saponaro, e nel superamento di qualche sbavatura tecnica riscontrata ieri sera (relativa soprattutto alle luci). Carmen è donna che non accetta compromessi.
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