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Casa del Mutilato,
servono almeno 2 milioni e mezzo
per il recupero

ANCONA – Incontro in Regione con il comitato civico che ne chiede lo stop alla vendita. Sturani: “Mi impegno per un progetto tecnico di valutazione preliminare”

di Giampaolo Milzi

Probabile marcia indietro per la vendita della chiusa, malandata ma ancora bellissima Casa del Mutilato, perché all’ente Regione Marche proprietario c’è chi pensa ad una futura riconversione – delineata da tempi quanto mai incerti – ad uso polo culturale dell’edificio in stile neo-classico “littorio-fascista”, realizzato nel 1937 dall’architetto anconitano Eugenio Petetti. Lo pensa e l’ha detto ieri, lunedì, Fabio Sturani, rappresentante e collaboratore strettissimo del presidente della Giunta regionale Ceriscioli, al tavolo di consultazione tenutosi al Palazzo delle Marche in piazza Cavour. Un’apertura, quella di Sturani, alla proposta formulata nel maggio scorso dai portavoce del Comitato civico (presenti al tavolo) per la valorizzazione dell’elegante immobile che si affaccia ad Ancona all’inizio di corso Mazzini. La brutta notizia è che per ristrutturare a norma questo immobile – in stato di progressivo e vergognoso degrado da quando, circa 10 anni fa, non ospita più gli uffici del Consiglio regionale (trasferitisi all’ex Palazzo delle Ferrovie in piazza Cavour – il massimo ente locale deve reperire almeno 2 milioni e mezzo di euro. Un mucchio di soldi necessari per rifare a dovere tutta l’impiantistica e le opere di restauro e risanamento interne ed esterne (infissi deteriorati, marcite le finiture lignee, sporcizia diffusa, scritte in vernice spray) oltre che assicurare la non vulnerabilità sismica La bella notizia è che al tavolo di ieri – presenti anche Daniele Salvi, capo di gabinetto del presidente del Consiglio regionale Mastrovincenzo, Paola Marchegiani in rappresentanza dell’assessore regionale alla Cultura Moreno Pieroni, l’assessore comunale alla Cultura Paolo Marasca e l’onorevole Piergiorgio Carrescia – Sturani ha assicurato di impegnarsi su due punti legati strettamente fra loro: realizzazione da parte della Regione di un’indagine spannometrica di pre-fattibilità per stimare esattamente l’onere della generale ristrutturazione della Casa del Mutilato (solo se si valuta che occorrono circa 1500 euro per ciascuno dei 1600 metri calpestabili dei tre piani più seminterrato ci si fa un’idea dell’impresa economica); convincere l’assessore regionale al Patrimonio, Fabrizio Cesetti, ad avallare l’indagine preliminare e a prendere atto, pragmaticamente, che alla Regione conviene tenersela la Casa del Mutilato, in quanto le possibilità che vada in porto una sua vendita grazie al successo di una messa all’asta (le prime tre sono andate deserte) o di una trattativa privata sono davvero minime. Va ricordato che il 30 giugno scorso, rispondendo ad una interrogazione del consigliere regionale del M5Stelle Gianni Maggi, Cesetti si era attestato sulla originaria linea strategica: “La Casa del Mutilato resta destinata alla vendita e, per tale motivo, sono esclusi lavori di manutenzione straordinaria e/o di valorizzazione, in quanto gli stessi determinerebbero un ingiustificabile onere finanziario a carico della Regione piuttosto che dell’acquirente”. Tuttavia Cesetti aveva lasciato uno spiraglio molto stretto aperto all’sos pro valorizzazione e contro l’alienazione lanciato dal Comitato civico: “Non dispero di poter proporre l’assegnazione di questo bene a qualche istituzione pubblica o a qualche associazione di rilevanza pubblica che si faccia carico degli oneri di ristrutturazione”. Assegnazione in che modo? Magari tramite un comodato d’uso gratuito, giustificato da finalità pubbliche”. Cautamente ottimista Sturani: “Parlerò con Cesetti, penso proprio che la Regione realizzerà l’indagine di pre-fattibilità, su questo c’è anche la disponibilità di un aiuto dalla facoltà di Ingegneria dell’Università Politecnica delle Marche (al tavolo c’era anche il prof. Clini, ndr.). Quanto al depennamento della previsione di una nuova asta, nessun problema: “Basta una semplice delibera di Giunta”. Il problemone, invece, è rappresentato dal secondo step: trovare le risorse finanziarie per la ristrutturazione. Sturani: “Al tavolo si è deciso che la Regione, anche tramite la sua agenzia Svim, possa impegnarsi a sondare l’accesso a fondi ministeriali, penso a quelli Mibact, di bandi comunitari per servizi e/o infrastrutture, di sponsor privati, di fondazioni bancarie. Anche l’on. Carrescia è disposto a darci una mano in questo senso”.

Il balcone Arengario di Mentore Maltoni, nella foto di Silvia Breschi

Trovate le risorse, il terzo passaggio, sull’avallo dell’ipotesi di gestione come polo anconetano di storia moderna e contemporanea caldeggiata dal Comitato, coordinato dall’avvocato Angelo Gattafoni, composto da membri delle associazioni Mutilati e invalidi di guerra, Mazziniana, Città Futura, dell’Istituto Gramsci e da autorevoli cittadini, per lo più professionisti. Tra questi ultimi Alessandra Maltoni, una specie di “madrina” del comitato, nipote di Mentore Maltoni, lo scultore anconetano che forgiò l’Arengario, cioè la stupenda balconata, che si protende, oltraggiata dalla fuliggine, dalla facciata principale del palazzo, costellata quest’ultima di fregi, stemmi ed ornamenti corrosi anch’essi dallo snog; e Lucia Blasi (anche lei presente al tavolo), nipote di Sanzio Blasi, l’autore della magnifica statua in marmo di Carrara della Vittoria Alata presente e celata al pubblico dentro la Casa del Mutilato. Stessa sorte per un fregio nella ex sala delle conferenze e per altri dipinti murali firmati da Otello Giuliodori. Che, sembra una barzelletta, esistevano e quasi certamente ancora esistono, ma vanno individuati, perché probabilmente coperti da pannelli di cartongesso o intercapedini poste oltre 15 anni fa quando nella Casa del Mutilato si insediò il Consiglio regionale. La Soprintendenza – che ha vincolato la Casa del Mutilato come bene d’interesse storico-architettonico -ha chiesto che la Regione individui anche il bell’altorilievo raffigurante San Sebastiano, realizzato da Alderige Giorgi, ad ornamento del Salone delle feste.
Infine, ammesso che si compiano i passaggi sopra citati, anche i soggetti, molti parte del comitato, candidatisi a stabilirsi nel nuovo polo museale (che potrebbe ospitare anche la Deputazione di Storia patria per le Marche),
dovranno darsi da fare, con l’aiuto magari di speciali contributi regionali e soprattutto di fondi statali o sponsor privati, per trovare i fondi per la sistemazione interna del nuove polo, con magari una sala comune per conferenze, e uffici diversificati. Il tavolo è stato aggiornato a fine novembre-inizi di dicembre.

Palazzo del Mutilato all’asta o in concessione, la Regione lancia l’appello ai privati

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