Cronaca di una morte annunciata. Tramonta per Osimo la possibilità di riportare l’Ufficio del giudice di Pace in città. Sull’ultima gazzetta ufficiale, la numero 230 del 2 ottobre 2017, è stato infatti pubblicato il decreto del Ministero della Giustizia dello scorso 29 settembre che esclude Osimo dall’elenco delle sedi ripristinate con oneri a carico degli enti locali, dopo la soppressione dell’Ufficio del Giudice di pace nel 2014. Dopo l’ennesimo rinvio concesso (leggi l’articolo), di fronte all’inottemperanza del Comune per vari problemi, il ministero ha decretato l’esclusione della città dei senza testa. Lo scorso 19 settembre il sindaco del Comune di Osimo, nel rappresentare il mancato superamento delle criticita’ che ostacolavano la riattivazione del presidio giudiziario, ha richiesto un ulteriore rinvio, di almeno un anno.
Il ministero ha messo la pietra tombale sulla vicenda, dopo aver letto la nota del 19 settembre 2017, con cui “il presidente del Tribunale di Ancona evidenziava – si legge del decreto ministeriale- che il Comune di Osimo non ha fornito riscontro sulla sussistenza dei requisiti previsti dalla circolare del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del 12 maggio 2015 e sulla esatta ed effettiva ubicazione dell’immobile prescelto come sede giudiziaria, rappresentando, pertanto, l’impossibilita’ di prevedere l’attivazione dell’ufficio del giudice di pace di Osimo nei termini previsti dal citato decreto ministeriale 31 maggio 2017”.
Considerato che “la mancata ottemperanza da parte degli enti locali interessati, nei termini prescritti e gia’ oggetto di plurime proroghe, agli oneri connessi alla riattivazione del rispettivo ufficio del giudice di pace determina la decadenza dell’istanza di ripristino del presidio giudiziario, essendo venuto meno un requisito essenziale dell’istanza presentata ai sensi della norma innanzi citata” il ministero ha ritenuto “di dover escludere l’ufficio del giudice di pace di Osimo dall’elenco delle sedi ripristinate con oneri a carico degli enti locali, specificamente individuate dall’allegato 1 al decreto ministeriale 27 maggio 2016, ristabilendo la vigenza delle disposizioni soppressive emanate in attuazione della delega prevista dalla legge 14 settembre 2011, n. 148”
—LA CRONISTORIA—
Gennaio 2012 – Ufficio del giudice di pace di Osimo è a rischio chiusura, si mobilitano gli avvocati del Foro di Osimo. Nella Sala Gialla vengono presentati due ordini del giorno dalla maggioranza delle liste civiche e dal gruppo di minoranza del Pd, unificati in un unico documento e poi votato all’unanimità. L’odg impegna l’amministrazione comunale ad attuare tutte le misure che evitino la soppressione dell’Ufficio osimano prevista come per altre città in Italia dal decreto legislativo sul riordino della rete dei tribunali che offre la possibilità ai Comuni di accollarsi le spese di utenze, affitto locali e degli stipendi del personale di cancelleria (quelle dei giudici restano a carico del ministero) “L’amministrazione comunale porterà all’approvazione l’atto d’indirizzo a sostegno del mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace che prevede il coinvolgimento e l’impegno congiunto dei Comuni del circondario.- fa sapere in un comunicato stampa il Comune di Osimo- Il sindaco ha già convocato i colleghi dei Comuni che fanno riferimento all’Ufficio del Giudice di Pace di Osimo al fine di valutare i criteri di ripartizione degli oneri finanziari relativi. La norma che ha previsto la soppressione dell’ufficio giudiziario consente infatti che tale eventualità si può scongiurare se gli enti locali se ne assumono gli oneri di funzionamento. E’ da ricordare infatti Comune di Osimo già intervenne economicamente per la creazione della sede e provvede tutt’ora al mantenimento della stessa”.
Ottobre 2012 –Mantenimento dell’ufficio del giudice di pace con la gestione associata dei Comuni: si è ridotto a un incontro ‘a due’, tra i rappresentanti di Osimo e di Castelfidardo, il vertice convocato dagli amministratori osimani con i colleghi delle città comprese nella circoscrizione giudiziaria. Insomma è stata fumata grigia ed il tempo stringe. Dopo la pubblicazione del decreto legge che taglia le sezioni decentrate del tribunale di Ancona, entro novembre il sindaco Stefano Simoncini dovrà comunicare al presidente del Tribunale di Ancona se l’ufficio osimano resterà in vita con la concorrenza dei Comuni di Osimo, Castelfidardo, Loreto, Offagna, Agugliano, Polverigi e Filottrano nel sostenere la spesa dei 241.000 euro necessari ogni anno per garantirne la sopravvivenza. La Sala Gialla aveva già votato un odg per aderire alla proposta, Castelfidardo invece si è espresso negativamente in sede consiliare per i vincoli imposti al rispetto del patto di stabilità in bilancio. Difficoltà condivise dagli altri enti locali. Ritenendo che il servizio offerto dal giudice di pace è di fondamentale importanza per tutta la comunità, Simoncini ha esperito nei confronti degli altri sindaci un terzo tentativo. “Se la risposta negativa fosse confermata, dovremo rinunciare alla sede del giudice di Pace” aveva annunciato in Consiglio comunale. Per pagare gli stipendi dei dipendenti e le bollette telefoniche e energetiche, secondo la prima ripartizione spese, Osimo dovrebbe accollarsi 93.990 euro (scesi a 83.000 nella seconda); Castelfidardo 52.750 euro, Loreto con 34.945, Offagna con 12.049 (sceso a 4000), Agugliano 13.428, Polverigi 12.049 e Filottrano 27.150 euro. La ristrutturazione del tribunale osimano di via Molino Mensa, inaugurato nel 2009, era costata quasi 4 milioni di euro.
Dicembre 2012 – Sindaco e assessori sono costretti contro la loro volontà a deliberare il non mantenimento dell’Ufficio del giudice di Pace in gestione associata perchè le città confinanti hanno ritenuto il progetto oneroso. A marzo si è però delineata la possibilità di accorpamento dei mandamenti giudiziari di Osimo e Cingoli con convenzione anche delle città di Agugliano, Castelfidardo, Filottrano, Loreto, Offagna, Polverigi, Cingoli, Apiro, Poggio S.Vicino. E la Sala Gialla ha dato mandato alla giunta di presentare domanda mettendo a disposizione del Ministero, a titolo gratuito e per 5 anni, gli attuali locali già occupati dal giudice di Pace e ripartendo tra i Comuni le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria. A carico dello Stato sarebbero rimaste solo quelle di funzionamento e del personale amministrative. La circolare del Csm fa tenere che tutti gli sforzi siano stati vani.
Novembre 2013 – Il Comune di Osimo presenta domanda al Ministero della giustizia per la permanenza dell’ufficio del giudice di pace accorpato con quello del mandamento di Cingoli. Obiettivo: evitare lo smantellamento. Una recentissima circolare del Consiglio superiore della magistratura, però, sta facendo serpeggiare il dubbio che la domanda non sia stata accolta e che, dopo il trasferimento ad Ancona della sezione distaccata del tribunale, il palazzo di giustizia osimano rischi ora di essere chiuso del tutto. Nel rideterminare la piante organiche negli uffici che resteranno operativi sul territorio, il Csm, a fine ottobre, ha invitato infatti tutti i giudici di pace in servizio a rimuovere le eventuali cause di incompatibilità territoriale con la nuova mappa delle circoscrizioni giudiziarie oppure a chiedere il trasferimento in altre sedi operative. Ma elencando gli uffici disponibili nel distretto di Ancona ha fatto riferimento solo a quello del giudice di Pace di Ancona dove sono disponibili 8 posti, a quello di Senigallia (2 posti) e a quello di Fabriano (1 posto), tralasciando di menzionare, come se non esistessero più, quello di Jesi e di Osimo, sebbene quest’ultimo sia addirittura sotto organico perchè è rimasto a lavorarvi solo un giudice onorario sui 2 previsti. Una prospettiva che ha mandato in fibrillazione operatori e avvocati, e che rischia di neutralizzerebbe i buoni propositi dell’amministrazione Simoncini. Dopo la pubblicazione delle tabelle ministeriali sulla riduzione degli uffici del giudice di pace, entro il 29 aprile i Comuni dovevano inoltrare al Ministero l’istanza di mantenimento della sede o dell’accorpamento di uffici limitrofi soppressi. La giunta osimana ha colto al balzo la palla.
Gennaio 2014 – Dal prossimo 30 aprile gli uffici del giudice di pace di Osimo saranno trasferiti ad Ancona ma sono già in corso da mesi trattative con il ministero perchè negli spazi dell’ex Tribunale di via Molino Mensa, traslochi il commissariato di Ps. Il sindaco Simoncini ribadisce che per il mantenimento del servizio del giudice di pace “è stata data la massima disponibilità a sobbarcarsi gli oltre 200.000 euro di costi necessari al mantenimento suddividendo la spesa, pro quota, con gli altri Comuni che fanno parte della circoscrizione. Di fronte al loro diniego, dovuto principalmente al difficile quadro economico, e a quello del Ministero sulla possibilità di un accorpamento con il giudice di pace, non abbiamo potuto che arrenderci”.
Marzo 2014 – Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha firmato il decreto che dispone il mantenimento di 285 uffici del giudice di pace a seguito della recente riforma delle circoscrizioni giudiziarie. Dalla lettura del documento si è avuta l’amara presa d’atto che a differenza di Jesi, Senigallia e Fabriano, mentre nella provincia di Ancona, Osimo con 34.500 abitanti, è l’unico Comune che non riuscito a salvare la propria sede. Solo 12 sono state le domande rigettate sulle 297 avanzate e nelle Marche risultano mantenuti gli uffici in città più piccole come Cagli, Macerata Feltria e San Severino. Le polemiche non sono tardate. Il sindaco Stefano Simoncini ricorda che “l’amministrazione era pronta a sobbarcarsi il costo dell’ufficio se solo gli altri 6 Comuni coinvolti (Castelfidardo, Offagna, Loreto, Filottrano, Sirolo e Numana) avessero contribuito ai 230.000 euro annui pro quota. Non è avvenuto -scrive- Non trovo giusto che un tale esborso sia caricato sulle spalle degli osimani per un servizio che dovrebbe essere a carico dello Stato. Quei soldi li tradurremo in minori tasse per gli osimani”.
Aprile 2014 – Si chiude. Gli uffici del giudice di Pace di Osimo, come quelli del tribunale, sono trasferiti ad Ancona.
Settembre 2014 – L’ampliamento della competenza dei Giudici di Pace previsto dal progetto di riforma della magistratura civile tracciato dal Ministero, riaccende la speranza di riaprire l’ufficio del giudice di pace. In previsione di un aumento del numero dei processi destinati ai magistrati onorari, e di attribuzione di cause di maggior valore, ha suggerito ai Comuni di Osimo, Castelfidardo, Loreto e Filottrano di unirsi e firmare un protocollo d’intesa per garantire la copertura delle spese per riprendersi l’ufficio oggi trasferito ad Ancona. Si è insediato il nuovo sindaco Simone Pugnaloni (Pd) e il documento siglato a palazzo comunale di Osimo, sarà consegnato nelle mani del ministro Andrea Orlando il 3 ottobre ad Ancona. Il dicastero della Giustizia dovrà, poi, pronunciarsi entro il 30 ottobre. “Noi speriamo che la proposta, sebbene tardiva, sia accettata perchè il giudice di pace è un punto di riferimento territoriale per i cittadini” auspica il vice sindaco osimano, Mauro Pellegrini. La soluzione studiata dai 4 Comuni quantifica in 20.000 annui da accollarsi tra bollette e servizio pulizia. Oltre ad offrire in comodato gratuito i locali dell’ex palazzo di giustizia, Osimo metterà a disposizione il 1° dei 3 dipendenti necessari, Castelfidardo il 2°, Loreto o Filottrano il 3° o in cambio verseranno una cifra minima aggiuntiva.
Febbraio 2015 – “Sono stati riaperti i termini per le sedi dei Giudici di Pace che erano state soppresse. Uno spiraglio per Osimo e la Valmusone. Un emendamento al decreto 1000 proroghe, approvato dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera in sede referente e che diverrà legge dopo l’approvazione da parte dell’Aula della Camera e poi del Senato, entro il 1 marzo prossimo, ha previsto che entro il 30 luglio 2015 gli enti locali interessati anche consorziati tra loro, le Unioni di comuni, nonché le comunità montane possono richiedere il ripristino degli uffici del giudice di pace soppressi facendosi carico delle spese amministrative”. Lo fa sapere l’on. Piergiorgio Carrescia (Pd).
Ottobre 2015 – Il sindaco Simone Pugnaloni, dal suo profilo fb annuncia il ritorno del Giudice di Pace ad Osimo. “E’ ufficiale – scrive il primo cittadino- Il ministero della giustizia ci comunica che ad Osimo tornera’ il giudice di pace”. Dopo l’ok del ministero ora dovranno essere inseriti in bilancio i fondi per finanziare l’operazione che potrebbero essere inserite come variazioni nell’assestamento di bilancio di novembre oppure direttamente nel bilancio 2016.
Maggio 2016 – Dal documento unico di programmazione 2016-2018 si evince che il Comune di Osimo sta per esaurire il pagamento degli interessi passivi per il mutuo acceso per ristrutturare nel 2004 l’ex S.Carlo. Per le spese del servizio giustizia in bilancio sono previsti 40.020 euro per il 2016, nel 2017 circa 34.316 euro e nel 2018 altri 28.310. Una volta che il Ministero avrà accolto l’istanza di ripristino dell’ufficio del giudice di pace,si potrà formalizzare la convenzione con gli altri Comuni. Nel frattempo Osimo si avvantaggia acquisendo le prescrizioni sulla vulnerabilità sismica dell’immobile con una volumetria di 10.500 mc, secondo la normativa più recente. Nel piano triennale delle opere pubbliche, quest’anno sono stati, infatti, inseriti 300.000 euro per finanziare la messa a norma antisismica della torretta dell’ex tribunale. E’ stato inoltre affidato, l’incarico ad un ingegnere (4.270 euro) per la verifica della vulnerabilità sismica anche della parte bassa dell’ex palazzo di giustizia.
Ottobre 2016 – Il terremoto che ha ferito le Marche cambia i piani. Per mettere a norma l’ex Tribunale di via Molino Mensa servono troppi soldi. Il Comune di Osimo valuta di reperire una nuova sede per l’Ufficio del giudice di Pace.
Giugno 2017– Il Miinistero della giustizia aveva fissato la data di inizio del funzionamento dell’ufficio del giudice di pace prima al 2 gennaio, poi al 1 giugno 2017. Il Comune di Osimo ha chiesto per entrambe le date una proroga al presidente del Tribunale di Ancona proprio per gli eventi sismici che hanno interessato le Marche. Lo scorso 11 maggio viene concessa a Osimo, come termine ultimo la data del 30 settembre 2017. Il sindaco Simone Pugnaloni ha lanciato un messaggio di speranza (leggi l’articolo). Il resto è storia.
(m.p.c.)
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