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Ubi incorpora Carilo
e Banca Adriatica, Fondazione
e Bcc si rivolgono al Garante

CREDITO - La presidente Fulvia Marchiani teme ripercussioni sul territorio e esprime contrarietà. L'istituto civitanovese invece segnala come si rischiano ripercussioni negative per personale e imprese legate a Cassa di risparmio di Loreto ed ex Bm

Il progetto di Ubi banca di incorporare la Carilo ha portato ad un doppio ricorso dell’Autorità garante della concorrenza sul mercato. Uno è del presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Loreto, Fulvia Marchiani, l’altro è della Banca di credito cooperativo di Civitanova e Montecosaro che aveva da tempo annunciato l’interesse all’acquisizione degli sportelli Carilo e avviato trattative che lo scorso 3 ottobre sono state interrotte da Ubi banca. Ieri Marchiani ha scritto, oltre che al garante, anche a Banca d’Italia, per segnalare «la mancata valutazione della concentrazione di sportelli determinata dal processo di fusione per incorporazione di Nuova Banca Marche e di Carilo all’interno di Ubi Banca. Riteniamo che non sia stato valutato il fatto che Carilo è a tutti gli effetti un soggetto giuridico autonomo rispetto agli altri attori della fusione ed è partecipata anche dalla Fondazione Cassa di risparmio di Loreto».

Fulvia Marchiani, presidente Fondazione Carilo

Marchiani ha anche notificato a Banca Adriatica (ex Banca Marche) e a Ubi l’atto di citazione mediante il quale «la Fondazione si oppone alla fusione per incorporazione della Banca Adriatica spa in Ubi Banca spa, paventando il rischio che il nuovo soggetto giuridico riveniente dalla fusione non sia in grado di soddisfare le ragioni creditorie della Fondazione medesima – scrive Marchiani –. Ragioni creditorie che trovano origine nell’azione legale promossa nel dicembre 2014 contro Banca delle Marche spa per la violazione dei principi di corretta gestione societaria ed imprenditoriale nell’esercizio, quale capogruppo, dell’attività di direzione e coordinamento nei confronti di Carilo. Tutte le azioni legali intraprese sono patrocinate dall’avvocato Fabio Messi dello studio legale Iure Mrr di Macerata che si è avvalso della consulenza del professor Stefano Acquaroli per la parte economica e finanziaria. Mi preme ribadire – dice ancora Marchiani –, che la Fondazione sta portando avanti queste azioni, con grande determinazione e con grande dispendio di energie, perché siamo fermamente convinti che le ripercussioni sul tessuto socio-economico, derivanti dall’intero progetto di fusione, già nel breve periodo, non siano ancora state ben comprese. Gli esuberi delle unità lavorative, le sovrapposizioni degli affidamenti, a seguito delle fusioni delle 3 banche in risoluzione, le nuove norme imposte dalla Banca centrale europea sugli accantonamenti dei crediti deteriorati, produrranno importanti effetti. Se possiamo evitare parte di questi problemi al territorio, oltretutto in presenza di un soggetto dello stesso territorio che vuole intervenire (la Bcc, ndr), ritengo che sia obbligatorio per tutti noi riflettere sull’intera vicenda, soprattutto per le modalità con cui si è sviluppata. Vorrei infine evidenziare che il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la mozione nella quale si stimola la giunta regionale ad un impegno a favore dell’acquisizione di Carilo spa da parte della Bcc di Civitanova e Montecosaro».

Sandro Palombini presidente del Cda di Bcc Civitanova

E anche la Bcc non è rimasta con le mani in mano e ha scritto al garante spiegando di avere interesse all’acquisto di Carilo e che ha interesse a mantenere viva una realtà radicata nel territorio, cosa che non avverrebbe, a dire della Bcc, con la fusione in Ubi. Inoltre chiede al garante di valutare se con la fusione «non si determini operazione di rafforzamento di posizione dominante sul mercato». Secondo la Bcc le operazioni di Ubi porterebbero a una forte sovrapposizione degli sportelli con ripercussioni negative per il personale e una concentrazione delle linee di credito tale da richiedere una drastica riduzione degli affidamenti in capo a quelle imprese che operano attualmente con Carilo e contestualmente con l’ex Banca Marche (oggi Banca Adriatica) e l’ex Banca popolare di Ancona (oggi Ubi)».

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