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Soppalco e cultura:
il Mercato delle Erbe diventa
“teatro del gusto”

ANCONA – Un aumento della superficie di 543 metri quadri al secondo piano e l'uso del contenitore per iniziative culturali, mantenendo il mercato ortofrutticolo. Così il Comune cerca di attirare gli investitori per il progetto da circa 1,5 milioni di euro per la ristrutturazione. Ogni restyling però dovrà essere approvato dalla Soprintendenza

L’interno del Mercato delle Erbe

 

Un soppalco al secondo piano per un aumento di superficie del 25%, pari a 543 metri quadri, e più iniziative culturali, per rendere il Mercato delle Erbe il “teatro del gusto” e presidio della “marchigianità”. Così il Comune cerca di attirare gli investitori per il progetto di recupero e rilancio da almeno 1,5 milioni di euro per il contenitore liberty di corso Mazzini. Approvata dalla giunta Mancinelli la variante urbanistica che consente l’ampliamento sia degli spazi, sia degli usi, per il mercato coperto. E’ il passo che anticipa il vero e proprio bando di concessione e gestione ai privati, dopo che negli scorsi mesi il Comune aveva chiamato all’appello tutti gli imprenditori interessati, chiedendo di presentare spunti e suggerimenti per rendere appetibile ed economicamente sostenibile lo sforzo dei privati. A quella chiamata a fine maggio avevano risposto in quattro, tra imprese e associazioni di categoria, ma l’interesse più concreto nella gestione del mercato sembra essere arrivato dall’azienda produttrice di pasta Filotea. Ecco dunque la variante urbanistica approvata dalla giunta. Aumentano gli usi: in aggiunta al mercato arriva il commercio al dettaglio con superfici fino a 250 metri quadri, pubblici esercizi e attrezzature per l’intrattenimento, attrezzature per lo spettacolo, uffici e studi professionali, sedi istituzionali e amministrative, artigianato di servizio e attrezzature culturali. Aumentano anche le superfici: 543 metri quadri da ricavare tramite un soppalco, in aggiunta ai circa 600 metri quadri già esistenti dei box al primo piano. Una mossa che dovrebbe consentire di rianimare con attività gastronomiche e di ristorazione tutta la galleria del primo piano. L’obiettivo indicato dal documento della giunta è un mercato “come centro di aggregazione, del piccolo intrattenimento culturale, con la possibilità di ospitare piccoli eventi e manifestazioni anche al piano terra, dove possono trovare spazio i banchi dei produttori agricoli, ma anche, in altri momenti della giornata o nei giorni festivi, altre attività”. “Quella attesa – conclude la delibera di giunta – è la realizzazione di un “teatro del gusto” basato sul binomio “cibocultura” in grado di cogliere le esigenze di un pubblico sempre più variegato e colto, un presidio della “marchigianità” quindi, in particolare nel campo enogastronomico, con un’offerta che spazia dal prodotto alimentare di qualità, alla piccola ristorazione e il piccolo intrattenimento, il tutto in una logica di promozione e riqualificazione del centro storico della città”. Il piano di fattibilità economico finanziario dell’operazione è già stato abbozzato dal Comune: servono almeno 1,5 milioni di euro di investimento per rimettere a nuovo il Mercato, in cambio verrà data la concessione di 30 anni al gestore. Se tutti gli spazi saranno affittati ci sarà un incasso per il gestore di 115mila euro annui, con una rendita annuale di 80 mila euro, al netto dei circa 30-35 mila euro di spese annue tra bollette e manutenzioni ordinarie (oggi il Comune incassa 80mila euro di affitti annui con il 77% degli spazi concessi tra banchi dell’ortofrutta e box del primo piano). Alla fine dei 30 anni il guadagno può essere di 2 milioni netti per chi si prenderà carico dell’investimento. La variante urbanistica prevede però anche le prescrizioni: ogni intervento di riqualificazione e restauro dovrà essere vincolato al nulla osta della Soprintendenza ai beni culturali.

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