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Il pianoforte di Verdi suona
all’Accademia dei Musici

INTERVISTA - Trenta pezzi pregiati, alcuni dell'età di Beethoven, esposti al Museo del pianoforte, uno dei gioielli dell'Accademia dei Musici di Fabriano. Il direttore artistico Claudio Veneri: "Fatichiamo a farci conoscere, ma qui sono restaurati e insegnati gli strumenti originali che hanno fatto la storia della musica"

 

Il M. Claudio Veneri mostra il rullo di carta bucato – la carta che suona – del pianoforte “Piano Player”

 

di Sara Bonfili

L’Accademia dei Musici di Fabriano, un’eccellenza che ha i patrocini del comune di Fabriano, del comune di Jesi, dell’Istituto Confucio, di Unicam, Unimc e Unipm. Il Maestro Claudio Veneri, direttore artistico dell’Accademia, racconta l’anima del gioiello contenuto nel complesso del San Benedetto, e che Fabriano dovrebbe valorizzare di più: il Museo del Pianoforte Storico e del suono. Ha una funzione accademica, organizza master di I e II livello in collaborazione con Unicam, proprio in questo periodo di difficoltà post-sisma, e una funzione storica, divulgativa e di valorizzazione del patrimonio: si possono conoscere gli strumenti storici, originali e li si può ascoltare “all’opera”.

Qual è la particolarità che rende questo museo speciale in Europa?

“Il museo contiene 30 pianoforti storici originali che hanno la particolarità di essere suonati da un pianista concertista e questo non accade in nessun’altra sala museale europea. Il concertista spiega in 50 minuti la storia dello strumento e la musica che si ascolta.  Strettamente collegato al Museo è il laboratorio di restauro di pianoforti storici, dove si riportano gli strumenti indietro al loro anno di nascita. Entrano in gioco tanti fattori: la conservazione delle caratteristiche orginali degli strumenti, la ricerca storica, i documenti d’archivio che testimoniano che i compositori erano in contatto con i costruttori di strumenti. Tutto per ricostruire quell’aspetto impalpabile dello strumento che è il suono”

Il M. Claudio Veneri al pianoforte durante una visita

Chi è responsabile dell’Accademia dei Musici?

“Siamo Valerio Veneri e Claudio Veneri, rispettivamente presidente e direttore artistico dell’Accademia dei Musici. Siamo orgogliosi di avere come testimonial Piero Angela, legato a noi da aspetti scientifici e fisici, e come presidente onorario il M. Riccardo Muti. Ricordiamo anche i corsi superiori in collaborazione con Unicam in scadenza il 30 novembre 2017, che si tengono nella sede di Fabriano per la parte storica,  e nel palazzo Honorati Carotti di Jesi per la parte dedicata agli strumenti novecenteschi, con docenti di conservatori”.

Cosa significa studiare da voi?

“Nei master è previsto il cossidetto performing art per gli studenti professionisti: gli studenti si esibiranno più volte durante l’anno, come in un festival, nei teatri delle regione e in tutta Italia. E inoltre si contribuisce a valorizzare le strutture dimenticate e restaurate ma non frequentate dal pubblico”.

Quali numeri avete raggiunto dalla vostra apertura?

“L’Accademia dei Musici è nata il 17 marzo 2012. Abbiamo circa 3.000 visitatori ogni anno, compresi gli studenti e i risultati migliori, com’è normale, li abbiamo avuti con scolaresche di fuori. Si può visitare senza prenotazione alle 10 e alle 11  e alle 16.30 e 17.30 nel fine settimana; negli altri giorni su prenotazione, per un numero minimo di dieci visitatori”.

Chi vi sostiene?

“Il Comune di Fabriano,  attraverso la concessione all’uso gratuito dei locali del San Benedetto. Di fatto non abbiamo delle sponsorizzazioni, ma contiamo sulla collaborazione dei comuni per gli spazi che facciamo conoscere per mezzo della nostra attività”.

Anticipiamo quali bellezze può ammirare un visitatore del museo?

“Tra gli ultimi pezzi della collezione c’è un piano che suona i rulli di carta forata, secondo un sistema scomparso che andava di moda circa 100 anni fa. Ci sono poi: un pianoforte suonato da Verdi per l’inaugurazione del 1857 del teatro di Rimini, il fortepiano Promberger (Vienna 1830) appartenuto a Filippo Marchetti proveniente dal Comune di Pievebovigliana (Mc), un pianoforte Pleyele, il modello preferito di Chopin e Rossini, e un pianoforte del 1810, proprio coevo a Beethoven”.

E’ una materia comprensibile da chiunque?

“Sì, per intenditori e semplici appassionati, poiché la visita guidata riesce a semplificare gli aspetti scientifici in modo rigoroso ma divulgativo. Abbiamo una sola difficoltà, farci conoscere, poiché il mondo culturale è disattento a questi aspetti. E’ una cultura preziosa a un costo bassissimo, solo i 6 euro del biglietto”.

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