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Operazione Multiservizi – Estra:
«Sarà conclusa entro il 2017»
M5S e sinistra all’attacco

ENERGIA – Il presidente Francesco Macrì del gruppo toscano esprime “soddisfazione” per l’ingresso della Provincia di Ancona con un 10% nella compagine sociale. Voto contrario dei Comuni di Fabriano, Jesi e Castelfidardo, con pentastellati e liste di sinistra che rinnovano la battaglia dopo l’esposto alla Corte dei Conti

 

Scambio di quote Multiservizi – Estra, il presidente del gruppo toscano dell’energia Francesco Macrì si dice “particolarmente soddisfatto” dell’operazione che “dà valore agli attuali e futuri nostri soci e conferma la vocazione ad essere fortemente radicati sui territori”, ma M5S e movimenti di sinistra rinnovano le critiche. Lunedì il voto a maggioranza dei 44 Comuni soci di Multiservizi ha dato il via libera alla cessione della società del gas Edma ai toscani di Estra, in cambio dell’acquisizione di una quota del 10% del colosso dell’energia, dal valore stimato di 42,4 milioni di euro. La Provincia di Ancona, tramite Multiservizi, diventa così quarto socio di Estra, insieme con i 97 Comuni delel province di Arezzo, Prato, Siena, Firenze, Grosseto e Pistoia.

Il presidente di Estra, Francesco Macrì

Una tra le prime dieci holding italiane del settore energia, che nel 2016 ha fatto registrare 750mila clienti nel centro e sud Italia, ricavi totali per 1.044 milioni di euro, un margine operativo lordo di 86,6 milioni e un utile netto di 15,1 milioni di euro. Con questa quota minoritaria, Multiservizi può partecipare alla divisione degli utili della società, risorse da poter investire di nuovo sulle reti idriche. “La partecipazione di Multiservizi in Estra – ha proseguito Macrì – apporterà un valore aggiunto tangibile nei servizi di distribuzione del gas e sarà un onore avere ad Ancona, dopo Arezzo, Prato e Siena, la quarta sede territoriale del gruppo. Si tratta di un passaggio strategico per il nostro sviluppo e quindi per garantire risultati sempre migliori per i nostri soci”. L’obiettivo è di finalizzare l’operazione entro la fine del 2017, una volta completati tutti i passaggi tecnico-formali previsti. Il voto a maggioranza dei sindaci, contrari Castelfidardo, Jesi e Fabriano, non arresta le polemiche. Ad Ancona stamattina sono intervenuti i gruppi consiliari della sinistra, con SEL – Ancona Bene Comune (Ancona), Il paese che vorrei (Camerata Picena), Cittadini in Comune (Falconara), Sinistra unita (Maiolati), Territorio Comunità (Osimo), Solidarietà e Partecipazione (Trecastelli).

Da sinistra: Giuliano Brandoni , responsabile provinciale Enti Locali Rifondazione Comunista, Francesco Rubini, capogruppo SEL – Ancona Bene Comune, Fabio Pasquinelli, capogruppo Territorio Comunità Osimo

Per i consiglieri, l’operazione “che porterà alla vendita delle reti alla società Estra e alla successiva quotazione in borsa di quest’ultima è solo l’ultima di una lunga serie di privatizzazioni in atto in tutto il paese”. “I sevizi pubblici essenziali diventano ogni giorno di più oggetto del mercato e delle sue regole all’interno di strategie nazionali ed internazionali che intendo ridurre acqua, luce e gas a meri strumenti di profitto – continua il consigliere Sel Francesco Rubini -. Con operazioni di questo tipo i servizi pubblici essenziali escono dal controllo dei territori e dei loro organismi decisionali , passano dai consigli comunali ai consigli di amministrazione uscendo dalla sfera di gestione e decisione delle comunità locali. I cittadini dunque diventano consumatori e non più fruitori di sevizi essenziali per la loro vita. Tutto questo non può far altro che peggiorare le condizioni di vita di migliaia di cittadini in favore delle tacche di pochi grandi manager. Si aggiunge che l’operazione Multiservizi – Estra, oltre ad essere deleteria nel merito, è poco chiara dal punto di vista procedurale. L’atto di indirizzo su cui si sono espressi i Comuni, non solo è fondato su una valutazione economica (fairness opinion) svolta da un soggetto in palese conflitto di interessi , ma in molti consigli comunali del territorio non è stato neanche discusso con una palese violazione delle basilari regole di democrazia”. Dello stesso parere il M5S, che tramite i consiglieri di Ancona ha già presentato un esposto alla Corte dei Conti per segnalare il mancato parere dei revisori dei conti del Comune di Ancona all’operazione, l’imparzialità della valutazione fatta dalla società di revisione che tramite il suo amministratore è anche consulente di Estra, infine il divieto di acquisire nuove quote di partecipazioni da parte dei Comuni. “Il palese conflitto di interessi ha potuto garantire ai soci di Multiservizi che la valutazione di 42 ml di euro sia effettivamente adeguata e congrua? Multiservizi con questa operazione andrà a realizzare un valido investimento? Sono stati adeguatamente valutati tutti i costi e benefici che scaturiranno da questa operazione? “ si chiede in una nota il portavoce Sergio Foria del M5S di Castelfidardo che esprime il sindaco Roberto Ascani. “Inoltre, come è stato evidenziato da numerosi Consiglieri comunali e dagli stessi Sindaci dei Comuni soci, per il passaggio nei propri consigli comunali, sarebbero stati necessari o almeno opportuni, pareri da parte dei Revisori degli enti e tecnico-contabili al fine di avvalorare e certificare la congruità del suddetto valore? Non risulta che i Comuni che hanno portato la delibera in Consiglio comunale abbiano ottenuto tali pareri. Dalla primavera del 2018 – continua il M5S -, la Estra si quoterà in borsa e andrà a cedere il 49% del proprio capitale a privati. Cosa succederà dopo la quotazione? E se gli investitori non dovessero gradire o valutare conveniente l’acquisto delle azioni offerte? Le quote potrebbero svalutarsi? Di quanto? La quotazione sarà un modo per reperire risorse per fare investimenti? O un modo migliore per cedere le partecipazioni ai privati? l flusso di dividendi che Multiservizi conta di incassare per pagare gli investimenti da realizzare nel sevizio idrico da dove arriveranno? Si ha la certezza che Estra realizzi utili e poi decida effettivamente di distribuirli? Quali sono le garanzie che ciò avvenga? Il decreto legislativo. 175 del 19 agosto 2016 dispone che le pubbliche amministrazioni non possono costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, né acquisire o mantenere partecipazioni, anche di minoranza, in tali società. Noi Comuni ci troveremo a detenere partecipazioni, anche se indirettamente, in società come Estra? potremo mantenere tali partecipazioni? E Multiservizi potrà mantenere partecipazioni in società altamente speculative come Estra e tutte le partecipate di secondo livello? E se dovessimo cederle troveremo chi le acquisterà? Forse l’operazione di quotazione in borsa serve proprio a questo? Trovare privati disposti a comprare le nostre quote? Forse qualcuno non si è reso conto che, l’incertezza di lucrare in un mercato libero e fortemente concorrenziale, potrebbe comportare rischi non quantificabili e prevedibili. Alla luce delle suddette considerazioni credo che i Comuni che hanno votato favorevolmente avranno la responsabilità politica, e non solo, per aver sottovalutato i rischi ed i pericoli di questa operazione e le conseguenze negative per una società come Multiservizi, patrimonio comune di tutti i cittadini, che potrebbe irrimediabilmente essere compromessa” conclude Sergio Foria.

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