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Chiusa la mostra Capolavori Sibillini:
“Una buona pratica che ha funzionato”

OSIMO - Il sindaco Simone Pugnaloni ha tracciato un bilancio positivo: "La cultura è un grande motore che può dare slancio ai nostri territori” - FOTO

di Alessandro Giacopetti

Si è chiusa ieri sera, domenica 19 novembre, la mostra Capolavori Sibillini a Palazzo Campana a Osimo, con una apertura gratuita e una cerimonia aperta da un brano di Daniele Cecconi alla chitarra e da un video delle operazioni di salvataggi post-sisma di alcune opere d’arte (leggi l’articolo). A partecipare tra i relatori, il sindaco della città Simone Pugnaloni e il vicesindaco Mauro Pellegrini, la curatrice della mostra e direttrice della Rete Museale dei Sibillini, Daniela Tisi e alcuni sindaci dei Comuni aderenti. Si sarebbe dovuta concludere il 1 ottobre e invece, Capolavori Sibillini è stata prorogata fino al 19 novembre (leggi l’articolo). Ha permesso ai visitatori di poter ammirare opere d’arte provenienti dai territori colpiti dalle scosse sismiche i cui contenitori culturali sono chiusi e inagibili in attesa della ricostruzione. Si tratta di Montefortino, Montefalcone Appennino, Smerillo, Montelparo, Monte Rinaldo (provincia di Fermo), Montalto delle Marche (Ascoli Piceno), Loro Piceno, San Ginesio (Macerata). Dopo la stipula di una convezione tra Rete Museale dei Sibillini, Comune di Osimo, Istituto Campana e Regione Marche e attraverso il lavoro di un comitato di studio si è definito un percorso espositivo che oltre ad esporre opere d’arte ne contestualizzasse il valore a livello territoriale.

“Se non è facile mettere insieme realtà locali vicine, figuriamoci realtà locali lontane in un protocollo d’intesa – ha detto il sindaco di Osimo Simone Pugnaloni ricordando anche la presenza del ministro dei Beni e Attività Culturali Dario Franceschini il giorno dell’inaugurazione e la visita compiuta dal critico d’arte Vittorio Sgarbi (leggi l’articolo)– La cultura è un grande motore che può dare slancio ai nostri territori”. Il libro delle firme della mostra è stato consegnato nelle mani di Daniela Tisi, curatrice della mostra che a nome della Rete Museale dei Sibillini ha detto: “L’iniziativa iniziata con eventi spiacevoli delle scosse, ma tutti coloro che hanno realizzato l’iniziativa fanno parte di una squadra partita in svantaggio proprio per colpa del sisma, ma con cui comunque abbiamo giocato la partita. Tanti gli enti coinvolti ma tante anche le difficoltà. Siamo andati avanti nonostante le critiche ricevute.

La mostra Capolavori Sibillini è una bella storia di grande civiltà non solo per la valenza artistica evidente, ma anche per la valenza civica. Il protocollo d’intesa – ha proseguito Daniela Tisi – è stato firmato in una situazione di emergenza in cui enti diversi hanno voluto fare qualcosa nell’immediato. E’ una buona pratica che ha funzionato, tra tante cose che non sono andate come dovevano andare. La mostra è basata su un lavoro di squadra in cui ciascuno si è impegnato per la propria parte, mettendo in sicurezza il patrimonio, parte del quale è stato restaurato su progetti presentati dai restauratori. Molti i cittadini che hanno capito questa grande operazione. Noi ci sentiamo di aver vinto la partita e essere usciti dalla situazione critica, pur sapendo quanto ci sia ancora da fare per il patrimonio. Nessuna regione è stata colpita nel cuore del patrimonio artistico come le Marche”, ha concluso la curatrice di Capolavori Sibillini. I ringraziamenti di Daniela Tisi sono andati alla direzione del Campana, al sindaco di Osimo Pugnaloni, al Rotary Osimo, al circolo fotografico Mario Giacomelli, ai restauratori, all’associazione Amici del Campana, al comitato scientifico della mostra, l’architetto Matteo Sampaolesi, al team della Rete Museale, il geologo Matteo Pompei, a Alessandra Tomassetti e Elisa Milani che hanno guidato i visitatori.

“Questa disponibilità da parte del Comune di Osimo ha valorizzato la nostra arte e storia – ha detto Gabriele Tassotti sindaco di Montalto Marche ricordando il legame tra il suo paese e Osimo – Montalto è la città del pontefice Sisto V e Osimo è la città di Don Maria Gallo, che fu suo segretario particolare e dunque sua persona di fiducia. Le opere di Montalto sono qui in minima parte, molte altre restano impacchettate nei nostri depositi, nulla è stato portato alla mole di Ancona, perché le difendiamo. Abbiamo 4 spazi culturali chiusi: il museo diocesano, la pinacoteca civica, il museo delle carceri, l’archeologico e quello delle tradizioni rurali, tutti situati nel grande palazzo comunale e aspettiamo con ansia la ricostruzione”.

Ilenia Catalini sindaco di Loro Piceno ha detto chiaramente che “noi otto sindaci non abbiamo scelto il modello di portare le opere alla mole di Ancona ma abbiamo preferito farcene uno dal basso, affinché le nostre opere fossero in sicurezza, venissero restaurate e poi tornassero. La Soprintendenza regionale non ha mai apprezzato questo modello. La proposta arrivata da Osimo è stato un punto per ricominciare a costruire e non fermarci perché la parte artistica e culturale è importante. La Regione Marche deve prendere atto del nostro modello che ha avuto successo e che ha permesso il restaurato di alcune opere – ha aggiunto il sindaco Catalini, con un interrogativo – Voi pensate che se le tele di Loro Piceno fossero andate ad Ancona qualcuno le avrebbe restaurate? No, quindi questo modello che alla Soprintendenza non è andato bene, ha permesso alle tele di essere conservate e viste da molti visitatori. Grazie a Osimo – ha concluso il sindaco di Loro Piceno – che ha avuto l’intelligenza politica di capire questa operazione”.

(fotoservizio Bruno Severini)

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