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I dubbi di Liberi e Uniti
sulla fusione Inrca-Osimo

SANITA' - Argentina referente cittadino di LeU teme che tutta l'operazione sia stata scandita da "troppa fretta" e si domanda "perchè il sindaco Pugnaloni non rende pubblico l'accordo di rete firmato a settembre con il dg dell'Asur e quello dell'Inrca?"

L’ospedale Ss. Benvenuto e Rocco di Osimo

Fretta di cancellare quanto lo stesso Consiglio Regionale deliberava nell’ultimo piano sanitario del 2012 secondo cui “I servizi sanitari essenziali […] della struttura ospedaliera di Osimo e Loreto, sia pure con adeguate differenziazioni, dovranno rimanere attivi sino a quando non sarà funzionante il nuovo ospedale Inrca-Ospedale di Rete. Qualcuno ha visto un solo mattone del nuovo ospedale? Ci sarà mai? Perché nel frattempo l’ospedale di Osimo è in smantellamento, mentre il Piano Regionale prevedeva che nulla si sarebbe dovuto toccare sin quando la struttura dell’Aspio non fosse stata costruita e fosse divenuta perfettamente funzionante?” se lo domanda in una nota stampa, Argentina Severini, referemte osimano di Liberi e Uguali.

Argentina Severini

L’esponente di LeU teme che tutta l’operazione di fusione tra i due ospedali siano stata scandita dalla fretta. “Fretta di alterare i rapporti di forza, attraverso sottili giochi di parole: l’Asur – aggiunge la Severini -con deliberazione n. 639 del 2012 sui Piani di Area Vasta specificava chiaramente che si sarebbe dovuto trattare di ‘… Integrazione (e non accorpamento) delle attività professionali..’. Il tra parentesi fa parte del virgolettato e quindi valeva come chiara volontà di escludere l’accorpamento. Integrazione significava che le due strutture sarebbero rimaste autonome nel pieno delle loro funzioni sanitarie ed amministrative, mentre con la delibera di assestamento della giunta regionale del novembre 2017 si stabilisce che il ramo dell’azienda di Osimo dell’Area Vasta 2 subisce una fusione per incorporazione. Si tratta di una differenza enorme, con importantissime implicazioni di tipo lavorativo e patrimoniale su cui esiste ancora una totale incertezza. Dagli allegati infatti (allegato 8) si distingue tra beni patrimoniali indisponibili e disponibili. Tra quelli indisponibili leggiamo “ex Muzio Gallo, Ospedale, Chiesa ospedale, Via G. XXIII”, mentre tra i beni del patrimonio disponibile leggiamo del “Parco area ex Muzio Gallo, Negozio locato Bambozzi, Terreno loc. Santo Stefano, Fabb. Ex rurale, Terreno loc. Annunziata Vecchia, Zona a parco pubblico loc. Annunziata Vecchia, Terreni loc. Via Vescovara”. Qualcuno sa spiegarci bene cosa accadrà a tutti questi immobili siti nel nostro Comune? E per l’ormai ex ospedale, ed il Muzio Gallo qualcuno è in grado di fornire qualche risposta?”

Argentina Severini rileva fretta anche “nell’operare sottrazioni: con la stessa delibera di giunta regionale sull’assestamento di bilancio si stabiliva che l’Inrca subentrava “in tutti i rapporti giuridici attivi e passivi afferenti il presidio”. Tranne che poi la dicitura scompare nella delibera della giunta regionale del 28-12-2019 e nella determina del direttore generale Asur del 29-12-2017 in cui si precisa che il contenzioso riferibile “al periodo antecedente alla data del 1 gennaio 2018, anche se insorto successivamente, rimane in capo all’Asur”. Apperò!!! Il patrimonio se ne va, i buffi no, bella politica”. Liberi e Uguali solleva quindi una serie di altri dubbi e perplessità. Domanda “perché l’operazione avviene come scorporo dell’Area Vasta 2? L’ospedale di Osimo fa parte del Presidio Unico Ospedaliero, non è una realtà autonoma e a livello giuridico-organizzativo lo scorporo rappresenta quanto meno una forzatura che non risponde ai requisiti di legge”. Poi chiede “perché l’operazione subisce addirittura lo scorporo dello scorporo e l’ospedale di Loreto (che condivide ormai da tempo varie funzioni) resta miracolosamente fuori dall’operazione? La madonnina di Loreto protegge i loretani? Oppure è l’assessore regionale Pieroni che ha votato la delibera di giunta ad aver voluto escludere Loreto da cotanta opportunità per i suoi concittadini?”

Il Laboratorio Analisi dell’ospedale di Osimo

LeU vorrebbe avere risposte anche sul perché “tale decisione viene assunta con un misero articolo all’interno di una legge di bilancio regionale che di fatto toglie ai cittadini anche l’eventualità di ricorrere con referendum abrogativo? Sì, perché le materie trattate all’interno di norme di bilancio vengono in automatico escluse dalla materia referendaria”. Ma anche sul “perché non è ancora accessibile su Amministrazione trasparente l’accordo di rete firmato a settembre tra il sindaco Pugnaloni, il presidente dell’Inrca Genga ed il direttore Asur Marini? Perché il sindaco Pugnaloni non pubblica la delibera di giunta con cui assume la delega a firmare l’accordo di rete? E’ cosciente fino in fondo del fatto che avrebbe potuto rivendicare la possibilità di mantenere i servizi ospedalieri sino a quando non fosse stata costruita la nuova struttura dell’Aspio? Ha valutato fino in fondo le conseguenze di questo modo di procedere frettoloso e nebuloso? L’impressione è che anche questa volta abbia ceduto a richieste calate dall’alto, come in altre tristi vicende cittadine”.

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