“Non possiamo più tollerare l’ennesimo iniquo prelievo alle nostre aziende” così Claudio Schiavoni, presidente Confindustria Marche Nord, in merito alle cartelle di riscossione della Tari inviate dal Comune di Osimo tramite Astea alle attività produttive del territorio. Le cartelle di cui parla il presidente sono arrivate alle aziende nel mese di novembre e hanno carattere sanzionatorio in quanto chiedono il risanamento di presunte posizioni irregolari dal 2012 al 2017, ovvero tasse non pagate o conteggiate male (leggi l’articolo). Domani pomeriggio l’argomento tornerà ad essere discusso in consiglio comunale di Osimo (leggi l’articolo). “Quello che contestiamo è prima di tutto il metodo – spiega Schiavoni. – Mandare le cartelle senza preavviso, senza il coinvolgimento delle associazioni di categoria ma soprattutto senza alcuna verifica preventiva presso le aziende interessate ci sembra un modo vessatorio e non corretto di agire. Aggiungo che l’invio delle cartelle è avvenuto nel periodo prenatalizio, con poco tempo a disposizione per interagire con gli uffici competenti, già oberati dalle incombenze di fine anno (leggi l’articolo). E a ben poco sono valse le rassicurazioni in merito avute a novembre da parte dell’Amministrazione comunale: una volta partite le cartelle c’è poco da fare se non pagare o accollarsi l’onere di dimostrare la correttezza di quanto già fatto” (leggi l’articolo).
In questa fase i soci di Confindustria Marche Nord possono comunque contare sul supporto dell’associazione che sta affiancando le aziende nei rapporti con gli enti preposti alla riscossione dei tributi. “Come rappresentante degli industriali – conclude il presidente – mi auguro che una situazione incresciosa come quella che si è verificata in questi mesi ad Osimo possa almeno servire per mettere mano una volta per tutte all’applicazione della tassa rifiuti solo su quelle aree degli stabilimenti che effettivamente producono rifiuti urbani. Da tempo il sistema Confindustria sta lavorando sul tema e al momento è in bozza un decreto che definirà in maniera inequivocabile la non applicabilità della tassa sui rifiuti alle aree degli stabilimenti in cui si producono rifiuti industriali, visto che gli stessi vengono smaltiti autonomamente dalle aziende, con costi aggiuntivi. In altre parole: siamo stanchi di pagare per un servizio che di fatto non utilizziamo”.
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