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Azienda rifiuti, Mancinelli:
«Il progetto va avanti, lo stop
del Tar non avrà costi»

ANCONA – Berardinelli (FI) interroga il sindaco sulle conseguenze della sentenza della magistratura sui rifiuti. Cgil: “Agire al più presto per salvaguardare la gestione pubblica”

 

“Il provvedimento del Tar non avrà costi aggiuntivi nella gestione dei rifiuti per gli anconetani. L’ipotesi realistica è che il progetto, fortemente voluto da altri 30 Comuni, compreso il sindaco grillino di Castelfidardo, andrà avanti. Il provvedimento della magistratura ha censurato un paio di profili superabili, del tutto emendabili”. Il sindaco Valeria Mancinelli non arretra sul progetto dell’azienda unica provinciale dei rifiuti, nonostante la bocciatura del Tar. Il tribunale amministrativo, accogliendo il ricorso dei privati di Hera-Marche Multiservizi, si è espresso negativamente sull’affidamento in house dei servizi, cioè senza gara d’appalto, rilevando poi la mancanza dei requisiti per Multiservizi e Ecofon. In particolare, sono state le operazioni nel settore del mercato libero della vendita del gas da parte di Multservizi-Edma a finire sotto accusa. Quali sono le conseguenze dello stop per le tasche dei cittadini? Lo ha chiesto il consigliere comunale Fi Daniele Berardinelli interrogando il sindaco Mancinelli. “Non ci saranno costi in più per gli anconetani. Il progetto, emendato nei profili censurati dalla magistratura, è possibile che vada avanti. Ne discuteremo nell’Ata, perché il Comune di Ancona non è il padrone del mondo e il progetto è stato votato favorevolmente dal 68% dei Comuni della provincia” ha replicato Mancinelli. “Se non ci saranno costi aggiuntivi con la bocciatura, allora non ci sarebbero stati nemmeno risparmi e benefici se il progetto fosse andato avanti” ha sbottato Berardinelli, accusando Mancinelli di aver “usato violenza agli altri sindaci: non ha cercato accordi con sindaci importanti, come Fabriano, già contrario anche prima della vittoria del M5S alle elezioni, Bacci, Brandoni. Alcuni l’hanno seguita obtorto collo”. Sulla questione intervengono anche i segretari Cgil Marco Bastianelli e Stefania Ragnetti. “Aldilà delle posizioni di parte e del gusto strumentale di tante le di tante critiche, non c’è dubbio che la costruzione tecnica del progetto debba essere riletta alla luce dei recenti pronunciamenti – scrivono i rappresentanti sindacali -. Come organizzazione sindacale, riteniamo però del tutto immotivato e fuori luogo qualsiasi trionfalismo negativo: in realtà, dalle sentenze escono più conferme di validità che non contestazioni. A cominciare dall’adeguatezza del “preliminare di Piano”, assunto invece come motivazione ostativa da numerosi enti pronunciatisi a suo tempo contro. Sul merito del progetto – salvaguardia del ruolo pubblico, qualità del servizio, risparmio per l’utenza e tutela del lavoro e crescita delle professionalità – siamo più che mai convinti che non esista un’alternativa migliore all’idea dell’Azienda unica “in house”. Riteniamo, piuttosto, necessario richiamare tutti gli attori in campo – a cominciare dai pubblici amministratori – al massimo di saggezza e di lungimiranza sia nel commentare le sentenze sia nell’indicare possibili prospettive. Da quattro anni, come sindacati confederali, siamo convinti assertori di un progetto d’aggregazione che consideriamo basilare per la provincia: sarebbe ora che ai tanti commenti teoricamente favorevoli all’azione associata dei Comuni, seguissero poi comportamenti adeguati e conseguenti. In pochi giorni, invece, si sono letti fin troppi commenti che, quando non confinabili nella partigianeria, possono ben poco ritenersi utili sia agli interessi dei cittadini utenti sia a quelli delle centinaia di lavoratori coinvolti nel progetto – concludono Bastianelli e Ragnetti -. Siamo pronti fin da subito a qualsiasi confronto di merito, ai tavoli istituzionali: comprendiamo che vi siano esigenze di ricalibratura di merito e di percorso ed attenderemo, dunque, che siano gli stessi attori istituzionali a convocarci. Diversamente, come fatto in questi anni, non esiteremo a mobilitarci – con i lavoratori – affinché nessuno possa chiamarsi fuori da un dovere ed una responsabilità verso cittadini e lavoratori”.

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