Nuova grana per Aerdorica. La società di gestione dell’aeroporto Fellini di Rimini, Airiminum 2014, denuncia alla Commissione europea la ricapitalizzazione da 20 milioni decisa dalla Regione Marche per Aerdorica perché ritenuto aiuto di Stato. E intanto si fa strada anche l’ipotesi di richiesta di concordato come alternativa al fallimento dell’azienda.
L’atto di Airiminum rischia di portare il caso davanti ai tribunali nazionali, bloccando l’erogazione del contributo regionale, fondamentale per salvare la società che gestisce il Sanzio. Soldi che la Regione (azionista di maggioranza) non ha ancora trasferito ad Aerdorica, proprio in attesa che sulla possibilità di intervento pubblico si pronunci la Commissione europea, esprimendo parere favorevole o vietandolo in quanto aiuto di Stato. Ma mentre l’Europa sta ancora valutando, Rimini fa la sua mossa e presenta la denuncia. Atto depositato venerdì scorso, la cui notizia arriva alla vigilia della trasferta dell’amministratore unico dell’azienda, Federica Massei, a Bruxelles – partenza prevista per domani (6 febbraio) – proprio in vista del pronunciamento della Commissione europea sulla ricapitalizzazione. Bruxelles ha infatti chiesto delle integrazioni al piano di risanamento e sviluppo dello scalo marchigiano. Ma intanto Airiminum 2014, società che gestisce il Fellini dopo il fallimento di Aeradria, precedente gestore dell’infrastruttura, ha presentato alla Commissione europea denuncia per far valere la presunta incompatibilità dell’aiuto di Stato degli oltre 20 milioni, che la Regione Marche intende erogare ad Aerdorica. «Visto il rapporto di diretta concorrenza tra i due aeroporti – si spiega in una nota dell’azienda romagnola −, l’erogazione dell’aiuto determinerebbe un’inaccettabile alterazione del confronto competitivo tra l’Aeroporto di Rimini e quello di Ancona, che non troverebbe alcuna giustificazione nelle norme di diritto europeo. Leonardo Corbucci, amministrazione delegato di Airiminum 2014, ha evidenziato la necessità di tale iniziativa, per «tutelare la sua società che ha investito e sta pianificando di investire nei prossimi 4 anni ingenti somme per il rilancio a tutti i livelli dell’Aeroporto di Rimini. Per questo motivo − dichiara Corbucci − ho deciso di rivolgermi allo studio legale Nctm che sta assistendo Airiminum in tale iniziativa a livello europeo e che ci assisterà anche nelle azioni legali successive che saranno avviate nelle prossime settimane nei confronti di chi sta cercando di arrecare danni evidenti a un gruppo di investitori che fin da luglio 2014 ha creduto possibile poter sviluppare un progetto ambizioso anche a Rimini».
L’ITER DELLA DENUNCIA. La denuncia per aiuti di Stato è una procedura prevista dalla stessa Commissione europea per quanto concerne la concorrenza. I soggetti che hanno titolo a presentare denuncia possono farlo tramite uno specifico modulo. La Commissione esaminerà le informazioni fornite e comunicherà quanto prima l’esito dell’esame all’autore della denuncia. Ma lo scontro tra gli aeroporti potrebbe arrivare nei tribunali nazionali. Dal sito della Commissione europea si legge infatti che «L’obbligo degli Stati membri di notificare alla Commissione i progetti di aiuti di Stato (“clausola di sospensione”) ha effetto diretto e le parti lese da un aiuto di Stato erogato in violazione di tale clausola (“aiuto illegale”) possono invocarlo dinanzi ai tribunali nazionali. Pertanto, la persona fisica o giuridica, i cui interessi siano stati compromessi dal presunto aiuto illegale, può adire i tribunali nazionali, che devono valutare il caso senza tenere conto dell’esistenza di un procedimento parallelo presso la Commissione. Le azioni intentate dinanzi ai tribunali nazionali − si legge ancora − possono costituire un mezzo di ricorso importante, che può apportare un risarcimento immediato alle parti lese da un aiuto di Stato illegale. I provvedimenti che possono essere presi dalle giurisdizioni nazionali includono: la sospensione del pagamento di un aiuto illegale; il recupero dell’aiuto illegale (indipendentemente dalla sua compatibilità); il recupero degli interessi dovuti per la durata dell’illegalità; il risarcimento dei danni a concorrenti e a terzi interessati; misure provvisorie contro l’aiuto illegale».
Insomma, un’altra gatta da pelare per Aerdorica. «Una polemica tra aeroporti che non serve a nessuno in questo momento − commenta il segretario Fit-Cisl Marche, Roberto Ascani −. Aeroporti come il Sanzio, quello di Perugia, quello di Rimini e di Pescara dovrebbero collaborare e costruire sinergie mettendo insieme ciascuno le proprio peculiarità e professionalità per dare il miglior servizio possibile ai cittadini del territorio dell’Italia centrale, invece che farsi la guerra a suon di carte bollate. Forse a Rimini non è chiaro che se Aerdorica fallisce non è che l’aeroporto di Ancona-Falconara chiude, l’infrastruttura resta e va avanti».
L’IPOTESI CONCORDATO. La spada di Damocle del fallimento pende però ancora minacciosa sulla testa di Aerdorica. Il futuro dipende dalla decisione della Commissione europea, ma anche da quella del Tribunale di Ancona. L’ultima udienza del 25 gennaio è stata aggiornata alla metà di febbraio, sperando nel pronunciamento di Bruxelles. Ma se la parola dell’Europa non dovesse arrivare, il collegio di giudici guidato da Francesca Miconi, potrebbe decidere autonomamente. E si fa strada anche l’ipotesi di richiesta di concordato come alternativa al fallimento. Una strada che però riporterebbe la questione al punto di partenza, con la convocazione da parte del giudice dei creditori ed il via ad una nuova contrattazione per il piano di rientro.
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