di Agnese Carnevali
La grande fotografia torna protagonista alla Mole di Ancona. Dopo Icons di Steve McCurry, che lo scorso anno ha contato 100mila visitatori, quest’anno è la volta di uno dei più importanti maestri del ‘900, Henri Cartier-Bresson. L’inaugurazione ufficiale domani, 8 marzo, della mostra dal titolo Henri Cartier-Bresson Fotografo che resterà aperta fino al prossimo 17 giugno. Titolo essenziale, come l’allestimento dell’esposizione, lontano dall’impatto scenografico e policromo che ha contraddistinto la mostra di McCurry. Del resto diversissimi sono stili, tecniche e le poetiche dei due autori. Una sequenza di 140 fotografie, tutte in bianco e nero ed incorniciate in radica, ristampe dai negativi originali del fotografo, sebbene non la stampe coeve di Cartier-Bresson. «Un flusso continuo» come ha definito l’allestimento il suo curatore Denis Curti, attraverso i luoghi, più che le epoche ed attraverso la ricerca del significato più profondo che la fotografia era per Cartier-Bresson, “quell’istante decisivo”, quel “respiro trattenuto per mettere nella stessa linea di tiro occhio, mente e cuore” per dirla con le parole dello stesso Maestro. Foto non come una questione di velocità dello scatto, ma della capacità di saper aspettare per catturare lo scatto giusto, di saperlo scegliere tra i molti negativi, così come per la fotografia a Gare Saint-Lazare, conosciuta anche come il Saltatore di pozzanghere, una delle immagini simbolo dell’artista o nel ritratto di Alberto Giacometti, stretto tra un palo della luce ed un albero, come in un mirino, che passeggia sotto la pioggia, nascosto nel suo impermeabile e con l’immancabile sigaretta in bocca. «Cartier-Bresson e Giacometti camminavano insieme quel giorno − spiega Curti − quando scoppia l’acquazzone e Giacometti si copre con suo impermeabile, Bresson ha subito l’intuizione che poteva nascere una buona fotografia, così corre e lo aspetta dall’altra parte della strada e scatta. Da quel momento quella foto rappresenta Giacometti, anche nella sua personalità di artista».
Borghese fino al midollo, figlio di industriali del tempo, Cartier-Bresson può cimentarsi in varie arti dalla pittura alla regia, ma sarà poi la fotografia la sua strada. Una fotografia che non è mai stata e non sarà mai contemplazione, nelle sue foto succede sempre qualcosa, è il racconto della realtà pur sempre nelle convinzione che la fotografia è sempre un punto di vista, un’interpretazione della realtà. Dunque l’imperativo è eliminare completamente qualsiasi manipolazione dello scatto, per questo tutte le sue foto esposte, eccetto due della sua giovinezza, presentano tutte un riquadro nero, segno che nessuna foto è stata tagliata, ma stampata intera. È questa una delle convinzioni che portarono Bresson, insieme ad altri tra i quali in primis Robert Capa, a fondare l’agenzia fotografica indipendente Magnum. Un’agenzia libera dai condizionamenti delle agenzie di stampa, con un disciplinare molto severo per i suoi aderenti, nel quale spiccava la regola del diritto d’autore: i diritti delle foto rimanevano in capo al fotografo che le aveva scattate e non passavano mai a giornali e riviste. Per questo Cartier-Bresson è anche considerato l’inventore del copyright.
Proprio la Magnum, insieme alla Fondazione Cartier-Bresson, ha concesso la realizzazione della mostra ad Ancona – quinta ed ultima tappa del tour italiano dell’esposizione prima che le foto vengano, per motivi conservativi, riposte per un periodo al buio a Parigi – con l’allestimento a cura di Civita Mostre e la collaborazione del Comune di Ancona.
«Abbiamo festeggiato il 70esimo anniversario dalla nascita della Magnum lo scorso anno ed ancora l’agenzia si basa sui principi dei suoi fondatori − ha affermato Marion Schneider, in rappresentanza della Magnum −. Oggi uno degli scopi della nostra agenzia è anche di mostrare al mondo, con esposizioni come questa, l’attività dei nostri fotografi. La comunità della Magnum è basata sull’idea che le persone che ne fanno parto conservino oltre che alle relazioni professionali anche una serie di relazioni umane, che è quello che si può ritrovare anche in queste fotografie di Bresson che sono le prime selezioni fatte nel ’79».
Una mostra, questa Henri Cartier-Bresson Fotografo che arriva ad un anno da Icons di Steve McCurry che ha fatto il pieno di pubblico. Una mostra che si «inserisce all’interno di un preciso percorso per la Mole e la città di Ancona, fatto di eventi espositivi di carattere nazionale ed internazionale − ha commentato l’assessore alla Cultura, Paolo Marasca −. Siamo partiti lo scorso anno con McCurry che ci ha permesso di stare in vetrina e poi con Ecce Homo, quest’anno abbiamo aumentato l’offerta puntando sempre di più a diventare città di riferimento nel panorama regionale ed italiano». Un’esposizione che consolida la collaborazione con Civita Mostre, curatrice già di Icons, ma anche della trasferta della Pala Gozzi del Tiziano a Milano. «Un’altra vetrina di rilievo per Ancona − ha sottolineato Alberto Rossetti, direttore di Civita Mostre −. Abbiamo sperimentato che quello della fotografia è un terreno proficuo grazie anche al cresciuto interesse verso quest’arte da parte del grande pubblico». Ed il numero uno di Civita Mostra annuncia l’altro appuntamento di rilievo nel cartellone 2018 della Mole, la mostra Genesi di Sebastião Salgado che si inaugurerà il prossimo autunno.
Ma nell’era di Instagram e del “siamo tutti fotografi”, grazie a smartphone e tecnologie digitali qual è l’eredità che i grandi maestri della fotografia come Cartier-Bresson e Salgado lasciano? A rispondere il curatore dell’esposizione Denis Curti. «Il mondo dei social non può non interessare chi si occupa di fotografia, ma credo che sa una la differenza di fondo, chi utilizza mezzi come Instagram non si pone il problema della memoria, del lasciare una traccia storica a differenza dei grandi maestri che hanno fatto storia».
Info. Orari di apertura: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19 (la biglietteria chiude alle ore 18). Chiuso il lunedì.
Aperto il 2 aprile 2018 lunedì di Pasquetta
Biglietto Intero 9,00 €
Ridotto 8,00 € per gruppi (min. 12 persone), titolari di apposite convenzioni, giornalisti non accreditati, possessori del biglietto della mostra Robert Doisneau: le Temps Retrouvé (Senigallia, Palazzo del Duca, 29 marzo – 2 settembre 2018)
Ridotto speciale 3,00 € per scuole, minori di 18 anni.
Gratuito per minori di 6 anni, docenti accompagnatori, disabili + accompagnatore, giornalisti accreditati, guide turistiche con patentino.
Prevendita 1,00 € a persona
Didattica: visita guidata per classi pari o inferiori alle 25 unità € 4,00
Visita guidata con laboratorio per classi pari o inferiori alle 25 unità € 6,00
Le quote di adesione si intendono a studente, è escluso l’importo del biglietto di ingresso (ridotto speciale €3,00), per accompagnatori, docenti e disabili gratuito.
Visita guidata per gruppi fino a 25 unità € 80,00
Visita guidata in inglese e tedesco per gruppi fino a 25 unità € 120,00
Sono previste riduzioni per l’adesione di due o più classi provenienti dallo stesso istituto.
Info e prenotazioni mostra mostre@civita.it
cartierbressonancona.it
Visite guidate e laboratori info@museieducativi.it
museieducativi.it
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