A 10 anni dal deposito, si torna a parlare del ricorso al Tar Marche sulla variante al Prg 2008 di Osimo depositato dalla Provincia di Ancona. L’udienza di merito è fissata per il giorno di Primavera, il prossimo 21 marzo. In quel contesto i giudici acquisiranno la dichiarazione di interesse della Provincia al ricorso, che, dopo anni di stasi rischiava di cadere in perenzione e per l’inattività della parti di estinguere il giudizio amministrativo. La questione è tornata di attualità dopo l’indagine svolta dalla consigliera di minoranza Maria Grazia Mariani che, in una breve nota vuol sapere dal sindaco Simone Pugnaloni “che cosa ha deciso la Provincia? Conferma la sussistenza dell’interesse al ricorso? Come ha risolto la questione l’amministrazione Pugnaloni con i suoi consiglieri provinciali Pd (compreso Filippo Invernizzi)? Perché nessuno parla di questa situazione? La Provincia di Ancona e il Comune di Osimo sono governati dallo stesso colore politico (Pd). Perché sono l’uno contro l’altro?” si domanda la capogruppo del Gruppo Misto.
LA VICENDA – Il ricorso al Tar Marche era stato presentato dalla Provincia di Ancona, in sostanza, per un cavillo di legge. Terreno di contesa tra Comune e Provincia erano state le due diverse date di deposito degli atti di Prg e del protocollo, che aprivano a una discordante interpretazione della scadenza dei 90 giorni per la pronuncia del successivo parere provinciale. Parere che era stato emesso il 25 marzo 2007, cinque giorni dopo la scadenza del termine di legge, secondo il Comune di Osimo. L’ente locale per rendere vigente lo strumento urbanistico, aveva applicato così la regola del silenzio-assenso. E aveva riportato la pratica al voto dell’aula consiliare per l’approvazione definitiva il 19 dicembre 2007, senza però recepire il parere con rilievi mossi dalla giunta provinciale, ritenendolo tardivo. Prima di aprire il contenzioso, la Provincia aveva anche diffidato invano il Comune ad adempiere all’obbligo di tener conto dei suoi rilievi che cancellavano dalle tavole del Prg intere aree di lottizzazione, quelle che, in parte con gli oneri di urbanizzazione, avrebbero dovuto finanziare l’intero tracciato della Strada di bordo. Nei primi mesi del 2008, una volta depositate le carte al Tar, la Provincia aveva chiesto al collegio dei giudici amministrativi una discussione urgente nel merito del ricorso. Non aveva infatti potuto presentare la richiesta di sospensiva cautelare perché, nel frattempo, il Comune di Osimo, pur avendo approvato nella Sala Gialla e licenziato la variante urbanistica, non l’aveva resa vigente pubblicandola sul Bollettino ufficiale regionale.
IL PRG E LE AREE SUB JUDICE – L’allora sindaco Dino Latini aveva infatti preferito ‘congelare’ le aree messe sub judice dalla Provincia, garantendo l’edificazione solo su quelle del precedente Prg, varato nel 1996 dalla giunta Niccoli, al tempo, ancora non del tutto esaurite. Il Comune aveva poi denunciato la Provincia ipotizzando il falso in atti pubblici sulla data di deposito del Prg riportata nella delibera provinciale, diversa da quella del timbro di ricevuta (senza firma) sulla lettera osimana.
LA STRADA DI BORDO E IL COMITATO NO PRG – Il resto è storia: il ricorso è rimasto dormiente per quasi 10 anni, mentre i due enti, con vari tavoli di confronto e nell’alternanza politica delle amministrazione comunali che si sono succedute, hanno tentato inutilmente di definire la questione, cercando di sciogliere altri nodi di interesse comune, collegati all’acquisto dell’ex Itc Corridoni e alla realizzazione del by pass di Padiglione. Il tracciato della Strada di bordo è stato più volte rimaneggiato, è stato realizzato solo in parte ed oggi è stato sostituito da quello della Variante Nord, il by pass di Padiglione sembra invece in dirittura d’arrivo. Sulla vicenda si è inoltre innestata anche la battaglia di protesta del comitato ‘No Prg’, composto dai proprietari dei terreni agricoli resi edificabili con il nuovo Prg ma bloccati proprio dal ricorso della Provincia. Cittadini costretti a pagare esose rate di Imu e Ici senza poter costruire sui propri terreni. Proprietari che solo in parte hanno visto accogliere dalla Sala Gialla la richiesta di retrocessione urbanistica ad aree agricole dei loro terreni edificabili, per nuovi parere contrari espressi dalla Provincia.
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