di Sara Bonfili
A Senigallia, in via dell’Angelo nel monastero delle Benedettine, esiste la “culla per la vita”, una culletta riscaldata messa a disposizione per accogliere e proteggere il neonato abbandonato fino all’arrivo del personale medico. Anche a Fabriano era stato creato questo servizio per scongiurare i casi estremi di abbandono e per salvare le piccole vite lasciate a loro stesse. Purtroppo però, al piano terra dell’ospedale Engles Profili di Fabriano, dove era stata inaugurata nel 2016, la culla è stata tolta dopo la dichiarazione di innagibilità del locale. Era stata inaugurata nell’ottobre 2016 e fortunatamente nessun neonato vi è stato abbandonato. E’ rimasta in funzione finché lo stabile non è stato dichiarato inagibile dopo il sisma del 30 ottobre 2016. Ora il locale è in ristrutturazione, i lavori del post-sisma sono iniziati. «E’ stata rimossa. Contiamo di rimetterla presto in funzione, quando saranno terminati i lavori», afferma l’attuale presidente del Cav di Fabriano, Siliana Mencarelli, che nel 2017 ha succeduto a Graziella Lorenzetti. Sì perché i Cav e i Movimenti per la vita sono stati i promotori e i finanziatori di questa iniziativa, «con l’appoggio dell’ospedale Profili – ci raconta Siliana – dell’ingegnere che ha prestato gratuimente la propria opera per la progettazione della culla e del dottor Maddaloni che ha fatto da tramite con il Pronto Soccorso e la Pedriatria di Fabriano». La culla per la vita di Fabriano era stata inaugurata nel corso di una cerimonia nella Sala Parca alla presenza del cardinale Edoardo Menichelli, del vescovo della Diocesi di Fabriano-Matelica Stefano Russo, del vice presidente del Movimento per la Vita, Pino Morandini e dell’allora presidente del Centro Aiuto alla Vita di Fabriano Graziella Lorenzetti.
Dalla sua apertura il Cav ha aiutato tante famiglie, fornendo loro giochi, vestiario, accessori, oggetti utili per la crescita, la cura, l’assistenza, l’igiene dei bimbi. I Cav lavorano sempre per sostegno alle ragazze madri in difficoltà, alle donne incinte con problemi famigliari, affettivi, psicologici, economici, aiutandole moralmente e praticamente, per evitare che solo possano pensare all’aborto o all’abbandono dei neonato. Il Cav a Fabriano è nato a febbraio 1997, ha oltre cento soci che lo finanziano, riceve come onlus il 5 per mille delle denunce dei redditi. La presidente del Cav di Fabriano ci informa che la culla non è mai stata utilizzata, anche quando era attiva prima della dichiarazione di inagibiltà della vecchia ala dell’ospedale Profili. Il Cav, racconta Siliana Mencarelli «aiuta circa 40 famiglie all’anno, da oltre vent’anni. Lavoriamo per sostenere mamme o gestanti italiane e straniere: inizialmente erano solo italiane, con il tempo sono molte più donne straniere, circa un 60%». Qual è il principale obiettivo del Cav di Fabriano? «Ci battiamo per la prevenzione all’aborto. Le donne vengono da noi con il certificato di interruzione di gravidanza e cerchiamo di sostenerle per evitare fino all’ultimo l’aborto, anche se si sa la scelta è libera e personale, ma di solito siamo convincenti. Una parola buona, un abbraccio, la vicinanza valgono molto di più dei valori materiali, sono come una cura per queste donne in difficoltà».
Neonata trovata tra i rifiuti: è nata viva, abbandonata nei cassonetti dopo la morte
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati