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Mercato delle Erbe, si riparte da zero
Il Comune torna a caccia di investimenti

ANCONA - Nuova chiamata per gli imprenditori, manifestazione di interesse aperta fino all'11 maggio per chi vuole gestire e ristrutturare il mercato liberty di corso Mazzini. Spesa minima: 1,5 milioni di euro. Si riparte dopo il forfait di Filotea. Manarini: "Nessun allarme, ci sono altri imprenditori interessati"

 

Riqualificazione del Mercato delle Erbe, si riparte dal via. Dopo il dietrofront di Filotea – azienda anconetana produttrice di pasta, che aveva avanzato la propria manifestazione di interesse, non rispondendo però al bando del Comune di Ancona per la presentazione del progetto di fattibilità economica – si ricomincia da capo. Tutto azzerato, si riparte dall’indagine di mercato per raccogliere nuove manifestazioni di interesse per la riqualificazione e la gestione del mercato pubblico di corso Mazzini. Per presentare le proposte c’è tempo fino al prossimo 11 maggio. Nella precedente consultazione di febbraio furono quattro gli operatori economici che risposero all’appello del Comune, tra cui Filotea, risultata per la commissione giudicatrice l’azienda con il progetto più solido. Eppure proprio Filotea si è tirata indietro. Il Comune ora aspetta altri privati pronti a farsi avanti. 

Per l’assessore ai lavori pubblici Paolo Manarini non c’è “alcun motivo di allarme”. “Il progetto della Filotea, nella sua rappresentazione tecnica ed economica, è sembrato quello che più poteva valorizzare questa struttura e quindi si è dato un adeguato tempo perché all’idea fossero date le basi per una concreta proposta di finanza di progetto – commenta Manarini -. Purtroppo l’interlocutore pur presentando un’idea progettuale ambiziosa non ha dato la sua disponibilità a continuare il percorso avviato. Nel frattempo altri interlocutori hanno manifestato interesse all’intervento di ristrutturazione e gestione del Mercato, a dimostrazione che l’iter avviato dal Comune ha stimolato imprenditori qualificati che ovviamente dovranno coniugare capacità immobiliaristiche e gestionali. E’ peraltro del tutto ovvio, che il progetto poi debba confrontarsi con costi e ricavi sulla base di un piano economico finanziario anch’esso proposto dal soggetto che sarà individuato come proponente. Sarà quindi su tale piano che verranno quantificate le partecipazioni finanziarie ed individuati i soggetti che dovranno far fronte ai costi e ricavi, calibrati alla durata della concessione.”

Le condizioni restano le stesse della passata consultazione di mercato, con l’obiettivo di ampliare le funzioni della struttura. Conditio sine qua non è il mantenimento dell’attività di mercato pubblico, in particolare al piano terra, ma con l’obiettivo di farne, oltre che un tempio del gusto dedicato alla marchigianità, con la previsione di pubblici esercizi destinati alla somministrazione, bar e ristorati, anche un polo di attrazione per spettacoli ed eventi culturali. Il Comune prevede una concessione di 30 anni della struttura liberty di inizio ‘900 al privato che si faccia carico della sua ristrutturazione e della gestione degli spazi con una previsione di spesa per la ristrutturazione di poco meno di 1,5 milioni, per eliminare gli attuali problemi di infiltrazioni e umidità, evidenti soprattutto nei locali ai piani seminterrati, restauro della struttura si nelle sue parti in muratura sia nelle sue parti metalliche. E ancora l’adeguamento dell’impianto elettrico ed illuminotecnico e l’installazione dell’impianto antintrusione ed antincendio e la risistemazione dell’ambiente interno limitatamente agli spazi comuni attraverso la realizzazione di un nuovo pavimento, tinteggiature generali, nonché l’ammodernamento dei servizi igienici già esistenti, che versano attualmente in condizioni pietose. Al milione e mezzo per la riqualificazione, si aggiungerebbero circa 28mila euro di costi di gestione annua.

Già prevista dalla variante approvata dal Consiglio comunale lo scorso dicembre la possibilità di un ampliamento del 25% della superficie del primo piano, attualmente di 543 metri quadrati, con la realizzazione di un soppalco. L’introito per il privato deriverebbe dai canoni dei 12 box e dei 55 banchi assegnati alle attività commerciali ed ai venditori agricoli, che potranno anche essere distribuiti diversamente e ridotti di dimensioni. Tenuto conto della piena utilizzazione di tutti i box e delle aree interne attualmente, il Comune stima che il nuovo gestore privato non solo riuscirebbe a coprire i costi di riqualificazione, ma di avere ricavi per circa 83mila euro. Come il privato intenderà realizzare tutto questo, è quello che dovrà spiegare e dimostrare nella documentazione da presentare entro il prossimo 11 maggio per dimostrare l’interesse al progetto.

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