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Sanità, Jesi in Comune:
“L’Asur tace anche
su aborto e pillola Ru486”

OSPEDALE - Dopo l'audizione in commissione consiliare di Maurizio Bevilacqua, dg dell'Area Vasta 2, il movimento politico considera evasive le sue risposte sulle questioni sollevate dai consiglieri del gruppo d'opposizione sui problemi della sanità cittadina e sul mancato utilizzo della pillola abortiva

Jesi in Comune, un incontro nella sede del movimento politico

Troppe risposte che mancano, troppe incognite che continuano a gravitare sull’ospedale Carlo Urbani. Ne è convinto anche il movimento ‘Jesi in Comune’. “In commissione Sanità del Comune di Jesi, abbiamo ascoltato con attenzione l’intervento dell’ing. Bevilacqua, direttore dell’Area vasta 2, che, dopo ad aver illustrato interventi e prospettive future, è rimasto molto evasivo sulle risposte alle questioni da noi sollevate. Innanzitutto le tempistiche di alcuni interventi importanti annunciati, anche di tipo strutturale. Quando effettivamente potremmo vedere i risultati di tali operazioni e perchè solo oggi, dopo anni di criticità in tal senso, si è iniziato a progettare soluzioni?” sottolineano in una nota gli attivisti.

Jesi in Comune di domanda inoltre se “sono stati rispettati gli impegni presi con i protocolli di intesa programmatici regionali di istituire tavoli di confronto e monitoraggio su una serie di questioni complesse, dalle reti cliniche, alle liste d’attesa, fino alle politiche occupazionali? Sulla nostra richiesta di chiarimenti in merito alla disapplicazione della legge 194/78 in questa regione ed, in particolare, all’ospedale Carlo Urbani, dove tutti i medici si dichiarano obiettori, l’Ing. Bevilacqua ha risposto semplicemente che a Jesi il problema non esiste perchè viene un medico da Senigallia per effetuare questo tipo di interventi due volte al mese. Nessuna risposta sul mal funzionamento dei consultori, fondamentali per una totale presa in carico della donna in un momento così delicato, nulla sul mancato utilizzo della pillola abortiva Ru486, ad oggi prevista in via sperimentale solo all’ospedale di Senigallia. Così come nessuna risposta su queste questioni l’Asur e la Regione Marche si sono premurate di fornire, ad oggi, alle associazioni e formazioni politiche del territorio che hanno anche formalmente segnalato tali enormi mancanze. Con tale atteggiamento l’Ing. Bevilacqua ha dimostrato di non aver minimamente compreso la portata del problema, e forse neppure il dato normativo che prevede che l’ivg debba essere garantita in tutte le strutture pubbliche e che costituisce un’operazione complessa, che va ben al di là del momento dell’ intervento.”. Il movimento ritiene queste risposte “inadeguate di fronte ad una palese violazione dei diritti delle donne e di una legge dello Stato”.

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