“Quelle facce imbarazzate non promettevano nulla di buono. Ci siamo lasciati lunedì sera dopo un incontro durato tre ore, una discussione franca anche aspra durante la quale avevamo ribattuto puntigliosamente -per l’ennesima volta- agli argomenti inconsistenti che obbligherebbero l’Amministrazione a decisioni così drastiche, e pesanti per il personale chiamato in causa”. Andrea Raschia (Fp Cgil) commenta amareggiato la decisione della giunta comunale di Osimo di compiere l’ultimo passo per esternalizzare , trasferendoli all’azienda speciale Asso, le educatrici del Nido Colfiorito e il dipendente della biblioteca comunale. “Ci eravamo lasciati con l’impegno -di alcuni assessori in particolare- che nella seduta di giunta sarebbero tornati sul punto al fine di riconsiderare e ribaltare una decisione sbagliata, ingiusta, iniqua, anche sulla base di una nostra nota contenente peraltro un richiamo ad una posizione dell’Anci, organismo di rappresentanza dei Comuni- che suggerisce possibili e diverse soluzioni.- prosegue il sindacalista – Fino a riprendere l’idea avanzata dal consigliere comunale Giorgio Campanari, persona di buonsenso, per chiedere un parere alla sezione regionale della Corte dei Conti Marche. Il cui esito sarebbe stato risolutivo per tutti, a detta del personale coinvolto. Da quanto abbiamo appreso indirettamente, la giunta avrebbe deciso: è il contenuto di una fredda comunicazione che il segretario comunale, anziché rivolgere alle interessate, ha ieri inoltrato alla commissione elettorale che presiede all’elezione della Rappresentanza Sindacale Unitaria. “Si comunica, ai fini delle operazioni riguardanti le elezioni della R.S.U., che con deliberazione di Giunta Comunale n. 76, è stato disposto il trasferimento definitivo, con decorrenza 1° aprile 2018, alla Azienda Speciale Asso, delle 8 unità di personale comunale già assegnate temporaneamente all’Azienda stessa”.
Per Fp Cgil perfino la scelta della decorrenza retroattiva -1 aprile- “contribuisce ad irridere a quelle lavoratrici e fa il paio con la colpevole superficialità con la quale la questione è stata finora affrontata. Una grave sottovalutazione della problematica e delle conseguenze da parte di grigi burocrati, irresoluti e titubanti, la cui esclusiva e unica attenzione sarebbe stata quella relativa al profilo di proprie responsabilità (?!?) cui sarebbero chiamati a rispondere in caso di scelte diverse. Quali responsabilità? Quella di evitare una situazione ridicola quanto imbarazzante agli amministratori e all’Istituzione? Quella di non far spendere un solo euro in più del denaro pubblico? quella di riscontrare le sollecitazioni del presidente Asso che grida di soprassedere, preoccupato dalle possibili conseguenze nella gestione del proprio personale? Quali profili di responsabilità? Non è dato sapere. Ciò che resta è una chiusura gretta, inspiegabile quanto incomprensibile. Questo giudizio non pesa soltanto su quanti rivestono ruoli nella struttura burocratica, alcuni chiamati all’esercizio di questa funzione da poche settimane. Deve far riflettere ancor più sullo stato e sulle difficoltà dell’ente, più volte denunciate dal sindacato. Oggi si deve guardare con maggiore preoccupazione alla prospettiva che, da questo punto di vista, la città di Osimo ha di fronte. Le scelte gestionali -ribadiamo, largamente inadeguate- non possono attenuare il giudizio nei confronti di un’Amministrazione comunale che si è rivelata incapace di reagire, forte perfino delle sollecitazioni che i gruppi consiliari, di maggioranza in primo luogo, avevano manifestato. Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti di questa sensibilità, e l’opinione pubblica per l’attenzione”.
Secondo la Fp Cgil lo stesso contenuto stesso dell’atto -la delibera di giunta- ha il sapore, oltre che della beffa, dell’illegalità. “Un atto retroattivo? E’ invalido. Le educatrici hanno materialmente prestato servizio per l’Ente. Tutto ciò non fa che alimentare nuovi dubbi sulle scelte compiute e sul percorso quanto meno accidentato imboccato inopinatamente dalla Giunta. Che succederà adesso? Intanto – sottolinea Raschia – vedo nuovi margini per un intervento in autotutela, peraltro non escluso dal sindaco, che ripristini legalità e certezza. Di una cosa la comunità può essere sicura. Continueremo ad agire con grande senso di responsabilità surrogando -se necessario- carenze altrui. Così come, allo stesso tempo, il personale sarà chiamato nelle prossime ore a valutare le più opportune iniziative di carattere sindacale e con forme di mobilitazione da decidere, anche in considerazione dell’esito negativo della conciliazione tentata in Prefettura. Una mobilitazione indispensabile contro decisioni penalizzanti per i lavoratori, che oltretutto finiscono per minare l’autonomia e l’autorevolezza dell’Ente stesso. Un bene per tutti. Per questo, forse, sarebbe auspicabile un doveroso intervento da parte del Consiglio comunale che ringraziamo ancora una volta della disponibilità”.
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